I social media rappresentano un’arma a doppio taglio nel fenomeno del “ghost broking”, secondo quanto riportato dall’Insurance Times. Ruth Needham, partner e responsabile dell’area frodi presso lo studio legale Kennedys di Londra, sottolinea come le piattaforme social siano sempre più utilizzate dai truffatori per vendere polizze false, ma possano anche servire a educare i consumatori e quindi, come strumento utile per combattere le frodi.
Il “ghost broking” si verifica quando individui si spacciano per broker assicurativi legittimi e vendono polizze non valide. Secondo l’Office for National Statistics, tra aprile 2022 e marzo 2023 sono stati segnalati 21.149 casi di frodi assicurative al National Fraud Intelligence Bureau. Un caso emblematico è quello di Wahidullah Usmani, un 22enne che, tramite Instagram, ha intascato oltre 17.000 sterline vendendo polizze auto false.
Needham evidenzia che piattaforme come Instagram, TikTok e Facebook sono spesso sfruttate dai truffatori, che approfittano della fiducia riposta negli influencer per adescare consumatori inesperti, soprattutto giovani automobilisti, attratti da offerte a basso costo. “I ghost broker sfruttano la credibilità degli influencer per confondere gli utenti, rendendo difficile distinguere le offerte legittime da quelle fraudolente,” ha spiegato.
Tuttavia, la stessa cultura degli influencer può essere utilizzata in chiave positiva. Ad esempio, il coinvolgimento di influencer affidabili nelle campagne educative consente agli assicuratori di sensibilizzare il pubblico più vulnerabile ai rischi delle truffe. Collaborazioni basate su trasparenza e fiducia possono aiutare i giovani a riconoscere provider affidabili, spostando la narrazione sulle assicurazioni verso una maggiore consapevolezza e protezione.
Il settore assicurativo, secondo Needham, può integrare gli influencer nelle campagne di prevenzione delle frodi per educare i consumatori in modo efficace. Attraverso contenuti educativi e partnership strategiche, gli assicuratori possono costruire relazioni durature con i consumatori più giovani, riducendo i rischi di frodi e promuovendo scelte più informate. I social media, dunque, non sono solo un terreno fertile per le frodi, ma possono essere anche un’opportunità per trasformare influencer e piattaforme digitali in alleati contro i truffatori.