Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Valgono 5 miliardi di euro e hanno vinto (almeno per ora) la battaglia con i canali digitali mantenendo ferme le loro quote di mercato e saldo il rapporto con i clienti. Sono gli agenti di assicurazione che rimangono saldamente al centro dei piani industriali delle compagnie mandanti che ne riconoscono il valore nonostante la spinta alla digitalizzazione. Anche per loro, però, le sfide non mancano. La prima riguarda la redditività delle loro agenzie, con i costi amministrativi e gestionali sempre più elevati che rendono più difficile far quadrare i conti. Mentre la seconda, forse più preoccupante e inevitabilmente legata alla prima, interessa la sopravvivenza stessa della categoria, con i giovani che non sembrano apprezzare particolarmente il mestiere di agente. Oggi gli intermediari assicurativi, tra società e persone fisiche, sono pari a circa 23 mila. Un numero che nell’ultimo triennio si è costantemente ridotto, con una riduzione media annua del 6,5%, e all’orizzonte non sembra esserci segnale di una possibile inversione di tendenza. La fotografia, approfondita e aggiornata, emerge dal primoreport sulle reti agenziali assicurative realizzato dal team insurance di EY
Continua la rivoluzione corporate targata Luca Luciani in casa Telepass, il gruppo del telepedaggio controllato da Mundys (al 51%) e partecipato (al 49%) dal private equity svizzero Partners Group. Spingere sul superamento del modello telepedaggio (sei clienti su 10 si abbonano ancora solo per il pagamento dell’autostrada senza fila al casello) e consolidare invece il gruppo della galassia Benetton come piattaforma della mobilità urbana, usata anche dai più giovani con il pacchetto pay per use. Telepass non è più soltanto la scatoletta Obu. L’app oggi consente di chiamare anche i taxi, pagare i parcheggi, le Ztl, il trasporto pubblico urbano, i monopattini, i treni, i traghetti, le polizze RcAuto e addirittura lo skipass.
Investire su aziende italiane una parte del risparmio nazionale. Non solo per volontà strategica, ma obbligatoriamente per legge. Si tratta della proposta lanciata da Davide Serra, fondatore e ceo di Algebris, ai microfoni di Class Cnbc e MF-Milano Finanza. «Sono per la libertà di mercato, ma il paradosso è che ormai il nostro risparmio viene investito ovunque tranne che nel nostro Paese», ha detto Serra. Per questo Serra chiede che, come succede in altri paesi, i gestori della previdenza siano obbligati a dedicare almeno il 5% degli investimenti in Italia. Una posizione forte e inattesa arrivata direttamente da un uomo di mercato. E che per questo ha fatto rumore. MF-Milano Finanza ha intervistato due esponenti della finanza e del risparmio italiani per capire quali possono essere i pro e i contro della proposta: Giovanni Natali, ceo di 4Aim sicaf e presidente di Assonext, e Riccardo Realfonzo, docente universitario e presidente uscente di Cometa.
Come rilanciare la previdenza complementare in un contesto evolutivo in cui l’inverno demografico che caratterizza l’Italia richiede un contributo sempre più fattivo di una architettura multipilastro? Può essere sicuramente utile approfondire le best practice attive nel sistema pensionistico italiano. Un esempio di interesse è rappresentato dal fondo pensione Fon.Te., il comparto di previdenza complementare del terziario guidato dal direttore generale Annamaria Selvaggio.
  • Risparmio Protetto per sonni tranquilli
Credemvita Risparmio Protetto (tariffa 60111) è un contratto di assicurazione sulla vita di
tipo rivalutabile, legato ad un mix di gestioni separate. La polizza prevede il pagamento di un premio unico iniziale di importo non inferiore a 15 mila euro, ma prevede anche eventuali premi aggiuntivi di importo non inferiore a 5 mila euro. La prestazione è determinata sulla base della rivalutazione dei premi investiti in due gestioni separate; si tratta delle gestioni Credemvita II e Credemvita III, e i premi versati verranno investiti al 50% in ciascuna delle due

Ai fini della sussistenza dell’interesse o vantaggio dell’ente per il reato associativo previsto dal decreto legislativo numero 231 del 2001, è necessaria una valutazione oggettiva rispetto ai reati-fine dell’associazione per delinquere commessi: rilevano infatti solo quelli ricompresi nel catalogo dei reati presupposto, in conformità con il principio di tassatività. Questo è quanto si ricava dalla motivazione della sentenza della Corte di cassazione penale (terza sezione) numero 11390 del 19 marzo 2024, che ha affrontato diverse tematiche in materia di responsabilità degli enti.

