Le piccole imprese italiane affrontano il 2025 con preoccupazione e incertezza, come emerge dall’indagine della CNALe aspettative delle imprese per il 2025”. Oltre il 53% degli intervistati fatica a fare previsioni sull’economia nazionale, a causa dell’instabilità geopolitica ed economica. Tra chi si esprime, il 28,5% prevede un peggioramento, mentre solo il 18,3% è ottimista.

Anche sulle prospettive aziendali, prevale un certo pessimismo: il 30,2% prevede un anno difficile, contro un modesto 15,3% di fiduciosi. Le previsioni negative riguardano investimenti (-31,6%), occupazione (-29,4%), esportazioni (-21,4%) e fatturato (-18,4%). Quasi il 42% delle imprese intende ridurre investimenti e organici, una scelta rischiosa vista l’importanza di innovazione e manodopera qualificata.

Non mancano segnali di controtendenza: imprese del Sud (+5,8%) e giovani imprenditori (+2,3%) mostrano maggiore fiducia, grazie a specificità locali e costi più contenuti. Tuttavia, preoccupano instabilità politica (39,3%), costo del lavoro (32%) e difficoltà a reperire personale qualificato (22,1%).

Per il 58% degli intervistati, la ripresa economica dipenderà dal miglioramento del contesto generale, mentre il controllo dell’inflazione e una politica monetaria più favorevole potrebbero alleviare le difficoltà.