Secondo il World Cloud Report for Financial Services 2025 del Capgemini Research Institute la maggior parte delle banche e delle compagnie assicurative utilizza il cloud con l’obiettivo primario di aumentare l’efficienza operativa (84%), mentre le FinTech e le InsurTech puntano sul cloud per accelerare le vendite (62%). L’analisi suggerisce inoltre che solo il 12% delle organizzazioni di servizi finanziari può essere considerato “cloud innovator”.

Rimangono ostacoli nella realizzazione del valore atteso

Alcune problematiche di tipo operativo continuano a influenzare i dirigenti, rallentando il rendimento delle iniziative di trasformazione e degli investimenti nel cloud. Meno del 40% dei dirigenti si dichiara pienamente soddisfatto dei risultati ottenuti dalle proprie soluzioni cloud, come la capacità di fornire una riduzione dei costi operativi (33%), una maggiore scalabilità (27%), un’accelerazione dell’innovazione (26%), dati e analisi avanzati (24%) e un miglioramento in termini di sicurezza e compliance (21%).

Il report evidenzia che questi ostacoli sono dovuti a un approccio di migrazione al cloud basato su un modello “lift-and-shift”, a una rapida scalabilità che porta a costi più alti del previsto, a modelli di pricing complicati e a pratiche di governance e gestione inefficaci.

Le banche e le assicurazioni detengono grandi quantità di dati personali, finanziari e transazionali sui loro clienti, ma affrontano molteplici sfide nella gestione e nella protezione di tali dati. Il report evidenzia tre principali preoccupazioni tra i dirigenti del settore:

  • Sistemi legacy che ostacolano l’integrazione dei dati (71% degli intervistati)
  • Protezione dei dati dei clienti e difficoltà di mantenere la privacy degli stessi (70%)
  • Scarsa qualità dei dati, con informazioni errate o mancanti (69%)

Con l’entrata in vigore del Digital Operational Resilience Act (DORA) in Europa nel gennaio 2025 e la crescente pressione normativa a livello globale, le istituzioni finanziarie dovranno rispettare requisiti di conformità sempre più rigorosi, in particolare nell’uso delle piattaforme tecnologiche e dei fornitori terzi. La recente normativa del Consumer Financial Protection Bureau riguardo l’open banking, nota come Sezione 1033 del Dodd-Frank Act[3], sottolinea l’importanza di soluzioni cloud-native per mantenere i costi di scambio dei dati contenuti e assicurare la conformità. Maggiori vincoli su dati, sicurezza e regolamentazione costringeranno le organizzazioni a lavorare più intensamente per estrarre insight significativi e dare priorità all’innovazione.

Il report sottolinea inoltre che l’81% dei dirigenti considera la mancanza di tecnologie adeguate un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi aziendali. La maggior parte degli intervistati ritiene che l’intelligenza artificiale (81%), l’analisi predittiva (75%) e l’automazione robotica dei processi (65%) siano cruciali per supportare un ecosistema cloud. Tuttavia, le istituzioni tradizionali si dimostrano attualmente carenti nella maturità e nelle competenze necessarie per queste tecnologie: solo il 15% ha una maturità elevata in termini di AI, il 30% nelle analisi predittive e il 22% nell’automazione robotica dei processi.