Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Per ora non si tratta di vere e proprie multe ma di una proposta di sanzioni soggette ad altri passaggi, con la più salata destinata all’ex amministratore delegato di Eurovita Erik Stattin per un addebito di circa 380 mila euro. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, tutti gli ex consiglieri della compagnia assicurativa potrebbero però essere multati da Ivass, l’istituto di controllo del settore, in misura crescente al salire degli emolumenti ricevuti per la loro attività di membri del board e ovviamente della loro responsabilità. Un ammontare cui si aggiungerebbe una sanzione destinata direttamente alla compagnia per oltre 8 milioni di euro.
«Due gioielli, due public company come Prysmian e Fineco, che non hanno fra i loro azionisti una fondazione che si lamenta per non avere abbastanza rappresentanza o un azionista di riferimento, rischiano di dovere emigrare per avere la certezza di avere un cda rappresentativo». Così Andrea Vismara, amministratore delegato di Equita, si è espresso in un evento di Amf (ex Assosim), nel corso del quale sono stati trattati i principali nodi critici del disegno di legge, che a inizio febbraio ha ottenuto semaforo verde dalla Camera dei Deputati.
L’indagine di Anima: nel 50% dei casi il TFR resta in azienda per mancanza di alternative. Gli italiani hanno ben presente l’importanza di un fondo pensione privato, ma spesso non conoscono i vantaggi della previdenza integrativa a sufficienza per passare all’azione e sottoscrivere un piano. Inoltre, molti dei titolari di un prodotto di risparmio previdenziale non lo alimentano a sufficienza o non lo fanno in modo sistematico
Alleanza Assicurazioni lancia ValoreOro, una soluzione assicurativa d’investimento caratterizzata da bassa volatilità che copre un orizzonte temporale breve, con un rendimento atteso del 3% nel primo anno. La nuova soluzione della compagnia del gruppo Generali, che investe il capitale nella storica gestione separata di Alleanza del Fondo «Euro San Giorgio», si propone dunque di rispondere ai bisogni dei risparmiatori italiani, offrendo rendimenti stabili e costanti negli anni, salvaguardando il capitale dalla volatilità dei mercati e rispondendo contemporaneamente alle rinnovate esigenze di protezione della persona, grazie all’integrazione della copertura complementare facoltativa per tutelarsi dagli infortuni.
Chi pensa di essere sfortunato perché la grandine gli ha danneggiato l’automobile, può parzialmente consolarsi con un dato che emerge da una indagine di Facile.it: nel solo 2023, 4,6 milioni di persone in Italia avrebbero subito danni alla propria vettura per eventi legati a calamità naturali o maltempo. E almeno uno su due non era assicurato per
questa eventualità

Il medico di famiglia non può lasciare le ricette per i suoi pazienti in un contenitore posto sul muro esterno del suo studio, senza neppure proteggerle con buste chiuse: si tratta di una illecita diffusione di dati sulla salute. A un professionista sanitario. che non si è attenuto a queste prescrizioni, il Garante ha applicato 20 mila euro di sanzione (ingiunzione n. 11 dell’11/11/2024). Peraltro, il Garante ha confermato che è consentito ai medici di lasciare ai pazienti ricette e certificati presso le sale d’attesa dei propri studi o presso le farmacie, senza doverli necessariamente consegnare di persona. Tuttavia, per impedire la conoscibilità da parte di estranei, è indispensabile che ricette e certificati vengano inseriti in una busta chiusa, tanto più necessaria se a ritirare i documenti sia un terzo delegato. Lasciare ricette e certificati alla portata di chiunque o perfino incustodite, in vaschette poste sui banconi delle farmacie o sulle scrivanie degli studi medici, viola la privacy dei pazienti.

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Gli amministratori pubblici avranno altri 6 mesi di scudo erariale. La loro responsabilità contabile in caso di colpa grave sarà limitata fino alla fine del 2024, non più fino al 30 giugno 2024. Lo stabilisce un emendamento al decreto Milleproroghe approvato ieri dalle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera. Oltre allo scudo erariale, il decreto proroga per tutto il 2024 anche lo scudo penale per i medici. La questione era stata una delle motivazioni dei due scioperi di dicembre proclamati dalla categoria. Per i medici, c’è il via libera anche alla possibilità di restare in servizio fino a 72 anni.

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Crollo delle compravendite immobiliari, e va ancora peggio agli acquisti che richiedono un mutuo. Nel secondo semestre del 2023, rileva l’Istat, le convenzioni notarili di compravendita sono calate del 4,1% rispetto al trimestre precedente, e del 16% rispetto allo stesso periodo del 2022. Nel confronto congiunturale mostrano una sostanziale stabilità solo le Isole, ma in quello anno su anno il calo è generalizzato.

