Secondo un recente report di Chubb, la cybersecurity e le interruzioni tecnologiche sono considerate le principali minacce alla crescita delle imprese e oltre l’89% dei dirigenti prevede di ampliare la copertura assicurativa contro i rischi informatici per far fronte alle crescenti vulnerabilità tecnologiche.

E’ quanto emerge da un sondaggio Harris Poll condotto su 500 dirigenti aziendali coinvolti nel processo decisionale sui rischi, commissionato da Chubb.

Il 74% dei dirigenti di grandi aziende cita la cybersecurity come il principale rischio di crescita, e il 40% riferisce che le violazioni informatiche e le fughe di dati sono state le minacce man-made più dirompenti e finanziariamente onerose.

Queste preoccupazioni superano di gran lunga rischi quali incidenti, normative, disordini sociali ed esposizioni a sostanze pericolose, mentre nessun altro fattore di rischio viene citato da più del 25%.

La cybersicurezza si è inoltre classificata come il principale rischio geopolitico con il 60%, mentre la scarsità di risorse, i cambiamenti climatici, l’instabilità politica e altri rischi sono scesi sotto il 40%.

Il monitoraggio degli incidenti informatici è lo strumento di mitigazione del rischio più utilizzato, con l’84% dei dirigenti che lo dichiara una funzione pienamente integrata (41%) o regolarmente utilizzata (43%) nelle loro organizzazioni. Un altro 14% lo utilizza in alcune situazioni.

L’indagine ha inoltre rilevato che il 79% delle aziende sta implementando l’IA nei propri processi di gestione del rischio, anche se molti dirigenti esprimono preoccupazione per i rischi legati all’IA, come le deep fakes, con oltre il 50% che ha riferito di aver subito un impatto sulla propria azienda.

Per i dirigenti che danno priorità alla tecnologia, l’integrità dei dati (56%) e le sfide della trasformazione digitale (53%) sono le principali preoccupazioni, in particolare tra le aziende del mercato medio (60%).

Il rapporto ha anche rivelato che l’86% delle aziende ha o intende adottare una copertura per l’interruzione dell’attività per eventi come cyberattacchi, disastri naturali o interruzioni della catena di fornitura, con il 53% che ha già una copertura e un altro terzo che prevede di aggiungerla nei prossimi 12 mesi.

Ciononostante, più di un terzo dei dirigenti ritiene che la propria azienda non sia estremamente efficace nella gestione dell’ampia gamma di rischi emergenti e in evoluzione.