L’inclusione dei criteri ESG è ampiamente diffusa tra le imprese di assicurazione italiane, con un trend in crescita costante secondo quanto rileva la ricerca realizzata dal Forum per la Finanza Sostenibile e dall’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, presentata a Roma nell’ambito delle Settimane SRI.
L’indagine, avviata nel 2022, è giunta quest’anno alla terza edizione, con una partecipazione pari all’87% del mercato assicurativo italiano in termini di premi raccolti. La ricerca è stata realizzata con il sostegno di Etica SGR, EY, Payden&Rygel, Reale Mutua.
Aspetti generali e di governance
- L’integrazione della sostenibilità da parte delle imprese di assicurazione comincia dall’inclusione dei fattori ESG tra le linee prioritarie dei piani strategici, effettuata dalla quasi totalità del campione, mentre la pressoché totalità (99%) include obiettivi ESG nelle politiche di remunerazione.
- La quasi totalità del campione (96%) presidia i temi ESG attraverso l’istituzione di comitati e/o funzioni specifiche dedicati alla sostenibilità e la pressoché totalità (98%) ha introdotto programmi di formazione rivolti a tutto il personale. Infine, particolare attenzione viene data ai temi della diversità; la quasi totalità del campione (96%) integra l’obiettivo della parità di genere nelle politiche di gestione delle risorse umane.
Inclusione dei criteri ESG nelle decisioni di investimento
- Rispetto al ruolo di investitori istituzionali delle compagnie di assicurazione, l’indagine mostra che la pressoché totalità del campione (99,7%) include i criteri ESG nelle proprie politiche di investimento, applicandoli a una quota rilevante dell’intero portafoglio investimenti.
- L’inclusione dei criteri ESG nelle politiche e nelle decisioni di investimento avviene tramite una molteplicità di approcci che tengono in considerazione i criteri ESG. Quelli maggiormente utilizzati sono le esclusioni (100% del campione), l‘engagement (86%), il best in class (79%), le convenzioni internazionali (76%), gli investimenti tematici (76%) e il voting (71%). Risultano molto utilizzate (73% del campione) anche le politiche di disinvestimento.
- Grande attenzione viene data al cambiamento climatico: il 73% del campione cita esplicitamente l’obiettivo della neutralità climatica e la quasi totalità del campione (98%, in crescita rispetto agli anni precedenti) misura l’impronta di carbonio del portafoglio investimenti, nell’intento finale di decarbonizzarlo (88%) e identificare i rischi finanziari associati al cambiamento climatico (75%).
Inclusione dei criteri ESG nell’attività di sottoscrizione dei rischi
- Il 60% del campione (in forte crescita rispetto alle precedenti edizioni) include i criteri ESG nelle politiche di sottoscrizione, attraverso l’offerta di prodotti assicurativi danni o vita diversi dai prodotti di investimento che tengono in considerazione fattori ambientali, sociali e/o di buona governance. Chi non ha ancora incluso gli aspetti di sostenibilità nelle politiche di underwriting sta conducendo valutazioni in merito che dovrebbero concludersi, nella maggioranza dei casi, entro 1-2 anni.
- L’integrazione dei criteri ESG nell’offerta di prodotti assicurativi avviene secondo due principali modalità: l’offerta di prodotti assicurativi dedicati ai temi ESG, per la copertura di rischi climatici (100%) e per favorire l’inclusione assicurativa (65%) e le limitazioni nell’offerta di prodotti assicurativi per attività esposte ad alti rischi ESG (92%), quali la produzione di armi e l’estrazione di combustibili fossili.