Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
In Italia, pur in un contesto macrofinanziario che si mantiene complessivamente stabile dalla scorsa primavera, permangono rischi connessi con le rilevanti tensioni geopolitiche internazionali e con la fragilità del quadro macroeconomico. A dirlo è il secondo rapporto sulla Stabilità Finanziaria del 2024 di Bankitalia. Ma in prospettiva, la riduzione dei tassi di interesse potrà fornire un impulso positivo all’economia. Nel rapporto Bankitalia spiega che in Italia il quadro macroeconomico resta debole. Permangono infatti rischi connessi con le forti tensioni geopolitiche, l’elevata incertezza in alcune economie, i possibili effetti delle politiche monetarie restrittive più intensi di quanto atteso, rischi che possono essere amplificati dall’elevato debito pubblico e dalla scarsa crescita dell’economia italiana. A fronte delle incertezze sulle prospettive di crescita, occorrerà mantenere un approccio ancora più prudente nella gestione delle finanze pubbliche.
Anche se l’inverno è alle porte sembra giungere al termine il letargo degli italiani che tanto ambiscono all’acquisto della casa. Grazie alla «sveglia» dei tagli dei tassi d’interesse puntata dalla Banca Centrale Europea, a ottobre sono letteralmente lievitate le richieste di mutui. I dati di Experian parlano di un incremento di quasi il 50% rispetto allo scorso anno e di oltre il 36% in confronto al solo mese precedente. La spinta decisiva è arrivata dai più giovani, alla ricerca della prima casa (si veda l’articolo a pagina 19). Determinante in questo senso è stato il calo del costo del denaro a nuovi minimi relativi: il tasso di interesse effettivo, infatti, è sceso lo scorso mese al 3,28%. Rispetto a un anno fa la riduzione è di quasi due punti percentuali.
A guidare la crescita delle richieste dei mutui di ottobre sono infatti state le generazioni più giovani: millenial e gen Z. Rispetto a un anno fa, le domande arrivate alle banche dai millennial sono cresciute del 71,65%. Meglio ancora ha fatto la generazione Z, con un incremento dell’86,69%. Insieme queste due generazioni rappresentano quasi i due terzi di tutte le richieste, anche se ovviamente la fanno da padrone i ragazzi fra i 30 e i 45 anni che rappresentano oltre la metà del totale.
Il conto alla rovescia per i nuovi assetti di Generali è già partito. La data ufficiale è quella dell’assemblea dell’8 maggio per il rinnovo del cda. Cinque mesi possono sembrare tanti e invece le truppe sono già in movimento. E i movimenti sotterranei pure, come i sondaggi per capire se si può arrivare a un accordo di qualche tipo tra i vari grandi azionisti. Le dinamiche fra Francesco Gaetano Caltagirone, che di Generali ha il 7%, Delfin (la finanziaria della famiglia Del Vecchio guidata da Francesco Milleri) che ha 9,9%, e Mediobanca, al 13,1%, sono per ora improntate al tatticismo.
Il consiglio direttivo dell’Ania è già stato convocato per martedì 26 novembre e all’ordine del giorno c’è una questione che ultimamente sta agitando gli assicuratori italiani. Si tratta del rinnovo del vertice dell’Associazione. La presidente attuale, Maria Bianca Farina che ha guidato Ania per nove anni consecutivi, a fine mese completerà il suo terzo mandato e, almeno stando allo statuto attuale, non potrà riceverne un altro. Anche perché da Generali, compagnia che da sempre, per una regola non scritta, ha indicato i candidati che si sono succeduti negli anni al vertice dell’Ania, avrebbero ben chiaro il nome del successore: si tratta di Giovanni Liverani, manager molto apprezzato nel gruppo. A lui, in passato, è stata affidatala con successo la guida e la riorganizzazione di Generali in Germania, Paese centrale per il business per il Leone, estesa poi ad Austria e Svizzera. Nonostante i buoni risultati il manager è però rimasto fuori dall’ultimo riassetto organizzativo del gruppo deciso dal ceo, Philippe Donnet.
