Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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In Italia c’è un problema di sotto-assicurazione, soprattutto da parte delle famiglie. Per colmare questo gap si devono mettere al centro i clienti rendendoli più consapevoli dei rischi di un mondo che cambia continuamente. Prioritaria è l’educazione assicurativa, laddove «i social media offrono un canale privilegiato per raggiungere un pubblico ampio e diversificato», ha sottolineato Sara Tortelli, consulente di comunicazione per la distribuzione assicurativa al Giorno della Previdenza. Quanto al ruolo dei consulenti, «devono essere diretti nel mostrare i rischi per creare consapevolezza nel cliente. Sarà poi la conoscenza tecnica dei prodotti a mostrare al cliente come da un problema si arriva a una soluzione», spiega Emanuele Sarti, ad di Leadership e Management. Nondimeno gli intermediari devono sempre «fare un’indagine oggettiva dei bisogni dei clienti», ha raccontato Alberto Cauzzi, socio fondatore e ad di Epheso. Ad esempio, suggerisce Silvia di Camillo, intermediario e risk manager linea famiglia, si potrebbero «creare dei focus group reali su una selezione di clienti per prendere spunto».
Per far crescere la previdenza complementare è ora di un nuovo semestre di silenzio assenso sull’adesione ai fondi pensione. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone, al Giorno della Previdenza, che ieri ha chiuso la tre giorni del Festival delle Assicurazioni organizzato da MF-Milano Finanza. Un provvedimento che potrebbe essere già previsto nella prossima legge di Bilancio, come è emerso durante l’evento, e in base al quale tutti i lavoratori (non solo i neo-assunti) verrebbero chiamati di nuovo (come nel 2007) a comunicare di non volere aderire al proprio fondo pensione di categoria, altrimenti saranno automaticamente iscritti. Il bacino da cui attingere è in particolare quello dei lavoratori delle piccole e media imprese, considerando che se il tasso di adesione alla previdenza complementare da parte delle grandi imprese è in media dell’89%, per quelle che hanno meno di 49 dipendenti crolla a circa il 6-7%. Di fatto i grandi esclusi dal silenzio assenso del 2007.
In un sistema pensionistico come quello italiano, sempre più sotto pressione a causa dell’invecchiamento demografico, la previdenza complementare rappresenta una soluzione strategica per garantire il benessere futuro dei lavoratori. Purtroppo, però, ancora troppe poche persone aderiscono ai vari strumenti di previdenza complementare proposti da enti, fondi e assicurazioni. Si parla di un tasso di adesioni al complementare datoriale del 35% «laddove un Paese come l’Italia dovrebbe toccare quota 75-80%» ha riportato Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione, durante il Giorno della Previdenza 2024. E guardando agli under 35 il quadro è ancora peggiore: le iscrizioni sono inchiodate al 18%.
Il costo della sanità in Italia ha raggiunto quota 176 miliardi, di cui 130 relativi al servizio sanitario nazionale. Che però non bastano, «tanto che i cittadini versano di tasca loro 40 miliardi l’anno». Una cifra di cui appena 5 miliardi sono intermediati da fondi, assicurazioni o mutue ha condiviso Danilo Ariagno, presidente Mutua Diritto e Salute, durante il Giorno della Previdenza 2024. Lo Stato a livello sanitario non può «fare più di quello che sta facendo» e con la crescente incertezza economica e l’allungamento della vita media dei cittadini i costi da affrontare saranno ancora maggiori. Per questo è ancora più importante da un lato «cercare di gestire e contenere nel modo giusto a livello centrale» il sistema sanitario privato che può «divenire un grande supporto». E nondimeno introdurre sempre di più l’assistenza integrativa nei pacchetti di benefit ai dipendenti. Se «fino a una decina di anni fa i lavoratori non erano propensi, adesso l’interesse cresce», ha aggiunto Ariagno. Per le casse professionali la combinazione tra previdenza complementare e tutela della salute rappresenta una risposta efficace alle esigenze degli iscritti, soprattutto in un periodo di forte cambiamento del mercato del lavoro.
L’Inps non è sinonimo di pensioni. «Il nostro core business è fornire servizi a regola d’arte per tutti i cittadini. Serviamo circa 52 milioni di utenti, l’87% della popolazione italiana, attraverso 440 prestazioni socio-assistenziali». Lo ha sottolineato Gabriele Fava, presidente dell’Inps, nel suo intervento al Giorno della Previdenza, che chiude la tre giorni di Festival delle Assicurazioni di Milano Finanza. Davanti al calo delle nascite e dell’aumento delle aspettative di vita per gli italiani, dunque alla «prospettiva che ci saranno più pensionati che lavoratori», la sfida per il sistema pensionistico tricolore è «la sostenibilità». L’unica ricetta possibile è «aumentare la base occupazionale quindi serve un nuovo patto concreto, serio e responsabile con il tessuto produttivo, ossia le imprese che sono i protagonisti che creano contribuenti e così contributi».Nella pratica lo Stato dovrebbe supportare solo le imprese che «assumono e offrono migliori stipendi, considerando la necessità della produttività, contribuendo all’equilibrio del sistema».
Entro il prossimo 17 ottobre gli Stati membri dovranno recepire la direttiva Ue 2022/2555 (la direttiva Nis2). L’Italia, in anticipo sui tempi dettati dal legislatore europeo, ha recepito la direttiva Nis2 con un decreto legislativo approvato ad agosto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1° ottobre 2024 (decreto legislativo n.138 del 4 settembre 2024: il decreto Nis2), che entrerà in vigore il 17 ottobre prossimo.Finora la sicurezza delle reti e dei sistemi informatici era regolata dalla cosiddetta direttiva Nis (Ue 2016/1148), che lasciava ampio spazio di intervento alle normative di recepimento degli Stati membri. Il risultato era una certa disomogeneità nella regolamentazione locale adottata dai diversi Stati, con conseguente aumento dei costi per le società multinazionali che operano in più giurisdizioni e l’assenza di un livello minimo comune di cybersicurezza. Per questo la direttiva Nis2 si propone di garantire uno standard minimo e omogeneo di sicurezza delle reti e dei sistemi informatici a livello europeo.

