Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

logoitalia oggi7

Tensioni creditizie in arrivo per le imprese italiane. Il numero di crediti deteriorati previsti da qui a fine anno potrà riportarsi sugli stessi livelli di quelli registrati durante la crisi finanziaria del 2007-2008. Un dato ancora lontano dai picchi del biennio 2012-2013 (quando si arrivò a toccare il 7,5%) ma certamente sintomo di una situazione di rischio.
Il tasso di default medio delle società di capitali, che a fine 2023 si era fermato al 2,6%, dovrebbe salire a fine 2024 portandosi al 3,3%. L’allarme è contenuto nell’ultimo Osservatorio sulle imprese realizzato da Crif secondo cui il settore più a rischio dovrebbe essere quello del turismo (+3,9%). Seguono trasporti e logistica (3,6%), commercio al dettaglio (3,3%), costruzioni (3,2%) e commercio di autoveicoli (3,1%). Mentre i settori più resilienti in termini di crescita della rischiosità sono quelli della consulenza (1,8%) e del farmaceutico (2,1%). In questo panorama, il mondo delle imprese sembra soffrire anche di un calo sistemico dei finanziamenti. Nei primi tre mesi dell’anno i prestiti hanno fatto segnare una contrazione del 7,5% rispetto allo stesso periodo del 2023.
Adeguata verifica estesa a operazioni occasionali pari a 10 mila euro; Ced non tenuti a obblighi antiriciclaggio nei casi in cui gli stessi non provvedano alla consulenza fiscale. Sono alcune delle novità introdotte dal regolamento europeo “relativo alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea, serie L, del 19 giugno scorso, in vigore dal 9 luglio 2024 e si applicherà a decorrere dal 9 luglio 2027 in quanto direttamente applicabile in ciascuno Stato. Fra i professionisti (revisori dei conti, contabili esterni e consulenti tributari, nonché qualunque altra persona fisica o giuridica, compresi liberi professionisti legali come gli avvocati), saranno tenuti ad assolvere gli obblighi antiriciclaggio coloro che si impegnano a fornire, direttamente o indirettamente, aiuto materiale, assistenza o consulenza in materia fiscale (e non come oggi previsto in Italia, attività in materia di contabilità e tributi) quale attività imprenditoriale o professionale principale. Vengono poi inseriti fra i soggetti obbligati anche i “fornitori di servizi di crowdfunding e intermediari di crowdfunding”, “le società di partecipazione mista non finanziaria”, “agenti calcistici” e le “società calcistiche professionistiche” (non piccole), gli “intermediari del credito ipotecario e al consumo”
I metadati delle caselle assegnate ai dipendenti possono essere tenuti per 21 giorni. La conservazione ulteriore deve essere contrattata con i sindacati o autorizzata dall’ispettorato del lavoro (articolo 4, comma 1, della legge 300/1970): in mancanza, scattano le sanzioni del Garante della privacy (per violazione del Gdpr, regolamento Ue n. 2016/679) e quelle penali (per violazione dell’articolo 4 della legge 300/1970). A stabilirlo è il provvedimento del Garante n. 364 del 6/6/2024, che ha ribadito un proprio vecchio orientamento (risalente almeno al provvedimento n. 303 del 13/7/2016). Anzi, il precedente indirizzo era ancora più severo, perché limitava a 7 giorni il termine di conservazione dei metadati senza necessità degli adempimenti previsti dall’articolo 4 citato.
Paga la banca per l’Iban sbagliato. L’istituto deve aiutare il vero beneficiario del bonifico a individuare a chi è andato in concreto il pagamento eseguito con l’identificativo unico errato. È vero, non rientra tra gli obblighi dell’ente di credito verificare sempre che siano corrette le informazioni fornite dall’utente, ma sull’intermediario finanziario grava comunque la responsabilità da “contatto sociale qualificato” nei confronti del beneficiario del bonifico rimasto insoddisfatto perché l’indicazione dell’iban si è rivelata inesatta: la banca, dunque, deve dimostrare di avere eseguito l’operazione disposta dall’ordinante adottando tutte le cautele necessarie per evitare errori nell’individuare il destinatario del pagamento. Oppure di essersi almeno adoperata per consentire all’interessato di rintracciare chi ha in concreto ottenuto l’accredito senza titolo, fornendo al vero avente diritto i dati anagrafici o societari: sul punto, infatti, non c’è privacy che tenga. Diversamente si troverà obbligata a pagare. Così la Corte di cassazione civile, sezione prima, nell’ordinanza 17415 del 25/6/2024.
Il lavoratore in pensione che sia titolare di un trattamento pensionistico complementare sconta sullo stesso ritenute in misura ordinaria se risulta un cosiddetto “vecchio iscritto” a cui non si applica la tassazione agevolata, ex art. 11 comma 6, del dlgs n. 252/2005, in vigore dal 1° gennaio 2007. Lo afferma la Cgt di II grado del Lazio nella sentenza n. 719/2024, depositata lo scorso 31 gennaio.
I lavoratori muoiono a causa del cambiamento climatico. L’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) stima che il calore eccessivo sia responsabile di circa 22,85 milioni di infortuni sul lavoro ogni anno. Oltre 300.000 persone perdono la vita a causa dell’avvelenamento da pesticidi, mentre l’inquinamento dell’aria sul posto di lavoro causa oltre 860.000 morti ogni anno. Il cambiamento climatico sta già trasformando il mondo del lavoro, portando con sé nuove sfide per la sicurezza e la salute dei lavoratori in tutto il pianeta. Le protezioni globali sulla sicurezza e salute sul lavoro (SSL) non sono riuscite a tenere il passo con i rischi in evoluzione derivanti dal cambiamento climatico, sottolinea l’Ilo in un rapporto pubblicato in occasione della Giornata Mondiale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro 2024, portando a un aumento della mortalità e morbilità tra i lavoratori.
Quasi due milioni di italiani, nell’ultimo anno, sono stati vittima di frodi e raggiri mentre, in autonomia, grazie a piattaforme digitali, stavano organizzando le proprie vacanze. Oltre al risparmio, infatti, in rete è possibile incappare in truffe relative a case, bed and breakfast e hotel, soprattutto su canali online come portali e social network. Può capitare per esempio che la struttura non esista, o che sia già occupata. Il danno stimato? Di 643 milioni di euro. Secondo l’indagine commissionata dal portale di comparazione Facile.it a mUp Research e Bilendi, nell’ultimo anno 1,8 milioni di italiani sono incappati in una truffa mentre stavano prenotando una vacanza. Il danno complessivo stimato è pari, sempre secondo l’indagine, a 643 milioni di euro, ma quasi un truffato su 2 non è riuscito a recuperare i soldi persi.

