Prosegue il trend negativo dei mutui immobiliari per acquisto abitazione, mentre sono in graduale ripresa le surroghe
Prevale la cautela sul mercato del credito alle famiglie da parte della domanda, per via dell’incertezza generata dal contesto geopolitico, dall’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse. Anche l’offerta esprime politiche di concessione più stringenti a favore di un credito sostenibile e in ottica di mantenimento della qualità dei portafogli. Si rileva infatti una contrazione degli importi medi erogati per le tipologie di finanziamento a maggior valore (mutui per acquisto abitazione, prestiti personali e cessione del quinto dello stipendio).
Queste le principali evidenze della 54^ edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia.
Il credito al consumo
Le erogazioni di credito al consumo nel 2022 sono cresciute rispetto all’anno precedente (+10%), riuscendo a superare i volumi pre-pandemia. Nel corso dell’anno si assiste, tuttavia, a un progressivo rallentamento della crescita, che trova conferma anche nei dati aggiornati a fine marzo 2023 (+6.1% nel primo trimestre 2023).
In decisa ripresa i finanziamenti finalizzati per auto/moto (+18.9% nei primi 3 mesi del 2023), che hanno beneficiato del progressivo superamento della crisi della supply chain e del conseguente recupero di immatricolazioni e passaggi di proprietà, anche a favore dei modelli a basse emissioni di CO2.
I finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni/servizi (appartenenti a settori quali arredo, elettronica ed elettrodomestici, beni per l’efficientamento energetico dell’abitazione, ciclomotori ed altri beni e servizi finanziabili), proseguono il percorso di crescita (+12.9% nel 2022, +15.1% nel primo trimestre 2023) trainati in particolare dai finanziamenti a sostegno dell’acquisto di beni destinati all’efficientamento energetico delle abitazioni e di beni acquistati online.
Prosegue l’evoluzione positiva della cessione del quinto dello stipendio/pensione (+5% nel 2022, +9.1% nel primo trimestre 2023), trainata dalle erogazioni ai pensionati e ai dipendenti privati. I finanziamenti CQS/P legano la loro crescita alla caratteristica di essere obbligatoriamente garantiti da copertura assicurativa e si configurano come prodotti che favoriscono l’inclusione finanziaria dei pensionati.
In difficoltà i prestiti personali, (-3.1% nel primo trimestre 2023), in particolare nella forma del refinance e del consolidamento del debito.
Infine, dopo aver registrato una crescita nel 2022 (+6.1%), che tuttavia non li ha riportati ai volumi precrisi, tornano a contrarsi gli utilizzi rateizzati delle carte opzione/rateali (-0.5% nel primo trimestre 2023).
I mutui immobiliari
Nel contesto descritto, i mutui immobiliari per l’acquisto di abitazioni, dopo due anni di decisa crescita, nel 2022 registrano un calo contenuto (-2.3%), che si accentua di molto nel primo trimestre 2023 (-34.7%). Hanno influito su tale trend il progressivo aumento dei tassi di riferimento e l’incertezza sul mercato immobiliare, che hanno inciso in modo negativo sulle decisioni d’acquisto e ristrutturazione degli immobili e del relativo finanziamento. Con l’aumento dei tassi di interesse si attenua invece la contrazione dei volumi di mutui di surroga, tornati nelle scelte delle famiglie al fine di ridurre gli oneri della rata dei mutui stipulati a tasso variabile. I dati mensili più recenti relativi a marzo e aprile 2023 evidenziano già una ripresa a doppia cifra sui corrispondenti mesi del 2022.
I canali di distribuzione del credito alle famiglie
Nel 2022 si consolidano le tendenze iniziate a seguito della pandemia, che vedono crescere l’importanza degli intermediari del credito (agenti e broker, anche online) e dei canali digital diretti, a fronte di consumatori più propensi all’utilizzo del web per sottoscrivere un contratto di finanziamento per un prestito personale o a sostegno degli acquisti nell’ambito dell’eCommerce. Per contro si è ridimensionata ulteriormente la quota distribuita dagli sportelli bancari.
