Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Sistemi di AI utilizzati per scremare i curricula dei candidati, per stimare l’affidabilità di un creditore o fissare rischio e prezzo delle polizze Vita. Sono alcuni dei casi che l’ultima versione dell’AI Act, consultata da MF-Milano Finanza, inserisce nella lista (sostanzialmente definitiva) dei sistemi di AI ad alto rischio.
Capitali sempre più costosi, forte concorrenza e pochi profitti su cui staccare dividendi. Questo è il cocktail che nel 2023 ha fatto crollare i finanziamenti per il settore fintech a livello globale. Lo scorso anno la raccolta delle start up della finanza digitale è caduta del 50% a 39,2 miliardi di dollari, mentre il volume delle operazioni è sceso del 38% a 3.801, i livelli più bassi registrati dal 2017.
Più tutele per gli anziani, soprattutto i più fragili e soli, attraverso la riqualificazione dei servizi a loro dedicati e l’introduzione di una nuova prestazione universale sperimentale per le persone non autosufficienti che potrà valere anche il 200% in più dell’attuale indennità di accompagnamento, arrivando a 1.530 euro circa. Con una dote di oltre 1 miliardo di euro in due anni, arriva oggi sul tavolo del consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo che dà attuazione alla legge 23 marzo 2023, n. 33 recante «Deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane». Il via al testo arriva a pochi giorni dalla scadenza del 31 gennaio 2024 fissata dalla legge delega, con l’obiettivo di giungere all’approvazione definitiva nel primo trimestre dell’anno, così come richiesto dal Pnrr.
Intelligenza artificiale (IA) in prima linea nella difesa cibernetica. Punite l’estorsione informatica e la mera detenzione di dispositivi e programmi usati per danneggiamenti informatici: nuove tecnologie e nuovi reati sono i profili, rispettivamente organizzativi e normativi, al centro del ddl cybersicurezza, all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di oggi 25 gennaio 2024.
I «risparmi» derivanti dall’abbassamento della tassazione sui rendimenti finanziari delle Casse previdenziali di primo pilastro dei professionisti (con la discesa dell’aliquota dal 26% al 20%, in linea con l’imposizione che grava sui fondi pensione complementari) dovrebbero essere «in parte pilotati e diretti verso qualcosa che fa bene all’economia nazionale», ovvero investiti nei titoli di Stato, o nel tessuto imprenditoriale della nostra Penisola.
Il commercio al dettaglio è in forte evoluzione a causa delle nuove forme assunte da un problema molto antico: il furto nei negozi. Il taccheggio, «shoplifting» in inglese, è da qualche anno epidemico in tutto l’Occidente. Il perché è controverso. Nei paesi più toccati dal fenomeno, Stati Uniti e Regno Unito, la grande distribuzione inizia a chiudere i suoi negozi «più vulnerabili» nei quartieri maggiormente a rischio. Cambia anche l’arredo dei punti vendita, con la merce più «appetibile», come i liquori, la «bassa cosmesi» et al, spesso relegata dietro pannelli trasparenti che devono essere appositamente aperti da un commesso.
Il superbonus edilizio rimasto per le aree sismiche (si veda pagina 3) implica un nuovo obbligo assicurativo sui danni catastrofali (Dl 212/2023, articolo 2). Obbligo da valutare assieme all’altro ora imposto sugli immobili di imprese in caso di calamità naturali, se si vuol chiarire parte dei dubbi aperti (si vedano Il Sole 24 Ore del 14 gennaio e il Focus Norme e Tributi del 18 gennaio). Al netto di eventuali novità in sede di conversione del Dl e nei Dm attuativi, spiegazioni si ricavano dai vantaggi che i nuovi obblighi possono dare allo Stato, oltre alla tutela di collettività e produttività, sempre più a rischio per i cambiamenti climatici. La relazione tecnica al Dl 212 spiega che, ai fini del gettito fiscale, le nuove polizze obbligatorie avranno due effetti opposti che paiono neutralizzarsi o quasi: uno negativo (i contribuenti potranno detrarre il 19% dei premi che pagano) e uno positivo (sulle polizze c’è l’imposta sulle assicurazioni). La relazione non parla degli effetti di mancate (o ritardate) stipule della polizza, ma pare lecito desumere che il credito d’imposta del 110% cada. Solo che le compagnie non paiono obbligate a emettere polizze a chiunque le chieda, come invece è per gli immobili delle imprese. Quindi qualcuno potrebbe rimanere scoperto senza colpa.
Reati informatici equiparati a quelli in materia di mafia e terrorismo, pene aumentate in caso di attacchi a imprese ed enti pubblici e arriva la figura del cyber-pentito. Questo c’è nel Ddl Cybersicurezza al centro del preconsiglio di ieri che ora viaggia spedito verso il consiglio dei ministri. In ballo c’è la modifica del codice penale e del codice di procedura penale, con interventi anche sul fronte delle Pubbliche amministrazioni, allo scopo di potenziare le infrastrutture di sicurezza informatica. Ma andiamo per gradi. La bozza del Ddl a cui sta lavorando l’esecutivo – composto da 18 articoli – prevede infatti una modifica all’articolo 615-ter del codice penale (Accesso abusivo a un sistema informatico o telematico), con innalzamento delle pene per i pirati informatici: si va da un minimo di due a un massimo di dieci anni di reclusione. Le sanzioni aumentano fino a dodici anni «se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento del sistema o la «interruzione totale o parziale del suo funzionamento».