Nelle ultime settimane le golf car sono uscite dai campi verdi a 9 o 18 buche e hanno invaso le strade di Roma. Con la possibilità di ospitare a bordo fino a otto persone, i piccoli veicoli elettrici possono raggiungere ogni angolo della ZTL, visto che il Codice della Strada, all’articolo art.83 comma 1 e come ribadito da un decreto del MIT del 1994 e da due sentenze del Consiglio di Stato, consente a “enti pubblici, imprenditori, collettività” di svolgere un servizio di trasporto di persone per il soddisfacimento di necessità attinenti alla loro attività principale.

Il problema è che, considerato il numero di alberghi, strutture ricettive, tour operator presenti a Roma, la loro diffusione è diventata ormai un caso, con evidenti conseguenze in termini di sicurezza.

Per poter utilizzare un golf car sulle strade, serve una golf car omologata, cioè con targa e assicurazione Rc Auto. I veicoli elettrici omologati per la circolazione stradale hanno tutti gli accessori di sicurezza per la circolazione stradale: cinture di sicurezza, specchietti retrovisori, frecce, clacson e serve la patente B per poterli guidare perché sono omologati come quadricicli pesanti L7.

Per il Campidoglio un rompicapo di non facile soluzione. L’assessore alla mobilità del Comune di Roma, Eugenio Patanè, ha sottolineato all’agenzia La Presse tutta la sua preoccupazione per l’impennata di golf car circolanti sulle strade, con annesse buche, di Roma. “Si tratta di veicoli omologati e quindi il problema non è del Comune ma della normativa complessiva. Va rivisto l’articolo 85 del Codice della Strada e il decreto ministeriale, e quei mezzi vanno equipaggiati con maggiori dotazioni”, considerando che mediamente si muovono “in una situazione di congestione stradale”.

Inoltre, essendo uno strumento turistico, le golf car non rientrano nella legislazione del trasporto pubblico, “ma in quella nazionale derivante dal codice strada e dal decreto del Mit del 1994 così come interpretato da alcune sentenze del Consiglio di Stato. Questa normativa consente a enti pubblici, imprenditori e collettività di svolgere un servizio di trasporto di persone per il soddisfacimento delle necessità attinenti alle loro attività principali”, chiarisce Patanè.