Il riscaldamento globale potrebbe causare oltre 2,3 milioni di morti in Europa entro la fine del secolo se non saranno adottate misure efficaci per ridurre le emissioni di carbonio. È quanto emerge da uno studio della London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM), pubblicato su Nature Medicine, che evidenzia il ruolo cruciale delle città mediterranee nel futuro bilancio delle vittime legate al caldo estremo.
Tra le dieci città europee che subiranno il maggior numero di decessi spiccano quattro italiane: Roma (147.738 morti stimati), Napoli (147.248), Milano (110.131) e Genova (36.338).
La città in assoluto più colpita potrebbe essere Barcellona, con 246.082 decessi. Anche città più piccole di Malta, Spagna e Italia potrebbero registrare tassi elevati di mortalità. La vulnerabilità dell’area mediterranea si deve non solo alle condizioni climatiche, ma anche alla maggiore densità di popolazione rispetto al Nord Europa.
Lo studio sottolinea che, senza interventi significativi, l’aumento dei decessi causati dal caldo supererà di gran lunga la riduzione delle morti per freddo. Tuttavia, i ricercatori sottolineano che circa il 70% dei decessi stimati potrebbe essere evitato adottando politiche aggressive per ridurre le emissioni di carbonio. “Seguendo un percorso più sostenibile potremmo evitare milioni di morti entro la fine del secolo”, ha spiegato Pierre Masselot, autore principale dello studio.
Le ondate di calore persistenti, con temperature fino a 10 gradi oltre la media stagionale, assenza di ventilazione e alti tassi di umidità, non solo rappresentano un rischio immediato per la salute ma aggravano anche patologie croniche. Colpi di calore, disidratazione e problemi cerebrovascolari, insieme all’inquinamento crescente, potrebbero aumentare la mortalità per malattie polmonari e cardiovascolari.
Nelle città del Nord Europa, come Londra e Stoccolma, si prevede invece una riduzione dei decessi legati al freddo, che però non basterà a compensare l’aumento delle morti nel resto del continente. Gli esperti ribadiscono l’urgenza di preparare le città agli impatti del riscaldamento globale, adottando strategie di adattamento che possano proteggere le popolazioni più esposte.
Anche il settore assicurativo verrebbe inevitabilmente coinvolto. L’aumento delle malattie e dei decessi legati al caldo, insieme al moltiplicarsi di eventi meteorologici estremi, potrebbe portare a una crescita significativa dei costi per le coperture sanitarie e vita. Le compagnie assicurative saranno chiamate a rivedere le loro strategie di pricing, adattando i prezzi delle coperture alle nuove condizioni di rischio, con possibili ripercussioni sulle disponibilità di alcune polizze e sull’accessibilità economica per i clienti.