Nel 2022 IVASS ha offerto alle imprese italiane ed estere – in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate – il servizio di incrocio dei codici fiscali degli assicurati di polizze vita e di polizze infortuni (portafoglio in vigore al 30 novembre 2022), queste ultime limitatamente ai contratti che prevedono la copertura in caso di decesso conseguente a infortunio.

Con l’incrocio dei codici fiscali del 2022 sono stati sottoposti alla verifica di esistenza in vita circa 30 milioni di assicurati, relativi per circa 24 milioni a imprese italiane e per circa 6 milioni a imprese estere.

Sono risultati 79.315 decessi (65.144 relativi ad imprese italiane e 14.171 alle estere) ai quali sono associate 104.974 polizze per un valore di oltre 5,6 miliardi di euro; a queste si aggiungono 82.410 polizze in forma mista scadute per un valore di 1,2 miliardi di euro, per le quali l’assicurato è risultato in vita e non ha riscosso gli importi, per un totale quindi di 187.384 polizze.

A giugno 2023, le polizze per le quali le imprese avevano accertato il diritto al pagamento da parte dei beneficiari erano 110.061 (circa il 59% delle complessive polizze associate ad assicurati deceduti e polizze miste scadute), per un valore di oltre 5 miliardi di euro, dei quali circa 4 miliardi di euro già riscossi dai beneficiari.

Per il 23% delle polizze associate ad assicurati deceduti o polizze miste scadute, le imprese avevano appurato l’inesistenza delle condizioni per il pagamento ai beneficiari in quanto:
i) l’assicurato risultava in vita alla scadenza del contratto,
ii) l’assicurato era deceduto dopo la scadenza delle polizze temporanee caso morte
o iii) il contratto si era risolto per l’interruzione del pagamento dei premi da parte del contraente.

Il restante 18% delle polizze, per un valore di circa 1,2 miliardi, risultava invece “ancora da verificare”.

Nella successiva tavola 1 è riepilogato lo stato delle polizze associate agli assicurati deceduti e polizze miste scadute con assicurato in vita, per le quali le imprese avevano accertato il diritto alla prestazione, quelle ancora da verificare e quelle risultate da non liquidare.

La tavola 2 sintetizza lo stato dei pagamenti delle polizze per le quali le imprese, al
30 giugno 2023, avevano accertato il diritto alla prestazione.
In sintesi, le polizze dormienti per il 2022 sono n. 43.564 per un valore di poco
superiore a 1 miliardo di euro.

Per gli anni precedenti, il diritto alla prestazione è stato accertato per il 75,9%
degli incroci, per il 2021, il 77,7%, per il 2020, e il 63,8% per gli anni ancora più
antecedenti.
Nel complesso, per gli anni suddetti, le compagnie hanno verificato rispettivamente
l’88,4%, il 91% e il 92,5% delle polizze.
Restano ancora da verificare per gli anni antecedenti al 2022, n. 84.403 polizze,
per un totale di 1,5 miliardi.

Sono 15.687, per un totale di 109 milioni di euro, le polizze emerse dagli incroci
dei codici fiscali effettuati tra il 2017 e il 2021 che risultano ancora “sospese”. Per
tali polizze le imprese hanno infatti accertato il diritto alla prestazione, ma non sono ancora state pagate poiché le attività di ricerca dei beneficiari o la richiesta della documentazione necessaria al pagamento della prestazione si sono rivelate infruttuose. In assenza di ulteriori attività, questi importi dovrebbero nel tempo essere devoluti al Fondo dormienti.

Il 96,7% delle polizze per le quali è stato accertato il diritto alla prestazione è stato già riscosso, mentre restano ancora da pagare circa 20 mila polizze, per un valore di 515 milioni.