Lo scudo penale per medici e infermieri limiterà fino al prossimo 31 dicembre la punibilità dei fatti commessi nell’esercizio della professione ai soli casi di colpa grave come accadde durante la pandemia. La misura è entrata nel decreto milleproroghe nella versione più “breve” (si era ipotizzato anche fino al 2025) e dunque i prossimi dieci mesi saranno impiegati dal Governo per varare una riforma generale della colpa medica da far entrare in vigore nel 2025 e che oggi pende come una spada di Damocle sulla testa dei camici bianchi contro i quali ogni anno vengono intentate oltre 35mila cause che però nel 97% dei casi si risolvono in un nulla di fatto. Il terrore delle cause produce però degli effetti collaterali indesiderati tra i camici bianchi: da una parte il fenomeno della cosiddetta medicina difensiva (l’iper prescrizioni di visite ed esami) che costa ogni anno oltre 11 miliardi al Ssn e dall’altra i costi assicurativi con polizze spesso molto salate per i sanitari più esposti al rischio cause. Va comunque ricordato che per i pazienti danneggiati resta sempre possibile chiedere il ristoro dei danni subiti in sede civile.
Investimenti in cybersecurity in crescita, ma ancora troppo contenuti e soprattutto con differenze evidenti fra grandi imprese, che stanno spingendo sull’acceleratore e Pmi, in cui la necessità di investire per migliorare gli standard di sicurezza cibernetica fa fatica a far breccia. È una delle indicazioni che emerge dal rapporto annuale dell’Osservatorio I-Com sulla Cibersicurezza che sarà presentato nel corso del convegno pubblico dal titolo “La sfida della cibersicurezza per un’Italia sempre più digitale. Politiche, competenze, regole”, in programma in mattinata a Roma presso la Sala Matteotti della Camera dei Deputati.
La nuova rotta del welfare aziendale è offrire tempo ai lavoratori. Tempo che, in fondo, equivale a denaro. La richiesta di disporne in maggiore quantità per la vita privata, tanto per dedicarsi alla famiglia, quanto ai propri interessi personali, arriva dai lavoratori, come emerge incrociando le survey di numerosi centri studi che abbiamo raccontato sul Sole24Ore. Una delle ultime è stata realizzata da Pagegroup, interpellando ben 70mila professionisti a livello globale, Italia inclusa: ebbene il 70% ritiene che l’equilibrio tra lavoro e vita privata sia uno dei principali indici di soddisfazione lavorativa. Concentrandosi sul nostro Paese, il Censis ha riscontrato che il 76,2% dei giovani sono convinti che un impegno aggiuntivo di un’ora di lavoro deve avere un compenso tale da giustificare la rinuncia anche a un’ora di tempo libero. Il tempo entra sempre più nella sfera valoriale dei lavoratori, ma anche in quella economica.
In base al nome sono benefit marginali, ma negli ultimi tempi hanno conquistato uno spazio crescente nei piani welfare e nelle politiche retributive. Effetto dell’innalzamento delle soglie di esenzione fiscale e contributiva operato a più riprese da Governo e Parlamento. Il limite storico di 258,23 euro di esenzione dei fringe benefit (le precedenti 500mila lire) era in vigore dal 1986 e poteva ritenersi non allineato con l’aumento dei prezzi verificatosi nel tempo; è stato raddoppiato nel 2020, quindi innalzato a 600 euro, poi a 3mila nel 2022, valore mantenuto l’anno scorso per chi aveva figli a carico. Modifiche che, in alcuni casi, sono intervenute in corso d’anno, a scelte aziendali già compiute o almeno pianificate, con la conseguente difficoltà di introdurre modifiche per cogliere le eventuali opportunità derivanti dai nuovi massimali.
Il “caro polizza” è finito sul tavolo di Mister Prezzi che guarda con preoccupazione alle dinamiche dell’assicurazione Rc auto obbligatoria (+7,3% in termini reali tra dicembre 2023 e lo stesso periodo nel 2022). La prima adunanza ha avuto luogo ieri quando al ministero delle Imprese e del Made in Italy si è riunita la Commissione di allerta rapida di sorveglianza sui prezzi, istituita con il “Decreto Trasparenza” che ha rafforzato i poteri di monitoraggio e di verifica del Garante. L’obiettivo dell’incontro, al quale ha partecipato in prima persona anche il ministro Adolfo Urso, oltre al Garante per la sorveglianza dei prezzi Benedetto Mineo, è stato approfondire le recenti dinamiche dei costi dell’Rc auto (che si è mossa in ritardo rispetto all’inflazione) segnalate al Garante dei prezzi, da privati e da associazioni dei consumatori preoccupate dal “caro-polizza”, soprattutto per gli esclusi dall’ombrello, sempre più bucato, dell’ Rc familiare.
Sono 15 gli statuti approvati con Dm 19 gennaio 2024, n. 28 per l’adeguamento di altrettanti sistemi collettivi e autonomi («consorzi») ai criteri dell’Epr (Extended producer responsibility), il sistema di responsabilità estesa del produttore posto dall’Europa al centro delle politiche di economia circolare. L’Epr si sostanzia nel coinvolgimento della responsabilità estesa del produttore del prodotto per i rifiuti derivanti dal consumo di tale prodotto che ha immesso sul mercato. L’Epr rappresenta un’anticipazione dell’applicazione del principio europeo “chi inquina paga” e si pone, dunque, come strumento di prevenzione e non solo riparazione
Arriva dal Tribunale Ue lo stop alla plastica «oxo-biodegradabile», equiparata alla «oxo-degradabile» già messa al bando dalla direttiva Ue 2019/904 sulla riduzione delle monouso. Nell’ equiparazione tra i due tipi di plastica risiede la motivazione del giudice di primo grado Ue – sentenza 21 gennaio 2024 nella causa T-745/20 – con cui ha respinto le pretese risarcitorie delle ricorrenti (società inglesi che producono una mescola madre commercializzata con il nome d2w). Queste lamentano danni per il divieto di immissione sul mercato dei prodotti a base di plastica oxo-degradabile introdotto dall’articolo 5 della direttiva 2019/904/Ue motivato dal considerando 15 per il quale «la plastica oxo-degradabile non si biodegrada correttamente e contribuisce dunque all’inquinamento ambientale da microplastica, non è compostabile, incide negativamente sul riciclaggio della plastica convenzionale e non presenta dimostrati vantaggi sotto il profilo ambientale».