Sanità pubblica “non più sufficiente” per il 60% degli italiani
La situazione della sanità pubblica preoccupa gli italiani sempre di più, con la maggioranza di essi che non la ritiene più in grado di rispondere, da sola, a tutti i loro bisogni in fatto di salute. A rilevarlo è l’ultima indagine dell’Osservatorio Sanità[1] di UniSalute, che con l’istituto di ricerca Nomisma ha interrogato in merito un campione di 1.346 persone in tutto il territorio nazionale.
Dalla rilevazione è emerso come ben 6 italiani su 10 (60%) pensino che il Servizio sanitario nazionale – allo stato attuale – non sia più sufficiente per i loro bisogni sanitari e di cura. Il dato è in aumento rispetto all’anno scorso, quando meno della metà (46%) aveva dichiarato di ritenere la sanità pubblica non più adeguata a coprire tutte le proprie esigenze. Significativo anche il calo della percentuale di persone che si dicono soddisfatte delle cure ricevute nel pubblico, scesa al 47% rispetto al 56% del 2023.
Nonostante ciò, gli italiani sono consapevoli del ruolo centrale del SSN nel sistema di welfare del Paese, e infatti uno su due (50%) dice di avere comunque ancora fiducia nella sanità pubblica, e oltre uno su tre (36%) continua a ritenerla una delle migliori al mondo. Rispetto al periodo pre-pandemia Covid-19, un intervistato su quattro (25%) nota un maggior ricorso nel pubblico ai servizi di telemedicina e teleconsulto: un sostegno da parte della tecnologia che viene visto con favore, tanto che il 61% vorrebbe un maggior uso di soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza.
I tempi di erogazione delle prestazioni restano il problema principale riscontrato dagli intervistati, con il 77% che li considera eccessivi. Più di quattro su cinque (84%), inoltre, ritengono che rispetto a 5 anni fa i tempi di attesa si siano allungati, e di conseguenza puntare a ridurli (74%) e fornire maggiori disponibilità di date e orari (47%) sono i due aspetti più importanti su cui intervenire per migliorare il SSN.
Ovviamente, queste criticità sono collegate anche alla carenza di personale sanitario, con medici e infermieri sempre più spesso costretti a sopportare carichi di lavoro estenuanti. Un problema che non sfugge agli italiani: più di 3 su 4 (76%), infatti, sostengono che il numero di medici e infermieri in forze al Servizio sanitario nazionale sia inadeguato rispetto alle esigenze dei cittadini.
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[1] Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nomisma a febbraio 2024 su di un campione di 1.346 italiani con età compresa tra 18 e 70 anni, stratificato per età (18-70 anni), sesso ed area geografica, con sovracampionamento nelle province di Milano, Torino, Padova, Bologna, Napoli, Palermo, Genova, Cagliari