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I sintomi possono essere tanti, interessare più organi e per questo motivo vanno affrontati da specialisti diversi, creando centri interdisciplinari. Il Long Covid, secondo uno studio di Nature, ha colpito 65 milioni di persone nel mondo (che in Italia significa come minimo alcune migliaia di casi) ma il dato potrebbe anche essere più alto.
Innescano episodi di emicrania, mandano in ospedale le persone colpite da demenza o epilessia, peggiorano i sintomi di chi ha la sclerosi multipla e sarebbero responsabili anche di un aumento dei casi di ictus. Esiste una connessione tra cambiamenti climatici e patologie neurologiche. Potrebbero peggiorarle o talvolta addirittura provocarle. Solo ora si è iniziato ad esplorare il rapporto che ha con certi problemi di salute il mutamento delle temperature, sia verso l’alto che verso il basso, ma anche le variazioni di umidità e della pressione atmosferica.

Manca ormai poco per il delisting di UnipolSai, visto che la capogruppo Unipol ha ormai superato la soglia critica del 95% del capitale della compagnia assicurativa nel contesto della procedura di “sell out” in corso che terminerà il 21 giugno prossimo. A questo punto, il cosiddetto “squeeze out” (cioè il diritto di acquisto delle azioni residue) dovrebbe iniziare dopo il 28 giugno e di conseguenza, come spiegano gli analisti di Intermonte, la fusione tra Unipol e UnipolSai «si chiuderà entro fine anno come atteso».
Per la responsabilità solidale in caso di cessione di azienda occorre l’individuazione degli elementi che dimostrino l’esistenza della frode e la partecipazione dell’acquirente. Ad affermarlo è la Corte di cassazione con la sentenza n. 15948 depositata ieri. La vicenda trae origine da tre avvisi di accertamento notificati a un imprenditore che aveva acquistato la propria azienda da una società in liquidazione. Secondo l’Ufficio, sussisteva la responsabilità solidale dell’acquirente prevista dall’articolo 14 del Dlgs 472/1997 rispetto alle obbligazioni tributarie della società cedente per l’anno della compravendita e i due precedenti.

Una rivoluzione epocale, tipo Big Bang, sta investendo il settore assicurativo. Il driver, come del resto capita in tutti i settori (economici e non) è l’intelligenza artificiale (Ia). La conferma arriva anche dalla nuova ricerca realizzata da EY dal titolo “Claims (Re) generation: le potenzialità dell’Ia generativa nella gestione dei sinistri, tra benefici e rischi” che Plus24 è in grado di anticipare. Si tratta di un focus realizzato dalla società di consulenza, in collaborazione con Italian Insurtech Association (IIA). Lo studio, condotto su 25 player assicurativi tra cui compagnie, insurtech e broker preminenti nel mercato italiano, analizza i benefici e i rischi legati all’utilizzo dell’Ia generativa nel settore assicurativo e verrà presentato integralmente il 13 giugno durante l’evento “Beyond Claims & Costumer Centricity”. Il report si concentra principalmente sui processi legati alla gestione dei sinistri per analizzare in che modo i player stiano incorporando questa tecnologia per migliorare l’esperienza utente e massimizzare l’efficacia operativa nella gestione dei sinistri.
La parola definitiva sulla Ris (retail investment strategy) è affidata al prossimo Parlamento, per il quale si vota in questi giorni. Intanto però la questione inducement (ovvero il pagamento della consulenza come percentuale del costo dei prodotti finanziari, retrocessa dalle case prodotto alle reti di distribuzione e ai consulenti) in parte supera il rischio del ban, che aveva accompagnato la discussione iniziale. Resta però la questione dei costi. Tanto che l’Esma in un documento recente per rilanciare il mercato unico dei capitali ha proposto dei prodotti semplici con costi ridotti per i risparmiatori (si veda Plus24 della scorsa settimana). Secondo Giancarlo Sandrin, Head of Wholesale Distribution Southern Europe di LGIM: «Ci sono vari studi citati (tra cui uno della Fca che calcola un range di costi dall’1% al 3%) che indicano che una consulenza a parcella non è necessariamente meno costosa del modello a retrocessioni.