Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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La grande riorganizzazione delle Generali con l’eliminazione di alcuni doppi livelli è stata varata a metà aprile ed è entrata in vigore a inizio giugno. Ma sono ancora senza collocazione Giovanni Liverani e Carlo Trabattoni, due top manager della compagnia assicurativa da oltre 36 miliardi di capitalizzazione. Il primo è lo storico capo della Germania che a fine 2022 il ceo Philippe Donnet aveva promosso a capo dell’ex business unit Dach, con la supervisione del business in Germania (secondo mercato delle Generali), Austria e Svizzera. Il secondo invece – che è anche presidente di Assogestioni – è l’ex numero uno della business unit asset & wealth management, una delle aree chiave del Leone. Per consentire una maggiore presa del nuovo ceo insurance Giulio Terzariol sui singoli Paesi, sono state eliminate le aree intermedie Dach e International.
  • Verti
In merito all’articolo «Verti perde ancora ma rilancia» (MF, 18 giugno 2024), Verti Assicurazioni smentisce che tra i consulenti coinvolti nella definizione di una nuova strategia della compagnia ci sia McKinsey.

Grandine e vento, insieme alle alluvioni, sono gli eventi climatici estremi che maggiormente hanno caratterizzato il 2023 e hanno condizionato l’agricoltura italiana. Lo rileva Ismea nel rapporto sulla gestione del rischio in agricoltura che evidenzia come la grandine, fenomeno generalmente localizzato, si sia presentata con una diffusione e un’intensità particolarmente anomala. Anche il vento forte ha colpito con relativa frequenza buona parte del territorio italiano. Tendenza climatica questa, che potrebbero comportare, in alcuni comparti o territori colpiti, inasprimenti dei costi e delle condizioni contrattuali delle polizze per le prossime campagne assicurative.
Metà delle imprese con almeno 50 milioni di euro di fatturato hanno registrato un aumento o una invarianza dell’utile netto rispetto al fatturato e l’altra metà un’erosione, ma soltanto tre produttori hanno registrato una perdita d’esercizio contro le cinque del 2022. L’anno scorso l’Industria italiana del vino ha giocato in difesa, ma ha dimostrato di aver scelto la tattica giusta per contrastare il calo di redditività. E’ questa la sintesi dell’ultima indagine condotta dall’area studi Mediobanca sui bilanci 2023 delle aziende top del vino.

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«Siamo preoccupati, cominciamo a vedere segnali di rallentamento nei pagamenti alle imprese, è qualcosa che abbiamo già visto in passato», a dirlo è la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio. Un allarme corredato dalla segnalazione di un ulteriore rischio: lo stop al Superbonus lascia 7 miliardi di lavori fermi con lo spettro che nelle città sorgano veri e propri «scheletri urbani». Un quadro in cui si inserisce il rapporto di Bankitalia sull’impatto economico del Bonus facciate e del Superbonus, calcolato in «170 miliardi nel periodo 2021-23 (il 3% del Pil in media d’anno)», ma con «benefici per l’economia in termini di valore aggiunto più bassi rispetto ai costi sostenuti per le agevolazioni».
Nato nel 2017 il progetto Ania Cares, su impulso della Fondazione Ania e creato in collaborazione con la polizia di Stato e con il dipartimento di Psicologia Sapienza università di Roma: supportare le vittime di incidenti stradali, siano esse dirette o indirette, ossia i familiari, gli amici, in generale il mondo degli affetti che ruota attorno a chi ha subito un incidente. L’obiettivo è quello di trovare soluzioni che possano offrire e favorire una rielaborazione del trauma, cercando di far affrontare quella che spesso è una ferita non rimarginabile, come la perdita di un congiunto. Fin dalla sua nascita nel 2004, la Fondazione Ania, con il segretario generale Umberto Guidoni si è sempre spesa con progetti e iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sicurezza stradale, collaborando con il settore pubblico. L’ambizione ora è quella di allargare ancora di più la rete di supporto, aumentare i territori coperti e creare una sinergia con il settore pubblico.

Tutta in contanti senza l’emissione di nuove azioni. Dunque con un assetto societario immutato, una Solvency stabile e solida, una liquidità in discesa ma pur sempre rotonda. Sono questi i termini chiave con cui si chiuderà nei prossimi giorni l’operazione di riassetto della galassia Unipol-UnipolSai. Chiusura propedeutica alla definitiva integrazione delle due realtà, entro la fine dell’anno, sotto il cappello di Unipol Assicurazioni favorendo così sinergie di costi, una governance più snella, una posizione di capitale forte e una migliore gestione delle risorse disponibili e del funding. Tasselli, questi ultimi, che secondo il mercato potrebbero poi generare eventuali ulteriori opportunità di crescita. Come quella che si potrebbe venire a creare se Mps dovesse mai decidere di sciogliere l’asse con Axa.
I soggetti che rilasciano le certificazioni tecniche sono tenuti a dotarsi di idonee coperture assicurative. Lo scopo esplicitato nella bozza di decreto attuativo del piano Transizione 5.0 è mantenere indenni le imprese in caso di errate valutazioni di carattere tecnico o di non veridicità delle certificazioni da cui deriva la decadenza dal beneficio. La polizza deve avere un massimale adeguato al numero delle certificazioni rilasciate e agli importi dei benefici derivanti dai progetti di innovazioni cui si riferiscono le certificazioni. Mentre l’importo da assicurare è desumibile dai fondi richiesti, la durata della polizza sembra dover andare oltre la conclusione della prestazione del tecnico. Relativamente ai consumi, infatti, l’impresa decade dal diritto all’utilizzo del credito se, fino al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello di completamento del progetto, non assicura il livello di riduzione dei consumi energetici conseguito (all’inizio teoricamente) dal progetto di innovazione.