Il welfare integrativo non rientra nel tetto alla spesa del salario accessorio. La Corte dei conti è riuscita, finalmente, a dirimere la querelle interpretativa, che ha diviso per molto tempo le Sezioni regionali di controllo, alcune propense a ritenere che appunto il welfare non incontrasse le restrizioni poste al salario accessorio, e altre, invece, convinte della necessità di una lettura più restrittiva.

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Dieci vittime, inondazioni in vaste aree, tre milioni di abitanti senza elettricità: danni estesi ma non la catastrofe immaginata quando Joe Biden aveva parlato di «tempesta del secolo« e il governatore della Florida, Ron DeSantis, aveva disegnato scenari da incubo. Il timore di un altro uragano disastroso come quello di due settimane fa, Helene (230 morti e ancora decine di dispersi), o addirittura peggiore, si è dissolto nella notte quando Milton ha raggiunto la costa occidentale della Florida più a Sud del previsto (salva la principale metropoli dell’area, Tampa) con una potenza ridotta: venti da oltre 250 chilometri all’ora della categoria 5 raggiunta sul Golfo del Messico scesi a categoria e 3 e poi 2, appena toccata la costa ( con venti a 160 chilometri all’ora). Milton ha provocato inondazioni ma le prime vittime sono state causate non dall’uragano in sé ma da un fenomeno a esso collegato: decine di tornado (ne sono stati censiti 48) generati da sbalzi delle temperature all’interno dell’uragano e dal calore emanato dal mare (l’acqua del Golfo del Messico ha raggiunto i 31 gradi). Questi «twister» di ampiezza limitata e di breve durata, ma molto potenti e veloci, si sono abbattuti sulla costa ancora prima dell’uragano provocando devastazioni spaventose in aree molto circoscritte: uno di questi tornado ha investito la Spanish Lake Community, una comunità per anziani di Fort Pierce, distruggendo 125 case e uccidendo quattro residenti.
Le denunce d’infortunio presentate all’Inail nei primi otto mesi del 2024 sono state 386.554 (+0,9% su anno), con l’aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti in itinere. L’istruzione è il settore con l’incremento maggiore (+47,6%). Le morti sul lavoro state 680, con 23 vittime in più rispetto al 2023.

Le nuove polizze catastrofali obbligatorie per le imprese saranno uno strumento utile alla copertura dei rischi delle attività produttive solo se saranno fatte estensioni dell’assicurazione ad altri rischi rispetto a quelli previsti dalla nuova legge. La norma introduce l’obbligo di copertura contro terremoti, frane e alluvioni. Purtroppo stipulare contratti incentrati solo su questi rischi non proteggerà del tutto le imprese. È uno degli aspetti emersi ieri in occasione dell’evento “Cultura della prevenzione e business continuity” organizzato ieri da Confindustria Piccola Industria e dal Dipartimento della Protezione civile. Roberto Giarola, direttore ufficio per il coordinamento dell’attività giuridica della Protezione Civile, ha evidenziato come in molti casi per far scattare l’indennizzo è necessario che «l’esistenza del danno sia dichiarata» da un provvedimento pubblico. Il testo definitivo del decreto attuativo della norma inserita nella Finanziaria dello scorso anno ancora non è noto. Ma, in effetti, in una delle ultime versioni circolate si precisa che nel caso di alluvioni, i beni protetti si devono trovare in aree «come delimitate dai provvedimenti assunti dalle autorità competenti».
Per la prima volta, nel 2024 Allianz è entrata a far parte dei 30 marchi di maggior valore al mondo, salendo di due posizioni e collocandosi al 29esimo posto nella classifica Best Global Brands stilata da Interbrand. Per il sesto anno consecutivo Allianz è stata anche riconosciuta come il brand di maggior valore nei servizi finanziari, con un valore del marchio salito a 23,5 miliardi di dollari (dai 20,85 miliardi del 2023), il 7% in più rispetto alla crescita registrata dal settore dei servizi finanziari. Inoltre, la società si è classificata settima nella certificazione Fortune 100 Best Companies to Work for in Europe. A livello mondiale, 52 società del Gruppo Allianz sono già certificate, mentre 16 sono attualmente inserite tra le migliori dei rispettivi Paesi.