Secondo un nuovo report di S&P Global Ratings che analizza l’impatto dell’aggiornamento alla direttiva Solvency II sul settore assicurativo europeo, gli assicuratori UE potrebbero ottenere sgravi patrimoniali fino a 80 miliardi di euro entro il 2027, previa implementazione definitiva.

Lo scorso 23 aprile il Parlamento europeo ha approvato infatti gli aggiornamenti della direttiva Solvency II.  Gli Stati membri recepiranno l’aggiornamento nella legislazione nazionale nei prossimi due anni; a quel punto, sono gli assicuratori del ramo Vita che dovrebbero ricevere i maggiori benefici.

Nel 2020, l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) aveva stimato che i coefficienti di Solvency II avrebbero potuto diminuire di circa 20 punti percentuali (ppt) dopo l’attuazione della revisione; dopo l’aggiornamento, S&P Global Ratings prevede ora che il settore assicurativo beneficerà fino a 25 ppt su base aggregata. Secondo le stime di base dell’agenzia di rating, il settore potrebbe beneficiare di un alleggerimento totale del capitale fino a 80 miliardi di euro nel periodo 2026-2027, una volta che gli Stati membri dell’UE avranno attuato l’aggiornamento.

L’aumento dei tassi di interesse è alla base di questo risultato positivo. L’aggiornamento di Solvency II prevede diverse misure per alleggerire i requisiti patrimoniali, ma il divario tra le stime iniziali e il risultato finale è in gran parte dovuto alla sensibilità dei coefficienti di Solvency II a tassi di interesse molto bassi. Se i tassi di interesse dovessero ripetere l’andamento “basso per più tempo” visto tra il 2015 e il 2021, gran parte del potenziale alleggerimento del capitale potrebbe svanire.

EIOPA aveva inizialmente proposto le misure di alleggerimento nel 2020, per compensare l’inasprimento delle norme che avrebbe avuto un impatto molto negativo sulle assicurazioni vita. I responsabili politici europei hanno successivamente ampliato le misure di alleggerimento per incentivare gli assicuratori a effettuare maggiori investimenti azionari a lungo termine nell’economia. L’obiettivo era quello di sostenere le prospettive di crescita del PIL e di attrarre nuove fonti di finanziamento per i progetti infrastrutturali di transizione energetica.

Le due misure che inaspriscono i requisiti patrimoniali sono l’eliminazione della soglia minima dello 0% per la calibrazione degli oneri per il rischio di tasso d’interesse e il ricalcolo parziale del tasso di sconto a lungo termine. L’impatto di queste misure è stato attenuato dal forte aumento dei tassi di interesse dal 2020. Pertanto, S&P non prevede più un impatto significativo sui coefficienti di solvibilità degli assicuratori europei.

Secondo i dati EIOPA, alla fine del 2022, il capitale regolamentare aggregato disponibile nel settore assicurativo europeo ha superato i 1.000 miliardi di euro. Questa cifra esclude i settori assicurativi del Regno Unito e della Svizzera, che operano in base a quadri normativi diversi. Su questa scala, lo sgravio di capitale stimato fino a 80 miliardi di euro su base aggregata è considerevole, ma non critico.
Tuttavia, gli assicuratori con linee long-tail, soprattutto quelli del ramo vita, potrebbero ricevere la maggior parte dei benefici dalle misure di alleggerimento.

Secondo S&P, il coefficiente di solvibilità degli assicuratori difficilmente verrà influenzato fino al 2026. La stima che gli assicuratori potrebbero vedere 80 miliardi di euro di sgravi di capitale entro il 2026-2027 è lo scenario di base. Nel lungo termine, tuttavia, questo alleggerimento del capitale è incerto: le prospettive di crescita strutturalmente bassa nella maggior parte dei paesi europei potrebbero creare una tendenza al ribasso dei tassi di interesse a lungo termine.

Dato che i coefficienti regolamentari diventeranno più sensibili a scenari di bassi tassi d’interesse, gli sgravi patrimoniali verrebbero meno se i tassi dovessero scendere sotto l’1%.

Se gli assicuratori approfitteranno degli sgravi patrimoniali per aumentare in modo sostanziale i pagamenti dei dividendi agli azionisti e investire maggiormente in azioni, i loro buffer di capitale secondo il modello patrimoniale di S&P potrebbero ridursi, anche se al momento tale effetto non dovrebbe essere sufficiente a provocare azioni di rating negative.