L’analisi della rischiosità del credito alle famiglie
A marzo 2023 il rischio di credito relativo al totale dei prestiti alle famiglie, pur rimanendo su livelli contenuti, di poco superiore all’1%, si colloca su un piano lievemente più alto rispetto al minimo degli ultimi cinque anni di osservazione, raggiunto nel mese di marzo 2022. I dati degli ultimi mesi del 2022 e il primo trimestre 2023confermano quindi la buona qualità del credito, in particolare dei mutui ipotecari. A sostenere tale dinamica hanno contribuito sia il comportamento virtuoso da parte delle famiglie sia l’ampia diffusione delle forme a tasso fisso, nonché gli interventi attuati dal Governo a supporto del reddito delle famiglie in un contesto di inflazione elevata (+11,6% a dicembre 2022 e +7,6% a giugno 2023).
Il credito al consumo, in particolare, nella forma del prestito finalizzato mostra l’incremento maggiore a fine 2022, pur mantenendosi a livelli storicamente inferiori rispetto ai prestiti personali.
Le prospettive
Lo scenario sull’evoluzione del credito è condizionato dalla prospettiva di un rallentamento della crescita economica. Sarà infatti difficile mantenere il ritmo di espansione dell’economia sui livelli attuali in un contesto di inflazione ancora elevata, seppur in diminuzione soprattutto nella componente energetica, politica monetaria restrittiva e tensioni sul commercio internazionale. E anche l’incertezza legata alle difficoltà di attuazione del PNRR continuerà a giocare un ruolo importante nelle attese di crescita. Le prospettive non tengono conto dell’impatto dell’alluvione in Emilia-Romagna su agricoltura e filiera alimentare; un rischio al momento difficile da quantificare.
Le criticità legate alla perdita, anche nel 2023, di potere d’acquisto delle famiglie e a tassi d’interesse più elevati peseranno sulle decisioni di investimento delle famiglie, in particolare quelle con reddito medio più basso. Nonostante il rallentamento già in atto, i prestiti per acquisto di abitazioni saranno ancora supportati da alcuni incentivi governativi, con erogazioni che si riporteranno in crescita dal 2024. I flussi di credito al consumo cresceranno a ritmi in media dimezzati rispetto a quelli del 2022, trainati soprattutto dal comparto del credito finalizzato e della cessione del quinto. Nel triennio 2023-2025 le consistenze complessive di creditocontinueranno a crescere ma a ritmi più bassi dell’ultimo biennio.
Gli effetti di un’inflazione persistente sui bilanci delle famiglie, in presenza di tassi d’interesse più elevati porteranno, dopo anni in cui il livello di rischio era stato molto contenuto, a un peggioramento dei tassi di default. Tuttavia, l’esposizione delle famiglie al rischio tasso sarà contenuta dalla forte rilevanza dei crediti a tasso fisso e dalle misure di sostegno contenute nella Legge di bilancio 2023, seppure limitate rispetto agli anni precedenti. Anche gli attenti criteri di offerta degli ultimi anni e la domanda delle famiglie più prudente, manterranno i tassi di default su valori inferiori alle passate crisi economiche, limitati anche da un livello di indebitamento delle famiglie che rimane basso (circa il 60% nel triennio di previsione), soprattutto se paragonato al resto d’Europa (94% nel 2022).
Transizione digitale e green leve importanti per la crescita del settore
L’attenzione alla transizione energetica e alla digitalizzazione rimane rilevante per tutti gli operatori del settore. Infatti, per proseguire il processo di transizione digitale già avviato negli ultimi anni, gli investimenti nella tecnologia rimarranno un elemento fondamentale per rispondere alle esigenze di aziende e consumatori, sempre più alla ricerca di innovazione, all’interno di un mercato reso più competitivo dalla presenza di operatori non tradizionali, in particolare sul credito al consumo. Da questa tendenza, che si sta rafforzando negli ultimi mesi, nasce l’esigenza di creare una regolamentazione condivisa, anche a tutela degli stessi consumatori che sono più a rischio di sovraindebitamento. In questa direzione si sta muovendo la proposta di revisione della direttiva sul credito ai consumatori ormai in fase avviata di consultazione.
In prospettiva, anche i fattori ESG diventeranno sempre più parte integrante dei processi aziendali, anche per le crescenti richieste regolamentari, affidando al mercato del credito un importante ruolo per il finanziamento dei progetti della clientela più attenta a sostenibilità e transizione green del Paese.