Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali
Dopo anni di crescita a doppia cifra il private equity italiano potrebbe essere arrivato alla fase del consolidamento di portafoglio. T, tanto più che il contesto macroeconomico attuale rimane quanto mai sfidante. Sta di fatto che il 2023 dell’industria è iniziato con un passo falso: nel mese di gennaio sono state registrate 24 operazioni, una contrazione del 25% rispetto alle 32 dello scorso anno. A rivelarlo sono i dati dell’Osservatorio Pem di Liuc-Business School, realizzato in collaborazione con Deloitte, Di Luccia & Partners, Fondo Italiano d’Investimento sgr, McDermott Will&Emery e Value Italy sgr, e consultato in anteprima da MF-Milano Finanza.
- AXA
Utile underlying di 7,26 miliardi nel 2022 (6,76 miliardi nel 2021), mentre i ricavi lordi sono aumentati del 2% a 102,34 miliardi.
- Azimut
Acquisita una partecipazione in Virtual B, che ha cambiato nome in Wealthype.
- Zurich
Al via le unit-linked e multi-ramo in fondi e in titoli Invest Platform, StepInvest e Prestige Invest di Zurich Investments Life.
Secondo uno studio condotto da Previndai, il fondo pensione dei dirigenti industriali, la spesa per un giovane che aderisca alla previdenza integrativa sarebbe di poco meno di 13 mila euro in 40 anni di vita lavorativa attiva, per avere un gruzzolo previdenziale extra di 120 mila euro. Nello specifico l’approfondimento analizza il percorso di tre impiegati trentenni, con la prospettiva di una carriera lavorativa lunga 40 anni, il primo che si accontenta della previdenza pubblica, il secondo che decide di non sborsare di tasca sua neanche un euro e destina solo il suo Tfr alla previdenza complementare e il terzo che versa anche il contributo minimo previsto dal suo fondo di categoria (qui l’ipotesi è di un contributo dell’1,15% della retribuzione). Dallo studio emerge che il primo, al momento della pensione, potrà contare su un ‘salvadanaio previdenziale’ pari al suo Tfr in azienda rivalutato: circa 167 mila euro; il secondo avrà accumulato 260 mila euro e il terzo 380 mila euro complessivi
I pensionati che possono chiedere la liquidazione anticipata in sei mesi e al tasso dell’1% (l’alternativa è aspettare anche sette anni o rivolgersi a una banca pagando tassi d’interesse attorno al 7%) sono soltanto i lavoratori che, nel mettersi a riposo, hanno confermato l’iscrizione alla c.d. «gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali», in sigla «fondo credito». Gli altri che, per dimenticanza o per scelta, non l’hanno fatto restano fuori, nonostante abbiano alle spalle un’intera vita (lavorativa) di versamenti al fondo credito (finché sono stati dipendenti pubblici, infatti, l’iscrizione è stata obbligatoria) e non hanno possibilità di ravvedersi (non possono più iscriversi al fondo credito). Buonuscita in anticipo. La questione riguarda una nuova prestazione introdotta dall’Inps a novembre: «l’anticipazione ordinaria del trattamento di fine servizio (Tfs)». Operativa dal 1° febbraio scorso, consente a chi è iscritto al fondo credito di avere prima il Trattamento di fine servizio (Tfs), senza cioè attendere gli ordinari tempi fissati per legge. Termini che non sono unici e sono molto lunghi, dipendendo dalla causa di cessazione dal servizio (dimissioni, pensione, etc.) e dall’importo di Tfs (oltre i 50mila euro, viene erogato a rate e non in un’unica soluzione): variano, dunque, da un minimo di tre mesi (cessazione per inabilità o decesso del lavoratore) fino a oltre sette anni (un esempio: in caso di prepensionamento, occorre attendere il compimento dei 67 anni d’età).
Il cda ha approvato mercoledì il progetto di bilancio di Vittoria Assicurazioni e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2022. E ha proposto un dividendo unitario pari a 0,47 euro per azione. In dettaglio, Vittoria Ass. ha chiuso il 2022 con una raccolta premi rami danni pari a 1.325,1 milioni (+4,9% a/a), un combined ratio conservato pari a 96,3% (87,5% nel 2021) e una raccolta premi rami vita pari a 354,3 milioni, in crescita del +8,3% rispetto al 2021 (327,3 milioni nel 2021). L’utile netto consolidato di gruppo del 2022 è pari a 74,8 milioni, il patrimonio netto consolidato di gruppo pari a 645,3 milioni con un Roe consolidato pari a 9,5%. L’utile netto civilistico di Vittoria Assicurazioni ammonta a 62,5 milioni, contro i 102,1 milioni del precedente esercizio. Questo risultato della compagnia, che conta 550 dipendenti e 490 agenzie, va inquadrato in un contesto economico eccezionalmente negativo, che ha condotto ad un’impennata del tasso di inflazione, causando un rapido e significativo incremento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.
Rigopiano, sei anni dopo la valanga del 18 gennaio 2017 è una ferita che torna a sanguinare per quelle 29 vittime che madri, figli, fratelli, fidanzate, portano stampati sulla maglietta che hanno indosso. Volevano farli assistere al momento in cui finalmente veniva data loro giustizia. Ma non hanno letto così la sentenza del gup di Pescara, Gianluca Sarandrea, che ha assolto quasi tutti i responsabili della filiera decisionale. Quelli per cui la Procura aveva chiesto 134 anni complessivi di carcere. Alla fine ci sono state 25 assoluzioni e 5 condanne. Assolto il prefetto Francesco Provolo e tutto il suo staff, inclusa la funzionaria Daniela Acquaviva che ignorò la disperata richiesta di aiuto di Giampiero Parente che era di fronte all’hotel crollato. Assolto l’allora presidente della Provincia Antonio Di Marco. Per il sindaco Ilario Lacchetta il pm aveva chiesto 11 anni e 4 mesi, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per non avere emesso un’ordinanza di inagibilità e sgombero dell’hotel Rigopiano. Colpevoli sono stati riconosciuti due dirigenti della viabilità della Provincia di Pescara — Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, tre anni e quattro mesi di reclusione ciascuno — responsabili di non avere trovato una turbina per sgomberare la strada dalla neve e di non avere chiuso un tratto della strada provinciale. Gli altri due condannati — sei mesi di reclusione — sono il gestore dell’albergo Bruno Di Tommaso e Giuseppe Gatto che aveva compilato la relazione tecnica allegata alla richiesta della Gran Sasso spa di intervenire su tettoie e verande dell’hotel.
Negli ultimi anni la rilevanza, non solo in termini economici, dei piani di welfare all’interno dei sistemi di compensation delle aziende è considerevolmente aumentata. In un mercato del lavoro molto in fermento, in cui è difficile trovare le giuste competenze e, contemporaneamente, si assiste a un incremento vertiginoso delle dimissioni dei lavoratori con maggiore impiegabilità è difficile trovare una leva di attraction e retention paragonabile, in termini di efficacia ed efficienza, al welfare aziendale. La non imponibilità fiscale, cui consegue la non assoggettabilità contributiva, secondo quanto previsto dal parallelismo delle due basi imponibili (fiscale e contributiva, appunto), sia per il lavoratore sia per il datore di lavoro, rappresenta, di fatto, una delle poche leve, se non l’unica, in grado di garantire un incremento del potere d’acquisto netto per i dipendenti.