Nel primo trimestre del 2024, l’export agroalimentare italiano continua a dimostrarsi un pilastro fondamentale per il Made in Italy, con un incremento del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo ha portato a un valore di esportazioni vicino ai 7,1 miliardi di euro, con una crescita di 441 milioni di euro. L’export agroalimentare italiano è in netta controtendenza rispetto ai distretti manifatturieri, che registrano una lieve contrazione del 2,7%, si legge in una nota di Asacert.

I comparti che hanno contribuito maggiormente alla crescita

Il comparto che ha contribuito maggiormente a questa crescita è quello dell’olio, con un aumento del 65%. Tutti e tre i distretti oleari monitorati hanno registrato performance positive: +71,7% per l’olio toscano, +44,2% per l’olio umbro e +55,4% per l’olio del distretto barese. Le previsioni per la campagna 2023-2024 indicano una ripresa produttiva del 20%, dopo la forte riduzione registrata nell’annata precedente.

Il comparto del vino ha ottenuto un incremento del 2,4%, raggiungendo un valore di export superiore a 1,5 miliardi di euro. I vini del veronese e dei colli fiorentini e senesi hanno visto crescite significative, rispettivamente del 11,6% e del 7,4%. Il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene è rimasto stabile (+0,4%), mentre i vini di Langhe, Roero e Monferrato hanno subito una leggera contrazione (-2%).

Per quanto riguarda la pasta e i dolci, il settore ha seguito il trend positivo del 2023, con una crescita del 4,4% nel primo trimestre del 2024. Il distretto dei dolci di Alba e Cuneo ha contribuito notevolmente a questo risultato, con un incremento del 18,9%. Tuttavia, i comparti pasta e dolci dei distretti campani hanno registrato una forte contrazione, con il settore alimentare napoletano in calo del 33,2% e quello di Avellino del 22,6%.

Nonostante le condizioni climatiche avverse, l’ortofrutta romagnola ha chiuso il primo trimestre del 2024 quasi invariata (-0,2%). Di rilievo è la performance delle mele dell’Alto Adige, che ha segnato un +16,9%, mentre il comparto delle nocciole e della frutta piemontese ha subito un calo del 17,8%. Nel settore delle conserve, la crescita è stata dell’8,4%, trainata dal distretto delle conserve di Nocera (+10,5%) e dal comparto delle conserve dell’alimentare di Parma (+28%).

Nel settore lattiero-caseario, si registrano risultati contrastanti. Il principale distretto, quello della Lombardia sud-orientale, ha subito un lieve calo del 3,7%, mentre la mozzarella di bufala campana ha visto una riduzione del 10,3%. In controtendenza, il distretto lattiero-caseario parmense ha registrato un aumento del 36%.

Nel comparto delle carni, l’export è cresciuto del 6,1%, con performance significative da parte dei salumi di Parma (+17,6%) e dei salumi del modenese (+8,8%).

I principali mercati per i beni alimentari italiani

La Germania si conferma il principale mercato per i distretti agroalimentari italiani, con una crescita del 4,2%. Le esportazioni verso gli Stati Uniti sono aumentate del 17,2% dopo il calo del 2023, e quelle verso Francia (+1,9%) e Regno Unito (+0,8%) mostrano segnali di ripresa. Le economie emergenti, che rappresentano il 20% delle esportazioni, hanno registrato un progresso del 10,1%, con Polonia (+10,3%) e Romania (+17,5%) in forte crescita. Da segnalare anche il recupero della Cina (+6,9%) e della Russia (+44,7%).