Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Allianz e Amundi hanno sospeso i colloqui relativi alla possibile fusione tra le loro divisioni di gestione patrimoniale, matrimonio che avrebbe portato alla nascita di un colosso con quasi 3.000 miliardi di euro di masse in gestione. Lo riporta il Financial Times, citando diverse fonti a conoscenza delle trattative. Il punto chiave su cui si sono arenate le trattative tra Allianz e Crédit Agricole, il gruppo bancario che controlla Amundi, riguarda la governance della futura entità: le parti non sarebbero riuscite ad accordarsi su chi avrebbe avuto il controllo della società che avrebbe preso forma mettendo a fattor comune gli asset di Amundi e quelli di Allianz Global Investors, dando vita a un gigante del risparmio gestito in Europa.
Anima diventa uno snodo decisivo del risiko bancario italiano. Per la sgr milanese passeranno i futuri equilibri disegnati da Unicredit, Banco Bpm, Crédit Agricole e Montepaschi nell’ambito di una spartizione di aree di influenza seguita da vicino da Palazzo Chigi. Lo scorso 6 novembre Banco Bpm, socio di maggioranza relativa e distributore storico di Anima, ha lanciato un’opa da 1,6 miliardi sulla società per integrarla nel gruppo sfruttando i benefici patrimoniali del Danish Compromise.
È di due vittime il bilancio dell’esplosione avvenuta questa mattina nel deposito di carburanti del sito Eni a Calenzano, in provincia di Firenze. L’esplosione è avvenuta nel punto di carico in cui le autobotti effettuano il rifornimento di carburante. L’incendio, ha reso noto la società, è confinato alla zona pensiline di carico e non interessa in alcun modo il parco serbatoi. «Sono ancora in corso le operazioni di soccorso e nei nostri ospedali. Il bilancio parziale è di «otto persone trasportate e ricoverate negli ospedali, quattro dispersi, due persone trovate senza vita», ha scritto sui social il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. La Prefettura di Firenze ha poi fatto sapere che, oltre ai nove feriti soccorsi con le ambulanze, altre 17 persone si sono presentate in ospedale; il numero dei feriti sale quindi a 26.
Generali riprende Palazzo Carciotti, a Trieste, edificio simbolo del Neoclassicismo triestino, dove le stesse Assicurazioni Generali furono fondate nel 1831. Il Leone si è aggiudicato l’asta pubblica per l’acquisto dello storico palazzo edificato tra il 1798 e il 1805 su progetto dell’architetto Matteo Pertsch, con committente Demetrio Carciotti, il cui nipote, omonimo dello zio, fu tra i primi azionisti delle Generali.

Per le patenti che saranno conseguite con esame finale dal 14 dicembre in poi aumenta la soglia della potenza dei veicoli che possono essere guidati dai neopatentati, però la durata della limitazione sale da uno a tre anni. Restano invece invariate le restrizioni relative ai limiti di velocità in autostrade e strade extraurbane principali. Lo prevede la legge n. 177 del 25 novembre 2024 (G.U. del 30 novembre) in vigore dal 14 dicembre. Per quanto concerne i neopatentati, restano immutate le limitazioni riferite alla velocità, previste dall’articolo 117, comma 2. Quindi continua a restare vietato per i primi tre anni dal conseguimento della patente di categoria A2, A, B1 e B il superamento della velocità di 100 km/h sulle autostrade e di 90 km/h sulle strade extraurbane principali. Invece la legge n. 177 del 25 novembre 2024 introduce alcune modifiche dell’articolo 117, comma 2-bis. La legge precisa che queste modifiche si applicano per le patenti conseguite a decorrere dal 14 dicembre, data di entrata in vigore.