L’esempio più sorprendente è quello della catena dei grandi magazzini El Corte Inglés che ha oltre 2 mila punti vendita sparsi in tutta la Spagna. Al loro interno, da tempo, c’è un corner dedicato alle polizze e sono state create due società assicurative. Così il colosso della grande distribuzione è arrivato a gestire un portafoglio di centinaia di milioni di euro di polizze, capace di far gola agli assicuratori di Mutua Madrilena che nel 2022, per rilevare il 50,01% del capitale delle due società assicurative della catena, Seci (assicurazione vita e infortuni) e Cess (intermediazione assicurativa), hanno sborsato 550 milioni, più altri 555 milioni spesi per prendere direttamente l’8% delle azioni di El Corte Inglès. Un business che sembra andare a gonfie vele se è vero che, nei premi nove mesi del 2024, la crescita della raccolta della joint venture El Corte Ingés Seguros è stata del 37%, raggiungendo 151 milioni di euro.
Ingressi di peso nella cassaforte della famiglia torinese Acutis, una delle più influenti e riservate del capoluogo piemontese, proprietaria di Vittoria Assicurazioni che ha oltre 100 anni di vita e che è stata delistata sei anni fa attraverso un’opas costata 300 milioni di euro. Il delisting a distanza si sta rivelando un ottimo affare per gli Acutis che, forti di ingente liquidità, hanno da tempo battuto la strada della diversificazione attraverso investimenti negli immobili e nel private equity. La struttura di controllo di Vittoria Assicurazioni e del gruppo vede in testa la Yafa, che è la cassaforte della famiglia, di cui Giuseppe Spadafora è amministratore delegato.
La Poste, l’equivalente francese di Poste italiane, va all’attacco del risparmio italiano. E lo fa dopo aver portato a termine una serie di acquisizioni nell’asset management che lo hanno trasformato in un gruppo che spazia dalla classica gestione del risparmio tramite fondi tradizionali e private asset (asset non quotati), fino alle polizze, inclusa una presenza nel private banking. Un grande polo finanziario pubblico (i due azionisti sono la Caisse des Dépôts et Consignations, la Cdp francese, con il 66% e lo Stato francese con il 34%) che fa leva su La Banque Postale (l’omologo del Banco Posta italiano). Questa banca controllata da La Poste ha sotto di sè tre gruppi: la società di gestione del risparmio La Banque Postale Asset Management (Am), la private bank Louvre Bank Privée, e la compagnia assicurativa Cnp Assurances rilevata nel 2022 e nella quale le poste francesi hanno fatto confluire tutte le sue attività assicurative. Un gruppo di bancassurance completo, quindi, quello che fa capo alla banca francese. La Banque Postale Asset Management (Am) a sua volta controlla La Financière de L’échiquier, ovvero in italiano la finanziaria della scacchiera che come simbolo ha la pedina del re.
- Le possibilità di Finanza & Opportunità
Italiana Assicurazioni Finanza & Opportunità è un prodotto di investimento assicurativo di tipo unit linked, a premio unico, le cui prestazioni sono collegate a una o più linee d’investimento. Le scelte a disposizione dell’investitore si articolano tra Forza Prudente, Forza Bilanciata, Forza Dinamica, Forza Aggressiva, in riferimento al fondo interno Italiana Unit. Non è prevista alcuna garanzia di rendimento minimo e la polizza si rivolge a persone fisiche e giuridiche con profilo di rischio variabile da basso a medio, con
potenziali oscillazioni negative anche significative in funzione delle Linee utilizzate. La Linea d’investimento Forza Aggressiva può investire in liquidità fino al 30%, inazioni europee e internazionali dal 20% fino al 100%. Mentre la Forza Prudente può investire in azioni
europee dal 40% al 100%, in quelle internazionali dallo zero fino al 60%.
Le pensioni tornano a calare. Chi si pensionerà dall’anno prossimo avrà diritto a un assegno più basso rispetto a chi andrà a riposo entro fine anno. Un esempio. Lavoratore di 67 anni con 400mila euro di contributi accantonati (c.d. montante contributivo). Ha diritto a una pensione annua di 22.892 euro andando in pensione entro quest’anno; di 22.432 euro, cioè di 460 euro in meno (circa 35 euro al mese) pensionandosi dal prossimo anno. La novità arriva dal decreto del ministero del lavoro n. 436/2024, che fissa i coefficienti di trasformazione applicabili nel biennio 2025/2026. È il settimo aggiornamento da quando la revisione è stata introdotta nel 2009: sei negative, una positiva (biennio in corso, 2023/2024).