L’introduzione dell’obbligo assicurativo per le aziende italiane, previsto dalla legge di bilancio 2024 e ancora in attesa dell’approvazione del decreto attuativo, avrà un impatto economico significativo sulle PMI. Secondo il Centro Studi di Unimpresa, per una piccola o media impresa con sede di 500 metri quadrati e 15 dipendenti, i costi annuali della polizza varieranno in base al livello di rischio dell’area geografica: tra 1.500 e 3.000 euro in zone a basso rischio, da 3.000 a 6.000 euro in zone a medio rischio e tra 6.000 e 12.000 euro in aree ad alto rischio. Per le grandi imprese i premi potrebbero superare i 30.000 euro annui.

Le polizze prevedono scoperti o franchigie non superiori al 15% del danno, con premi proporzionali al rischio. Le imprese inadempienti non potranno accedere a contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche, anche in caso di calamità. Se da un lato l’obbligo comporta un onere fisso, dall’altro offre una protezione importante: le polizze permettono alle aziende di ridurre il rischio di fallimento post-evento, garantendo una ripresa più rapida delle attività. In caso di alluvione con danni stimati a 500.000 euro, una PMI con franchigia al 15% si troverebbe a pagare direttamente 75.000 euro invece dei 500.000 totali.

Il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, evidenzia alcune problematiche per le PMI, come i costi elevati, particolarmente onerosi per le imprese in aree ad alto rischio; l’assenza di incentivi fiscali per abbattere i costi assicurativi; e il rischio di aumento dei premi se il mercato non sarà regolato adeguatamente. Ferrara invita il governo a intervenire per calmierare i premi, monitorare il mercato assicurativo e introdurre incentivi fiscali per sostenere le imprese più vulnerabili.

La nuova normativa segna un cambio di paradigma: lo Stato non si limiterà più a risarcire ex post, ma assegna alle imprese una responsabilità diretta nella gestione del rischio naturale.