Tutelare la salute dei lavoratori offrendo una vasta serie di servizi, benefici e indennità per abbracciare le esigenze più diffuse in termini di assistenza sanitaria. Sanarcom, il primo Fondo Sanitario delle Organizzazioni Datoriali e Sindacali Autonome e iscritto all’anagrafe dei fondi sanitari istituito presso il Ministero della Salute, da sempre opera per garantire il miglioramento delle condizioni di vita e di benessere, in caso di infortunio o malattia, dei lavoratori. È a loro che rivolge diversi tipi di prestazioni: quelle con liquidazione diretta, attraverso un’ampia e articolata rete convenzionata e quelle con liquidazione indiretta, ovvero attraverso rimborso delle spese sostenute.
Dopo il periodo emergenziale dovuto al covid-19, continua il trend di crescita degli infortuni denunciati dagli studenti delle scuole statali italiane: +11,9% nel 2023 rispetto a un anno prima e +70,7% rispetto al 2021. La tendenza emerge nella nuova edizione del Dossier Scuola dell’Inail, appena pubblicato. Un aumento che «ancora non raggiunge i livelli ante covid-19». Al contrario gli infortuni occorsi agli insegnanti, dopo aver segnato un picco nel 2022, diminuiscono nel 2023 riportando le dimensioni del fenomeno ai livelli pre-pandemia. Salgono, quindi a 68.354 le denunce di infortuni da parte degli alunni nel 2023 rispetto ai 61.108 casi del 2022 e ai 40.032 del 2021.

Ieri pomeriggio i carabinieri della scientifica sono riusciti a recuperare dall’edificio pericolante il video della telecamera di sorveglianza interna al deposito. Nel filmato, piuttosto sfuocato e in lontananza, si vede l’ingresso dell’ultima autobotte nella pensilina di rifornimento, appena cinque minuti prima del boato, poi si vede il momento preciso dell’esplosione con le fiamme che si levano altissime. Le immagini però non consentono di capire esattamente il punto da cui ha avuto origine tutto. Molto importante ai fini della ricostruzione viene ritenuta dagli inquirenti la testimonianza di uno dei feriti che è riuscito a mettersi in salvo un attimo prima del terribile boato. Mentre era nel piazzale ha notato una perdita di liquido all’altezza del cavo dell’alimentazione del carburante, dopo aver inizialmente pensato che fosse acqua, ha sentito l’odore del combustibile, ha capito che c’era un pericolo e si è allontanato per dare l’allarme. Un attimo dopo c’è stata l’esplosione che a lui ha provocato solo una ferita al braccio mentre agli altri non ha lasciato scampo.
Largamente atteso era il rinvio dell’obbligo delle polizze anti calamità. La norma, introdotta dalla scorsa legge di Bilancio, prevede che le aziende si dotino entro il 31 dicembre di «contratti assicurativi a copertura dei danni ai beni cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali». Un termine che il Milleproroghe approvato nelle ultime ore fa slittare al 31 marzo 2025.

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Il deposito è collegato alla raffineria di Livorno tramite due oleodotti, e da lì riceve i prodotti finiti: benzine, gasoli e jet-fuel. Ha un impianto dove il materiale viene stoccato in serbatoi atmosferici cilindrici a tetto fisso o galleggiante, e si occupa, come spiega il sito di Ispra — l’istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale — anche della spedizione di benzina, gasolio e petrolio. Di certo, lo stabilimento di Calenzano (ora sotto sequestro) è uno dei 25 Rir (aziende a rischio di incidente rilevante) in Toscana. L’Arpat, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, ha fatto controlli nel 2017, nel 2020 e nel 2023. Lo scorso anno il deposito di Eni era stato l’unico per il quale l’Arpat non aveva chiesto interventi sulla sicurezza. Nel 2017 e nel 2020, invece, erano state sollecitate «misure integrative » riguardo alcuni punti del sistema di gestione della sicurezza.

