Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Ancora un mese di raccolta positiva per il risparmio gestito italiano. Ma se a settembre il segno più era stato piuttosto esiguo (+870 milioni di euro), a ottobre gli afflussi sono stati importanti: 4,5 miliardi, di cui 3,5 attribuibili alle gestioni collettive, quindi fondi aperti (+2,7 miliardi) e chiusi (+847 milioni). Da inizio anno la raccolta complessiva è positiva per 12,6 miliardi. I dati emergono dalla consueta mappa mensile di Assogestioni, associazione di categoria dell’industria presieduta da Carlo Trabattoni.
Il blitz di Unicredit su Banco Bpm ha dato una scossa alla borsa italiana e ai palazzi del potere. L’ops da 10,1 miliardi lanciata lunedì 25 novembre da Andrea Orcel è stata salutata positivamente dal mercato ma ha suscitato una brusca levata di scudi da parte di Piazza Meda e, soprattutto, del governo Meloni. Al punto che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è arrivato a minacciare l’utilizzo del Golden Power per bloccare un’operazione «non concordata». La fame di m&a tra banche è iniziata da qualche mese. La discesa dei tassi ha imposto ai grandi di gruppi di rivedere le strategie. Per sostenere i ricavi e quindi i titoli quotati gli interessi sul credito non bastano più. Servono nuovi clienti oppure commissioni generate da business alternativi, a partire dalla gestione del risparmio che solo nell’Unione Europea vale 22 mila miliardi di euro, più del pil dell’intera area.
Da un’integrazione dell’asset management di Generali con i francesi di Natixis potrebbe presto nascere il secondo operatore di risparmio gestito di tutta Europa, con poco meno di 2.000 miliardi di masse. Un colosso capace di posizionarsi subito alle spalle di Amundi, che già oggi dispone di circa 2.200 miliardi e potrebbe prendere altri 700 miliardi da un’operazione con Allianz. Con la sua nuova mossa Generali potrebbe guadagnare quindi la seconda posizione nel Vecchio Continente e diventare il nono gestore del mondo in un comparto dove le altre assicurazioni sembrano sfilarsi, o comunque allentare un po’ la presa. Non solo Allianz, che sta appunto trattando con Amundi, la società del Crédit Agricole, per cedere Allianz Global Investors (mantenendo però a quanto pare un presidio. Ma pure Axa, che è pronta a cedere, per 5,1 miliardi, la sua società di asset management, Axa Investment Managers a Bnp Paribas, dando vita a una piattaforma con masse per 1.500 miliardi.
Nella discussione in corso sulla legge di bilancio 2025 torna l’ipotesi di un rinnovo della norma sulla riapertura del semestre di silenzio assenso per destinare automaticamente il trattamento di fine rapporto (tfr) ai fondi pensione. L‘obiettivo è rafforzare la previdenza complementare per dare ai futuri pensionati un assegno che sia più possibile vicino all’ultimo stipendio. In passato, grazie al più generoso sistema di calcolo retributivo, abolito dalla riforma Fornero nel 2012, i lavoratori italiani potevano contare su una pensione pubblica che garantiva anche oltre l’80% del proprio stipendio. «Oggi, la situazione è cambiata e le tendenze demografiche e finanziarie indicano un futuro incerto e probabilmente meno prospero. Secondo le proiezioni dell’Inps il tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra il primo assegno pensionistico e l’ultimo reddito da lavoro percepito, è destinato a scendere drasticamente, con le stime del Mef che indicano un calo dall’attuale 70% al 59% nel 2070 per i dipendenti privati e una diminuzione dal 55% a un modesto 47% per i lavoratori autonomi», spiega Andrea Rocchetti, global head dell’investment advisory di Moneyfarm.
In attesa di verificare se nella legge di bilancio 2025 sarà alla fine confermato l’avvio di una nuova finestra generalizzata di silenzio assenso con l’obiettivo di conferire nuovo impulso alle adesioni alla previdenza complementare (ci sono emendamenti in tal senso), i fondi pensione trovano comunque attenzione nella manovra finanziaria. Questo perché è prevista l’attribuzione, su base volontaria, di una funzione di eventuale complemento al raggiungimento della soglia necessaria per accedere al pensionamento di vecchiaia, con particolare riferimento ai giovani che rientrano integralmente nella applicazione del metodo di calcolo contributivo.
Tra i fondi pensione negoziali più attivi c’è Perseo Sirio, uno dei due comparti dedicati al settore del pubblico impiego (l’altro è Espero per il settore scuola). MF-Milano Finanza ha incontrato Luciano Buttaroni, vicedirettore del fondo pensione e responsabile della funzione finanza.
Il risparmio infruttifero resta una costante di questo Paese: il 46% delle famiglie italiane dice che riesce a risparmiare e dice di farlo , come riporta la ricerca Acri-Ipsos presentata per la 100ª Giornata mondiale del Risparmio. Ma due risparmiatori su tre mantengono una forma estrema di prudenza che li induce a preferire la liquidità. Una risposta al timore per i mercati, che potrebbero stornare dopo una lunga fase di crescita? Oppure semplicemente un diverso modo di vivere la ricchezza e il risparmio, il desiderio di spendere e la spinta ad accantonare risparmi per il futuro? Vere entrambe le cose. Di fronte al bisogno di tutele e sicurezza su vari fronti, aumentano le famiglie che grazie ai loro risparmi sono in grado di far fronte a una spesa improvvisa importante. Quello che pensano in pochi è però che il loro capitale, se ben investito, potrebbe consentire di aumentare quanto accantonato. Altrimenti non si spiegherebbero i dati forniti dalla Aipb, l’associazione di categoria del private banking, in avvio del suo XX Forum annuale: in media il portafoglio delle famiglie italiane è composto al 50% da liquidità, al 40% da bond e solo per il restante 10% dalle azioni.
- La solidità di Doppio Valore