Repubblica_logo

L’avanzo più alto nella storia dell’Inail: 3,1 miliardi. È quanto racconta il bilancio consolidato del 2023 dell’Istituto di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, approvato venerdì dal Consiglio di amministrazione. Un record che trascina un altro record: oltre 41 miliardi nel conto di Tesoreria, il salvadanaio dello Stato alimentato soprattutto da Inail. Più soldi ci sono lì, meno debito si deve fare. Meno debito significa meno aste di Btp. Ai tassi attuali, un bel risparmio per il ministro Giancarlo Giorgetti. Ma anche un’anomalia. Il maxi tesoretto Inail sorregge i conti pubblici, serve la Nazione. Molto meno la missione per cui è nato: prevenire malattie, infortuni e morti sul lavoro. Cresciuti ancora del 2-3% nei primi cinque mesi, come la stessa Inail ha appena certificato.
Il 62% degli italiani nell’ultimo anno si è accorto di essere stato vittima di fake news, cioè aver creduto come vere notizie poi rilevatesi false e veicolate nel web, ed il 55% di essere incappato in un contenuto deep fake, cioè video manipolati in cui con l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale si camuffa la voce di un personaggio pubblico, ovviamente a sua insaputa. Sempre più chiaro agli italiani è che queste operazioni hanno obiettivi politici come dimostra il fatto che la maggioranza individua nella Russia la più probabile responsabile delle notizie “artefatte”.

aflogo_mini

 

Il 2023 sarà ricordato come un anno davvero speciale per le banche e per le assicurazioni. Sia le une che le altre, infatti, hanno raggiunto una redditività record e lo hanno fatto simultaneamente, come mai era accaduto in anni recenti. Secondo la Banca d’Italia, il Return on equity (Roe) delle imprese creditizie ha raggiunto la percentuale del 12,3%, mai vista nell’ultimo decennio. Secondo l’Ivass, il Roe delle compagnie è arrivato al 10,5%: un successo per molti versi inatteso dopo il misero 3,2% del 2022, un annus horribilis segnato dalla crisi di Eurovita e dalla fuga dalle polizze vita. E un dato solo terzo nell’ultimo decennio dopo il 2019 (12,3%) e il 2010 (11,6%).
Banche o assicurazioni? Dopo il boom dell’ultimo anno e mezzo, i gestori di fondi comuni si sono messi a studiare le prospettive e stanno iniziando a cambiare le proprie strategie di investimento sui titoli finanziari. A muoversi in anticipo è stata Fidelity, che da qualche settimana è tornata a sovrappesare le società attive nella raccolta del risparmio gestito e ha ripreso a investire sulle assicurazioni, andando invece a sottopesare il settore bancario, nonostante stia continuando a guidare il listino a Piazza Affari.
Secondo la ricerca di Capgemini AI e tecnologia insieme saranno la nuova frontiera del biomedicale e dell’assistenza a distanza. Il nostro Paese sta recuperando terreno pur restando ancora indietro: solo il 24% degli intervistati ritiene la propria struttura matura nel settore
“Le aziende che registrano livelli elevati di soddisfazione da parte del personale tendono a essere più profittevoli della media e – nel caso delle quotate – a generare elevate performance nel tempo”. È la conclusione alla quale arriva uno studio condotto da Jan-Emmanuel De Neve e George Ward, professori dell’Università di Oxford, e da Micah Kaats, dell’Università di Harvard. Un’analisi su basi scientifiche che consente di superare il classico “vorrei, ma non posso” che spesso frena imprenditori e top manager, i quali sono consapevoli dei benefici derivanti dal welfare aziendale, ma al tempo stesso sono frenati dalla carenza di budget e dalla difficoltà di stimare i ritorni di queste iniziative sugli economics dell’impresa.

