Un documento Inail evidenzia le soluzioni necessarie per la sicurezza nelle aree maggiormente a rischio delle strutture sanitarie
Le infezioni correlate all’assistenza sanitaria (ICA) sono una questione di rilievo primario in ambito internazionale. Il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit), in collaborazione con il Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail e con il contributo di esperti di Università e aziende ospedaliere, ha pubblicato un focus tecnico-normativo sulle misure di sicurezza per prevenire le infezioni nelle aree maggiormente critiche delle strutture sanitarie. Il documento sottolinea l’importanza dell’adozione da parte degli operatori di dispositivi di protezione individuale (dpi) e metodi di disinfezione innovativi per ridurre questi rischi.
Le infezioni correlate all’assistenza riguardano numerosi ambiti sanitari
Dagli ospedali alle strutture di assistenza domiciliare, già nel 2022 il Ministero della Salute ha evidenziato che in Europa, le ICA provocano ogni anno, oltre ai costi umani, 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, con spese stimate approssimativamente in sette miliardi di euro. Le infezioni si trasmettono principalmente attraverso contatto diretto, aria, superfici o oggetti contaminati. La prevenzione richiede l’adozione di misure di sicurezza efficaci, tra cui l’utilizzo da parte degli operatori di dpi e sistemi di disinfezione all’avanguardia.
Tecnologie avanzate e dispositivi di protezione
L’adozione di tecnologie evolute è fondamentale per combattere le infezioni nelle aree critiche sanitarie, come le terapie intensive, le sale operatorie e i pronto soccorso. Secondo il Dit, anche gli operatori sanitari possono contribuire alla riduzione del problema impiegando, in questi ambienti, dpi quali ad esempio divise con appropriate caratteristiche tecnico-funzionali che al contempo offrono una protezione efficace contro gli agenti infettivi e una mobilità adeguata per svolgere le attività assistenziali. Anche l’impiego di semi-maschere filtranti per la protezione delle vie respiratorie, conformi alle normative europee, costituisce una barriera per l’esposizione a microrganismi pericolosi. È naturalmente essenziale che tutti i dispositivi rispondano a requisiti tecnici specifici come previsto dalla normativa vigente.
La disinfezione ambientale è un’altra fase decisiva esaminata dal documento
Per evitare la diffusione delle infezioni, le strutture sanitarie devono adottare tecniche come l’uso di aerosolizzazione automatizzata per le superfici, monitorando costantemente l’efficacia del trattamento tramite sistemi informatici. La decontaminazione degli impianti idrici è altrettanto importante: dispositivi di filtrazione devono essere installati per proteggere il personale e i pazienti più vulnerabili e garantire la qualità dell’acqua nelle aree critiche. Le attività di pulizia e disinfezione, conclude l’elaborato dell’Inail, devono essere rigorosamente controllate e verificate anche con strumenti informatici avanzati che ne monitorano l’esecuzione e la qualità, a prioritaria salvaguardia della sicurezza degli operatori, dei degenti e degli utenti presenti nelle strutture sanitarie.