NEL TRIMESTRE FATTURATO, UTILE E REDDITIVITÀ AI MASSIMI PER PIAZZETTA CUCCIA
di Elena Dal Maso
Mediobanca ha registrato conti da record trainati dall’aumento dei tassi in Eurozona. L’investment bank guidata dall’ad Alberto Nagel ha chiuso l’ultimo trimestre del 2022 con ricavi per 900 milioni, in crescita del 20% anno su anno battendo il consensus degli analisti indicato a 800 milioni grazie a un giro d’affari in progressione per tutte le divisioni. L’utile netto di periodo è stato di 293 milioni (+11% sul trimestre precedente e sul 2021, consenso a 245 milioni).

L’aumento del costo del denaro ha favorito i ricavi, in crescita a due cifre (+19% trimestrale; +20% annuale) per la prima volta oltre i 900 milioni in un solo trimestre. Estendendo l’analisi al primo semestre chiuso a fine 2022, i ricavi superano i target del piano al 2023: 1,66 miliardi (+14% annuale) rispetto all’obiettivo del piano di 3 miliardi nei dodici mesi che chiudono a fine giugno. Nel semestre l’utile è stato di 555 milioni (+6% anno su anno) e segna un record storico. Le commissioni crescono del 7% anno su anno 472 milioni grazie al Wealth Management (+8%) e al contributo del Cib, l’investment banking (+9%) che nel trimestre ha raggiunto il massimo storico delle commissioni (117 milioni).

L’ad Nagel ha spiegato che i conti mettono in evidenza tre livelli di primato: nei «ricavi (1,660 miliardi), nell’utile semestrale (555 milioni) e nella redditività con un Rote del 14% sui livelli massimi delle banche europee». Nel periodo è inoltre proseguita la forte spinta sul digitale, con due acquisizioni effettuate da Compass nel buy now pay later (HeidiPay e Soisy) e con l’avvio dei finanziamenti istantanei.

Quanto alla cedola, Mediobanca prevede un dividendo in contanti, con un payout pari al 70% dell’utile netto riportato. Il Cet1 Fully Loaded a fine 2022 si attesta al 14% (14,5% a giugno). «Il payout 2022/2023 resterà al 70%. È ai livelli massimi del sistema e dunque lo confermiamo, non avrebbe senso alzarlo», ha chiarito il banchiere. Aggiungendo che «se nei prossimi trimestri ci sarà una progressione simile o anche di poco inferiore a quella realizzata dell’utile netto, allora potremo procedere con un aumento del dividendo unitario».

Nel prossimo piano industriale di Mediobanca, che partirà a luglio 2023, «vogliamo mantenere una politica di dividendi molto elevata e convincente, crescere con il m&a e riavviare eventuali buyback» a seconda dei livelli di capitale e «delle ambizioni in materia di acquisizioni», ha risposto il ceo agli analisti durante la conference call. Quanto alla partecipazione in Assicurazioni Generali (12,77%), Nagel ha spiegato di essere «molto contento del contributo. In generale l’esposizione al business assicurativo rende i gruppi bancari meno ciclici». E ha poi sottolineato che per noi quello di Generali è un «contributo importante». L’apporto nel Leone di Trieste in bilancio è stato di 194,4 milioni, in crescita rispetto allo scorso anno (186,5 milioni) favorito a sua volta dal rialzo dei tassi.

Tornando alle operazioni più importanti seguite dal Cib, vi sono l’opa su Atlantia, l’acquisizione di Doc Generici da parte di Texas Pacific e di Althea da parte del consorzio costituito da F2i e Dws nel settore Healthcare, la cessione da parte di Veolia di asset britannici a New Suez nel settore Energy. Mediobanca ha partecipato alla maggior parte delle emissioni obbligazionarie italiane (A2A, Amco, Banco Bpm, Banca Mediolanum, Bper Banca, Cdp Reti, Enel, Fca Bank, Iccrea Banca e Intesa Sanpaolo). