Le normative europee che riguardano direttamente o indirettamente il mondo assicurativo sono triplicate nell’arco degli ultimi 5 anni. L’Ania osserva che si è passati dai 21 testi del 2019 ai 63 del 2023, con diversi ambiti di applicazione. Una mole eccessiva che “non consente alle imprese di mettersi al passo e di adeguare il business model ai continui cambiamenti e, in alcuni casi, compromette la competitività dell’industria europea”.
L’associazione guidata da Maria Bianca Farina, in vista delle elezione europee, ha messo a punto un decalogo di proposte per la legislatura 2024-2029, tra il quale spunta la richiesta di uno stop alla pioggia di nuove regole. In Europa le assicurazioni hanno un peso rilevante che va loro riconosciuto. A fronte dei premi raccolti, gli assicuratori europei garantiscono prestazioni per risarcimento dei sinistri o eventi legati alla vita umana per oltre 1.000 miliardi all’anno e con investimenti per più di 10.000 miliardi sono il principale investitore istituzionale della UE.
Appare quindi motivata la richiesta di “una pausa legislativa” dell’Ania che osserva inoltre come sarebbe importante per il futuro avere una visione d’insieme: non solo valutare l’impatto normativo di una proposta, “ma anche l’impatto cumulativo con altre normative, per garantire che la proposta funzioni nella pratica e concentrandosi sull’implementazione delle misure adottate più’ che proporne di nuove, laddove non sia assolutamente necessario”.
In ragione del continuo cambiamento dei rischi, l’Ania propone inoltre “un nuovo approccio, una nuova cooperazione tra pubblico e privato a livello europeo che si affianchi alle iniziative nazionali per prepararci a gestire in modo equo le conseguenze di questi cambiamenti e garantire a cittadini e imprese la possibilità’ di proteggersi”.
Nel presentare il decalogo, Maria Bianca Farina sottolinea i “cambiamenti strutturali che modificano la natura e l’entità dei rischi da cui dobbiamo proteggere cittadini e imprese: cambiamenti climatici e danni catastrofici; digitalizzazione e cyber risk; aumento dell’età media e assistenza sanitaria; rischi geopolitici e rischi terroristici”. L’innovazione tecnologica mette a disposizione nuovi strumenti per supportarci nella gestione di questi rischi osserva Farina ma da sola non basta se non ci sarà una nuova cooperazione tra pubblico e privato.