Scatta il danno morale per la morte del cane perché Fido è uno di famiglia. Il rapporto che s’instaura fra l’uomo e l’animale d’affezione costituisce occasione di completamento e sviluppo della personalità individuale: è dunque dovuto il risarcimento dall’autore dell’illecito se il padrone dimostra di aver patito un effettivo pregiudizio in termini di sofferenza per la dipartita del “quattrozampe”. E la prova può essere fornita per presunzioni, mentre sulla liquidazione pesa anche il prematuro decesso del cane. Insomma: non resta che pagare al gestore della pensione, dopo la morte della cagnolina affidatagli in agosto, per non averla curata quando si è sentita male.