Inflazione e riduzione dei consumi, aumento dei tassi d’interesse e diminuzione della disponibilità di credito, tensioni commerciali: il contesto macroeconomico a livello globale resta sfidante e il 62% degli amministratori delegati italiani prevede una temporanea flessione del mercato primario in cui opera.
Nonostante queste pressioni, i Ceo italiani mostrano consapevolezza sulle sfide che li attendono, a partire da quella legata all’Intelligenza Artificiale, e rispondono indirizzando le risorse aziendali verso investimenti che coniughino le esigenze di breve periodo con le trasformazioni strutturali dei propri modelli operativi e di business. Infatti, il 48% dei top manager intervistati si dichiara più ottimista rispetto a quanto rilevato a inizio anno riguardo alla performance della propria azienda nei prossimi 12 mesi.
È quanto emerge dall’EY CEO Outlook Pulse che ha registrato le opinioni di oltre 1.200 Ceo in tutto il mondo (50 in Italia) sulle prospettive, sfide e opportunità delle aziende italiane e internazionali.
“Nonostante l’attuale contesto macroeconomico e geopolitico ponga ancora una volta le aziende di fronte a una molteplicità di rischi esterni e interconnessi, i Ceo, e in particolar modo quelli italiani, stanno reagendo con ottimismo, con il 46% (contro il 31% a livello globale) deciso a trasformare i modelli operativi e di business. In questa trasformazione risulta chiaro il ruolo decisivo attribuito all’intelligenza artificiale, in relazione alla quale si dimostrano più avanti nel riconoscerne le opportunità rispetto ai colleghi di altri Paesi. Lungimiranti anche per quanto riguarda la sostenibilità: il 64% dei Ceo italiani, in percentuale quasi doppia rispetto ai Ceo a livello globale, investe risorse sostanziali per garantire valore di lungo termine ad azionisti e aziende”, ha commentato Massimo Antonelli, Ceo di EY in Italia e Coo di EY Europe West.
Tra i principali rischi che potrebbero impattare le performance aziendali nei prossimi mesi, il 54% dei manager italiani indica i fattori ESG e la sostenibilità ambientale, anche alla luce di accelerazioni normative che possono determinare impatti significativi sull’offerta di prodotti, sui processi produttivi e sulle catene di fornitura (per il 54%). Al secondo posto, percepiti dal 48% degli intervistati, i rischi connessi alla disruption tecnologica e digitale, inclusi i cyber rischi e l’impatto dell’IA.
Dallo studio di EY emerge che secondo il 96% dei manager italiani intervistati, l’attuale contesto geopolitico, le conseguenti tensioni commerciali e il manifestarsi di più evidenti meccanismi protezionistici in vari mercati stanno impattando in maniera rilevante sulla gestione degli investimenti e sull’analisi delle aree geografiche in cui operare.
Promesse e sfide dell’Intelligenza Artificiale
I Ceo percepiscono le enormi opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale (IA): il 70% degli intervistati in Italia (65% a livello global) ne riconosce il potenziale per migliorare la produttività, promuovere l’efficienza aziendale e creare quindi risultati positivi per la società (ad esempio le innovazioni nei trattamenti sanitari).
La medesima percentuale (il 70% a livello Italia contro il 66% degli intervistati a livello globale) è d’accordo che l’impatto dell’IA sulla forza lavoro sarà controbilanciato dai nuovi ruoli e dalle nuove opportunità di carriera creati dalla tecnologia, respingendo i timori che l’IA possa avere un impatto negativo sull’occupazione.
Allo stesso tempo, i Ceo sono preoccupati da eventuali conseguenze indesiderate dell’IA: il 66% dei Ceo sostiene sia necessario più lavoro per affrontare i rischi inerenti al nuovo futuro alimentato dall’IA, dagli attacchi informatici alla disinformazione e ai deepfake. Infine, il 74% ritiene che non si stia facendo abbastanza per gestire le conseguenze negative, sociali ed etiche, sia per la comunità imprenditoriale sia per la società in generale.
Nonostante questi timori, i Ceo, e in particolare quelli italiani, stanno elaborando strategie di investimento per massimizzare i vantaggi attuali e futuri che l’IA può apportare al loro business e l’allocazione del capitale si sta focalizzando su queste nuove tecnologie.
Il 64% dei Ceo italiani (contro il 43% a livello globale) ha già mostrato consapevolezza sulla necessità di integrare l’IA nella loro offerta di prodotti e servizi, investendo attivamente – principalmente attraverso strategie organiche di sviluppo interno – nell’innovazione guidata dall’IA.