Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Con l’avvicinarsi della scadenza di fine giugno i lavori per dare una svolta al piano di salvataggio Eurovita accelerano. Ieri è stata la volta delle realtà assicurative chiamate a raccolta dal Mef, intenzionato – a quanto pare – ad assumere la regia dell’operazione di messa in sicurezza della compagnia finita in amministrazione straordinaria. Ieri, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, le cinque compagnie (Generali, Poste Vita, Unipol, Intesa Sanpaolo Vita e Allianz) avrebbero confermato ai dirigenti del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti la disponibilità a prendere parte al salvataggio. Ribadendo però le loro condizioni, ovvero che le banche (non solo le 15 che siedono al tavolo ma i tanti piccoli istituti restanti) siano disposte a concedere linee di credito ai clienti che vorranno riscattare le polizze anzitempo per l’intero ammontare delle gestioni di ramo primo, pari a poco meno di 6 miliardi. Inoltre, il loro impegno finanziario dovrà essere limitato all’aumento di capitale necessario per Eurovita e ai riscatti delle polizze cosiddette orfane, quelle distribuite al di fuori del circuito bancario, che valgono comunque 3 miliardi.
Il sistema di previdenza complementare si è dimostrato resiliente agli eventi imprevisti e drammatici degli ultimi anni. Così la presidente facente funzione della Covip, Francesca Balzani, ha iniziato la presentazione della Relazione annuale sull’attività svolta dalla Commissione di vigilanza sui fondi pensione nel 2022. Gli iscritti alla previdenza complementare in Italia hanno infatti raggiunto quota 9,2 milioni, in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente, arrivando così a coprire il 36,2% delle forze di lavoro nazionali. Nello specifico, 3,7 milioni di italiani risultano iscritti a fondi negoziali, quasi 1,8 milioni ai fondi aperti e 3,5 milioni ai Pip «nuovi». Sono infine circa 650mila gli iscritti ai fondi preesistenti.
Utile confermato in un anno difficile dei mercati finanziari per Allianz Bank Financial Advisors (Abfa), la banca-rete di consulenti finanziari e private banker controllata da Allianz spa, presieduta da Marcello Messori e guidata dall’amministratore delegato Paola Pietrafesa. Il bilancio 2022, infatti, si è chiuso con un profitto di oltre 24,3 milioni di euro (interamente mandato a riserva) rispetto a quello di 24,2 milioni dell’esercizio precedente, a fronte di un totale di attività salito da 7 a 8,3 miliardi, un margine d’intermediazione progredito da 203,8 a 219,5 milioni pur a fronte di commissioni nette diminuite da 201,5 a 185 milioni. La banca-rete ha raccolto durante l’anno oltre 1,9 miliardi di prodotti bancari e 2,3 miliardi nel vita (erano 3,4 miliardi nel 2021) mentre gli asset under management per l’effetto-mercato sono diminuiti anno su anno del 6% attestandosi a 57,8 miliardi, crescita alimentata dai flussi netti positivi e da una performance finanziaria del 5,2%, divisi tra l’82% nel gestito e nel vita e il 18% nei prodotti bancari.
Casco, assicurazione, targa e freccia obbligatoria per monopattini e biciclette. E obbligatorietà dell’alcolock per coloro che sono condannati per aver guidato sotto l’effetto di alcol: si tratta del dispositivo, già in uso in altri paesi europei, che impedisce l’avvio dell’auto se il tasso alcolemico del guidatore è superiore a zero. Una norma volta a prevenire una delle principali cause di incidenti. Sono alcune delle novità in arrivo con il pacchetto di norme sulla sicurezza stradale annunciato ieri dal ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini al question time alla Camera dei deputati
Previdenza complementare per molti, ma non per tutti: a fronte di 9,2 milioni di iscritti ai fondi nel 2022 (in ascesa del 5,4%, pari al 36,2% della forza lavoro), la quota di donne, giovani e residenti del Mezzogiorno – le componenti che avrebbero, invece, più bisogno di una rendita integrativa da affiancare alla futura pensione – è minoritaria, giacché oltre 6 assicurati su 10 sono uomini, quasi la metà ha un’età compresa fra i 35 e i 54 anni e oltre il 57% vive nel Nord della Penisola. E, mentre le turbolenze finanziarie dello scorso anno hanno inciso sulle risorse accumulate dal comparto, giunte a 205,6 miliardi (in calo del 3,6%), si guarda, a stretto giro, ad un «passaggio importante» per gli Enti privati di primo pilastro dei professionisti, ossia l’emanazione del regolamento governativo sui loro investimenti. È quanto illustrato ieri mattina, alla Camera dei deputati, dalla presidente facente funzioni della Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione) Francesca Balzani, nella relazione sull’attività dell’organismo al 31 dicembre scorso, specificando che le forme di risparmio disponibili sono 332: 33 fondi negoziali, 40 aperti, 68 Piani individuali pensionistici (Pip) e 191 fondi pensione preesistenti.
Alla fine di maggio il colosso di Mountain View ha lanciato il programma «AI for health» destinato alle startup del settore sanitario. L’obiettivo del progetto è fornire tecnologia sicura ai partner che possano aiutare gli operatori del comparto a condurre ricerche e migliorare l’assistenza medica. Google sta costruendo e testando modelli di intelligenza artificiale per affrontare la carenza globale di medici e per sostenere l’accesso limitato ai moderni strumenti diagnostici tra Europa, Africa e Medio Oriente. Il gruppo americano intende creare nuovi strumenti di apprendimento automatico e identificare le opportunità per migliorare la disponibilità e l’accuratezza dell’assistenza sanitaria a livello globale.
Un flashmob con 500 partecipanti, guidato dal rapper Amir Issaa, per dire sì all’inclusione sociale. È l’iniziativa che ha avuto luogo ieri, in simultanea tra Milano e Roma, in occasione dell’Axa Week for Good, la settimana che ogni anno il Gruppo Axa dedica, in 50 paesi del mondo, alla responsabilità d’impresa. Il flashmob ha visto dunque la partecipazione di 500 persone, tra collaboratori Axa Italia e le loro famiglie e i bambini di Sport Senza Frontiere, la onlus partner dell’evento.
Sono i nuovi idoli dei più giovani, indirizzano gli acquisti degli italiani ma ancora non è chiaro se, quanto e come gli influencer sono responsabili dei contenuti che diffondono, perlopiù, tramite i social. Quindi adesso, a giugno, partirà la consultazione pubblica di Agcom per raccogliere ogni informazione e spunto su come affrontare il tema in Italia, dopo che la Spagna ha approvato nel 2022 una legge ad hoc e soprattutto dopo che, all’inizio di questo mese, la Francia ha varato una norma nazionale sull’onda pure di recenti accuse a influencer per frodi o consigli medici pericolosi. Tutte regole che vogliono estendere, proporzionalmente, ai cosiddetti creator digitali le responsabilità già previste per le piattaforme online dall’europeo Digital services act (Dsa). Un percorso analogo, ora, è stato individuato dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
- Nel 2022 le risorse dei fondi pensione calano del 3,6%