corsera

Il decreto Meloni propone misure già previste e mai attuate. Unica vera novità: medici e infermieri beneficeranno di un’agevolazione fiscale del 15% sui compensi per le prestazioni aggiuntive. Il medico che oggi prende 100 euro lorde l’ora, di fatto, è come se ne prendesse 150. La misura costerà in 3 anni (2025-2027) 491,7 milioni di euro, sempre a carico del Fondo sanitario nazionale. Il decreto si concentra sull’obiettivo di produrre più prestazioni, ma non interviene sull’appropriatezza: nel 2023 le prescrizioni delle prime visite sono aumentate del 31% rispetto al 2019 e quelle delle risonanze magnetiche del 38% (dati Agenas). Resta il fatto che oggi gli italiani per superare le liste di attesa spendono di tasca loro per le visite ambulatoriali e gli esami diagnostici oltre 8 miliardi all’anno (dati Cergas-Bocconi). Basta questo per capire che senza importanti nuovi finanziamenti al Ssn non si va tanto lontano

Il 2023 si è chiuso in modo abbastanza positivo per il mondo delle polizze. Le imprese del ramo Vita hanno raccolto circa 91 miliardi di euro, registrando un calo del 3,5%, mentre il settore Danni ha segnato una crescita dell’8,9%. In Italia si comincia a percepire qualche segno di risveglio e l’intelligenza artificiale è destinata nei prossimi anni a giocare un ruolo fondamentale in un settore che ha bisogno di trasformazioni che consentano un reale efficientamento. Entro fine anno saranno investiti molti milioni che si concentreranno maggiormente nelle componenti sales e marketing, dove l’Ai sarà utilizzata per educare consumatori e intermediari. La vera sfida per tutto il settore è però il cambiamento climatico. Nel 2023, l’industria assicurativa mondiale ha pagato quasi 100 miliardi di euro per sinistri legati a catastrofi. In Italia si è registrato il massimo storico: oltre sei miliardi, di cui 5,5 miliardi causati da eventi atmosferici e 800 milioni dalle alluvioni in Emilia-Romagna e in Toscana.
Nelle prossime settimane l’esecutivo dovrà presentare il disegno di legge annuale sulla concorrenza per il 2024, rispettando così l’impegno, assunto con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), di predisporre ogni dodici mesi il provvedimento con le principali misure utili alla rimozione degli ostacoli che danneggiano o limitano la libera competizione.  Le poche certezze sul nuovo ddl concorrenza, dove dovrebbero avere un rilievo le segnalazioni e le raccomandazioni dell’Antitrust, le ha anticipate finora il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il primo ambito di intervento riguarda il settore assicurativo, in particolare nel comparto Rc Auto. «Nel disegno di legge Concorrenza, che presenteremo in Consiglio dei ministri, prevedremo misure che potranno semplificare una serie di processi a beneficio degli assicurati, grazie a procedure più snelle per il trasferimento da una compagnia all’altra, con effetti positivi sui prezzi delle polizze. In tal senso — ha spiegato Urso all’assemblea dell’Ania —, nel disegno di legge prevedremo anche misure che consentiranno agli assicurati, nelle more della piena interoperabilità, di trasferire i dati contenuti nelle “scatole nere”, pur cambiando compagnia».
Sperimentato in Italia come un servizio che funziona, adesso Dottor Grandine sbarca in Spagna (dove si chiamerà Doctor Granizo). Non è una polizza assicurativa, piuttosto un modello di intervento che scatta in caso di calamità naturali a coprire l’intera filiera dell’automobile, con vantaggi per l’assicurato, le carrozzerie, le compagnie di assicurazione. Si tratta di uno dei tanti, e tra i più redditizi, progetti lanciati da MSA Mizar, società milanese che dal 1979 garantisce attività in outsourcing per le compagnie nel ramo Rc auto. Lo scorso anno il gruppo ha trattato 150 mila sinistri, arrivando a chiudere il bilancio con un fatturato a quota 75 milioni di euro, in aumento del 15% sull’anno prima e 430 dipendenti. Rimane alto l’investimento (2,5 milioni) sulle nuove tecnologie come l’attenzione per possibili acquisizioni in Europa: oggi MSA Mizar è presente in otto Paesi (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Belgio, Albania, Romania) ma Giovanni Campus, ceo e azionista, considera «interessanti» anche Germania e Polonia. «Dobbiamo muoverci con la logica dei passi da bimbo: consolidiamo la presenza dove già siamo e spingiamo sul business».