Il decreto Milleproroghe, passato al vaglio del consiglio dei ministri, introduce uno slittamento temporale di tre mesi, da fine dicembre a fine marzo 2025, per dare più tempo ad assicurazioni e ad aziende per adeguarsi. In realtà, questa finestra temporale di adeguamento è già inclusa nel decreto interministeriale che deve attuare la norma varata lo scorso anno. La necessità di recepire questo rinvio anche nella normativa primaria è stata sottolineata dal Consiglio di Stato, nel parere sul decreto che è arrivato a fine novembre. Ora, però, alcune complicazioni potrebbero incidere sulla nuova scadenza temporale, richiedendo un ulteriore allineamento. È accaduto che nel suo parere il Consiglio di Stato ha sollevato un’altra criticità non secondaria. Si tratta della questione dello scoperto massimo, nella sostanza la franchigia, che le polizze catastrofali possono contenere: secondo la norma del 2023 questa non essere superiore al 15% del danno.
La ricerca sui medicinali corre e così ci sono sempre più farmaci innovativi e nuove cure salva vita che si affacciano a un ritmo mai visto prima, ma anche terapie sempre più personalizzate per piccoli gruppi di pazienti come quelli con particolari tipi di tumore o con malattie rare con costi molto più alti delle classiche pillole blockbuster che hanno come target centinaia di migliaia di malati. Se a questo si aggiunge una popolazione, quella italiana, che invecchia sempre di più e chiede cure e qualità di vita in salute ecco che si spiega quel micidiale mix che sta facendo esplodere la spesa farmaceutica a carico del Servizio sanitario nazionale: quest’anno potrebbe infatti chiudere alla cifra record di 24 miliardi, quando solo tre anni prima ne valeva poco più di 19 miliardi con un aumento del 20 per cento.
Il gruppo francese Crédit Agricole punta all’acquisizione di GamaLife, piattaforma assicurativa europea focalizzata sul settore Vita e controllata dal private equity internazionale Apax Partners, con quartier generale in Portogallo e forte presenza anche in Italia. Anche nel settore delle polizze il big transalpino sta lanciando in Europa una campagna di acquisizioni, con i riflettori comunque puntati sul mercato tricolore. Il target è appunto, secondo indiscrezioni, la piattaforma portoghese GamaLife. Per adesso il fondo Apax frena sulla possibile vendita ma, stando a quanto risulta al Sole 24 Ore, Crédit Agricole avrebbe già avviato trattative e starebbe studiando il carattere strategico di una possibile acquisizione di GamaLife, valutando il valore sinergico degli asset portoghesi e italiani.
Fumata nera per la presidenza dell’Ania, l’associazione che riunisce tutti gli assicuratori del Paese (eccetto il gruppo Unipol). L’assemblea dell’associazione, convocata per oggi per il rinnovo dei vertici e l’avvicendamento tra Maria Bianca Farina (gruppo Poste) e il manager di lungo corso delle Generali Giovanni Liverani, stando a quanto riferito da Radiocor, è saltata qualche giorno fa. L’assise è stata riconvocata tra dieci giorni per cercare di chiudere il cerchio.
Potenziamento dei servizi assistenziali e sanitari messi a disposizione dei lavoratori dipendenti. Il decreto legislativo Irpef-Ires, valorizzando la salvaguardia delle finalità della sanità integrativa, interviene sotto un duplice aspetto: le condizioni di esenzione della contribuzione versata alle casse sanitarie e l’estensione, ai familiari dei dipendenti, delle polizze non imponibili per i rischi di non autosufficienza o aventi per oggetto il rischio di gravi patologie.  La disposizione in vigore dal 2025 interviene su tre aspetti. La cassa sanitaria dovrà essere iscritta all’Anagrafe dei fondi sanitari istituita dal Dm 31 marzo 2008 e dovrà operare secondo il principio di mutualità e solidarietà tra gli iscritti. Invece con la normativa vigente, valida fino al 2024, la defiscalizzazione dei contributi è consentita a condizione che la cassa sanitaria eroghi prestazioni negli ambiti di intervento stabiliti dal Dm del 2008 (per esempio prestazioni sanitarie e socio-sanitarie di prevenzione, cura e riabilitazione, prestazioni non ricomprese nei livelli essenziali di assistenza, prestazioni di assistenza odontoiatrica non comprese nei livelli essenziali di assistenza per la prevenzione, cura e riabilitazione di patologie odontoiatriche). Quest’ultima condizione dal 2025 sarà superata.