Sono stati pubblicati martedì i risultati dello Stress Test condotto dall’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) in stretta collaborazione con le autorità nazionali di vigilanza.

L’esercizio, svolto con riferimento alla situazione al 31.12.2023, ha coinvolto 48
assicuratori europei – 44 gruppi e quattro imprese, appartenenti a 20 Stati membri – che
rappresentano all’incirca il 75% degli attivi del mercato europeo con l’obiettivo di valutare i profili di vulnerabilità e resilienza del settore assicurativo al realizzarsi di scenari avversi, al fine di alimentare le riflessioni sulle misure preventive e le azioni correttive che possono essere intraprese ex-ante per mitigare le eventuali vulnerabilità.

L’esercizio ha valutato l’impatto degli shock istantanei sul bilancio di solvibilità delle entità assicurative e sulla loro posizione di liquidità. Lo scenario prevede un contesto di bassa crescita, alta inflazione e shock avversi causati dall’intensificarsi delle tensioni geopolitiche che generano un’ulteriore inversione della curva dei rendimenti, un ampliamento degli spread creditizi, un innalzamento dei tassi di interesse e un marcato deterioramento dei mercati azionari e immobiliari. Agli shock di natura finanziaria si aggiungo quelli assicurativi (aumento dei riscatti delle polizze vita, del costo dei sinistri dei rami danni e delle spese).

Come per il 2021, l’esercizio ha richiesto di dare evidenza dell’impatto secondo due
approcci: Fixed Balance Sheet (FBS), in cui non viene consentito alle entità assicurative
l’utilizzo delle cd. Reactive Management Actions (RMA), e Constrained Balance Sheet (CBS), in cui possono essere adottati taluni specifici interventi di rimedio con effetti sull’indice di solvibilità e sulla posizione di liquidità.

L’esercizio di stress ha evidenziato che il verificarsi dell’ipotizzato scenario avverso provocherebbe una riduzione significativa della posizione patrimoniale del settore assicurativo europeo, che comunque a livello aggregato rimarrebbe “solvibile”, con un
indice di solvibilità medio superiore al 100%.

Le imprese di assicurazione sono entrate nell’esercizio con un solido coefficiente di solvibilità aggregato del 221,8%. Dopo l’applicazione degli shock, e senza che fossero consentite azioni di gestione reattiva, il coefficiente di solvibilità degli assicuratori è sceso di quasi 100 punti percentuali al 123,3%, con una perdita di capitale di oltre 270 miliardi di euro. Tuttavia, quando gli assicuratori sono stati autorizzati a intraprendere azioni di gestione reattiva, sono stati in grado di recuperare il loro coefficiente di solvibilità al 139,9%, dimostrando la loro capacità di adattarsi e migliorare le loro posizioni di fronte a condizioni economiche e finanziarie avverse.

Guardando ai singoli partecipanti, 8 imprese sono scese al di sotto dei requisiti patrimoniali minimi regolamentari nell’approccio a bilancio fisso, pur conservando un capitale sufficiente per far fronte ai propri obblighi nei confronti degli assicurati. Tutte e 8 le imprese hanno migliorato la loro posizione patrimoniale con azioni di gestione reattive e sono riuscite a riportare il loro coefficiente di solvibilità al di sopra della soglia regolamentare del 100%. Le azioni di gestione più frequentemente utilizzate sono state la vendita di attività, la trattenuta dei dividendi e la raccolta di capitale attraverso vari strumenti.

Tutte le imprese partecipanti hanno mantenuto il loro rapporto attivo/passivo al di sopra del 100% in tutti gli scenari. Questo vale anche se si esclude il contributo delle misure transitorie.

Lo scenario dello stress test ha provocato ingenti deflussi di liquidità per gli assicuratori, sottolineando l’importanza dell’ampio cuscinetto di attività liquide che gli assicuratori mantengono in bilancio.

I maggiori deflussi nello scenario avverso, dovuti ai riscatti e all’inflazione dei sinistri, combinati con i minori afflussi causati dalla riduzione dei pagamenti dei premi e degli afflussi riassicurativi, hanno determinato un deflusso tecnico netto di 314 miliardi di euro, che gli assicuratori non hanno potuto coprire interamente con le loro disponibilità liquide. Per ripristinare la loro posizione di liquidità, gli assicuratori hanno dovuto liquidare parte delle loro attività liquide, passando da acquirenti netti di 93,2 miliardi di euro a venditori netti di 305,6 miliardi di euro secondo l’approccio del bilancio vincolato.

Petra Hielkema, presidente dell’EIOPA, ha dichiarato: “L’esercitazione di quest’anno ha testato uno scenario estremamente rilevante in un momento in cui i principi guida della cooperazione globale sono sempre più messi in discussione. Se da un lato è rassicurante constatare che gli assicuratori europei sono ben posizionati per affrontare le conseguenze di un’ulteriore escalation delle tensioni geopolitiche, dall’altro il capitale e la liquidità a cui gli assicuratori dovrebbero attingere per far fronte a tali shock negativi sono considerevoli. I risultati sottolineano quindi la necessità di una gestione prudente del rischio e di una stretta vigilanza, visti i tempi di grande incertezza che stiamo affrontando. Nonostante l’esito generalmente positivo dell’esercizio, dobbiamo constatare con un certo rammarico che la maggior parte dei partecipanti non è disposta a divulgare i propri risultati individuali, il che limita la trasparenza dello stress test.

Per l’Italia hanno partecipato all’esercizio europeo i 4 gruppi già coinvolti negli esercizi precedenti: Assicurazioni Generali, Intesa Sanpaolo Assicurazioni, Poste Vita e Unipol Gruppo. La copertura del mercato italiano, considerando tutte le imprese individuali italiane coinvolte nell’esercizio, è dell’85%.

IVASS ha esteso lo stress test ad altri 7 assicuratori nazionali, con attivi superiori ai 3 miliardi di euro, al fine di valutare in maniera più completa la resilienza del sistema assicurativo nazionale.

I risultati dell’esercizio per il complesso delle 11 entità assicurative italiane sono in linea con quelli del campione europeo e indicano che il mercato italiano rimarrebbe solvibile anche in presenza di shock particolarmente severi. In particolare, senza l’attivazione di reactive management actions (RMA), l’indice di solvibilità italiano aggregato diminuirebbe
di 98 punti percentuali, passando dal 233% al 135%. Con l’attivazione delle RMA l’indice
medio di solvibilità si ridurrebbe in misura inferiore passando dal 233% al 149% (non tutti
gli assicuratori nazionali si sono avvalsi di questa facoltà).

Come emerso a livello europeo, il settore assicurativo italiano registra un rapporto attività/passività superiore al 100%, sia in base all’approccio Fixed Balance Sheet sia in base al Constrained Balance Sheet, a conferma della capacità di far fronte agli impegni nei confronti degli assicurati anche in un contesto di sviluppi avversi nell’economia e nel mercato.

Lo Stress Test ha evidenziato, sia a livello europeo che nazionale, l’importanza che un’ampia disponibilità di attivi liquidi nei portafogli delle compagnie ha nel coprire, unitamente alla cassa iniziale, i maggiori fabbisogni di liquidità generati dagli shock.

I risultati dell’esercizio di stress verranno come di consueto analizzati con i partecipanti
nell’ambito dell’ordinario dialogo con i supervisori; alle entità per le quali maggiore è stato
l’impatto dell’esercizio verrà richiesto di rafforzare le misure di gestione attiva dei rischi.