Ma è proprio vero che l’edilizia tradizionale conviene ancora?
Dall’Inviato Speciale Ugo Ottavian
PREMESSA
La buriana non sembra proprio voler passare. Anche se i rubinetti si sono chiusi fra mille polemiche l’edilizia e le ristrutturazioni nel nostro Bel Paese restano ancora nell’occhio del ciclone. E il motivo c’è. Con la lodevole intenzione infatti di recuperare a nuova vita fabbricati soprattutto abitativi, alla maniera francese che pareva essere stata alquanto virtuosa, anche in Italia sono stati erogati una notevole mole di incentivi per le ristrutturazioni. Quella di maggiore risonanza mediatica è stata sicuramente la misura chiamata “Superbonus 110%”. E il motivo c’era tutto. In pratica ristrutturare guadagnandoci. Forse però i meccanismi di erogazione dei fondi ed i controlli delle procedure non sono stati poi così perfetti se da più parti questa grande iniziativa di ammodernamento del patrimonio edile italiano si è miseramente conclusa, dopo aver prosciugato in mala maniera le risorse al punto che per legge si è bloccato tutto.
Ma sono rimasti vivi altri provvedimenti, quelli delle detrazioni e delle deduzioni al 50 ed al 65%, che pur con meno clamore continuano a fornire il loro sostegno dove vi siano ancora cantieri edili che non intendano mollare. Ed allora il vostro inviato speciale ha cercato di farsi un’idea andando in giro soprattutto in alcune parti del profondo nord del Paese, dove come a Bolzano esiste una annuale fiera sui nuovi metodi di costruzione e ristrutturazione. Fatte di materiali sostenibili e di nuove tecnologie di risparmio energetico, queste nuove proposte immobiliari, certificate anche da collaudati sistemi di controllo sui risparmi energetici come quello denominato “Casa Clima”, assicurano qualità di realizzazione, consumi degli involucri abitativi bassissimi, di sicuro inferiori a quelli dell’edilizia tradizionale e durate dei manufatti nel tempo pari se non superiori a quelli delle classiche case di abitazione fatte in mattoni.
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