Il Consorcio de Compensacion de Seguros e Agroseguro (CCS), l’organismo pubblico spagnolo che si fa carico delle conseguenze delle grandi catastrofi naturali, ha comunicato che fino allo scorso venerdì ha ricevuto 138.317 richieste di risarcimento dei danni derivanti dall’alluvione Dana che ha devastato Valencia. Al momento, la ripartizione dei danni per tipologia di rischio è la seguente:
- Abitazioni e comunità di proprietari: 43.608.
- Autoveicoli: 83.437.
- Negozi, magazzini e altri rischi: 8.137.
- Uffici: 593.
- Rischi industriali: 2.513.
- Opere civili: 29 richieste.
Il CCS ha spiegato di aver mobilitato più di 800 esperti per valutare i danni, ai quali sono già stati assegnati 71.604 fascicoli, già in fase di valutazione sul campo.
Secondo quanto riferisce l’agenzia Efe, il ministro dell’Economia, Carlos Body, ha dichiarato che, in soli otto giorni, il CCS si è trovato a gestire lo stesso numero di sinistri che riceve normalmente in un ano. Rispetto ad altri precedenti eventi catastrofali, come la Dana del 2019, il vulcano di La Palma o il terremoto di Lorca, i sinistri sono sette o otto volte superiori.
S&P Global Ratings conferma che le alluvioni avranno “effetti limitati” sugli assicuratori e riassicuratori privati, dato che il Consorcio de Compensación de Seguros (CCS) coprirà la maggior parte dei costi dei sinistri. Il Consorzio stima che le perdite assicurate dall’evento ammontano a 3,5 miliardi di euro, con la maggior parte dei costi derivanti da danni a proprietà come abitazioni, veicoli a motore, uffici, negozi, magazzini, siti industriali e infrastrutture, oltre all’interruzione delle attività.