I familiari caregiver svolgono un ruolo importante per le persone affette da una malattia cronica, e non solo come supporto morale. Come rivela l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, spesso il loro compito viene reso più complicato dalle difficoltà nell’accedere ai servizi di assistenza, con quasi due su tre che dichiarano di aver incontrato ostacoli in questo senso.

Dalla ricerca – che ha coinvolto oltre mille italiani affetti da patologie croniche e i loro familiari – è emerso come quasi un malato su cinque (18%) necessiti di un’assistenza almeno saltuaria, e che nel 58% dei casi a fornirla siano prevalentemente i familiari, con un picco del 64% al Sud. La maggioranza di essi (61%), però, ha riscontrato difficoltà nell’accedere ai servizi che dovrebbero aiutarli nell’assistenza al malato.

Il problema numero uno è la burocrazia: le pratiche necessarie per fare richiesta sono indicate come un ostacolo dal 60% del campione. Quasi uno su due ritiene inoltre insufficienti le risorse e i fondi dedicati (47%), e in molti lamentano una scarsa flessibilità nel venire incontro alle esigenze delle famiglie (40%); senza contare che spesso è anche difficile trovare informazioni su quali servizi siano disponibili nel proprio territorio, come dichiara quasi un intervistato su tre (30%).

Come semplificare allora la vita dei caregiver? Innanzitutto, secondo gli intervistati da UniSalute, dedicando maggiori risorse e fondi ai servizi di supporto (72%). Molti vorrebbero inoltre poter usufruire di sostegno psicologico (58%) e di programmi di formazione sulla patologia cronica e sulle pratiche di assistenza (51%). Piacciono anche i dispositivi di telemonitoraggio (54%), che rendono più semplice tenere sotto controllo l’andamento della malattia direttamente da casa, anche se ad oggi sono utilizzati solo da una minima parte (5%) dei malati cronici.

Guardando invece alla quotidianità di chi soffre di una cronicità, dalla ricerca emergono come utili alcuni servizi, in particolare la consegna a domicilio di ricette e medicinali (62%), i servizi di consulenza che aiutano a individuare cure e altre opportunità di assistenza (57%) e le terapie a domicilio (51%). Anche sotto questo punto di vista gli strumenti della telemedicina – dal telemonitoraggio alle televisite – vengono apprezzati, con oltre la metà del campione (51%) che li considera utili.