In base ai dati raccolti dall’Osservatorio Cerved sulle abitudini di pagamento delle imprese italiane, nel secondo trimestre dell’anno i mancati pagamenti sono tornati, seppure lievemente, a crescere (+0,2%) rispetto allo stesso periodo del 2023. Ciò riguarda le Pmi e le grandi aziende, ma non le micro imprese. L’andamento non risulta uniforme tra i diversi settori produttivi: la siderurgia segna l’aumento più consistente (+3,2%), seguita da informazione e intrattenimento (+2,9%), energy e utilities (+1,6%).
Diminuzioni si registrano nel largo consumo (-3,0%), nell’agricoltura (-2,3%) e nella chimica-farmaceutica (-1,9%). Tutto ciò evidenzia una situazione eterogenea del sistema economico italiano che necessita di un’analisi puntuale e approfondita dei dati.
Per quanto riguarda i termini di pagamento, lo studio riscontra una generale riduzione dei tempi effettivi di pagamento per le Pmi (di circa 2,5 giorni) e per le grandi imprese (di circa 1,5 giorni), per via di un accorciamento sia dei termini contrattuali che dei ritardi. Le microimprese, da parte loro, sembrano aver ottenuto un miglioramento delle condizioni contrattuali, avendo ora a disposizione in media due giorni in più rispetto a due anni fa: il loro ritardo medio è stazionario (circa 10 giorni).
In ogni caso, permane il fenomeno generale per il quale le grandi aziende, grazie a un maggiore potere contrattuale, possono contare su 64 giorni medi per effettuare i loro pagamenti, contro i 54 delle piccole e i 42 delle piccolissime.
Dal punto di vista territoriale si osserva una diminuzione in 13 Regioni su 20, mentre crescono in Sicilia (+1,4%), Valle d’Aosta (+0,7%), Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (+0,4%), Umbria (+0,3%), Lazio (+0,1%).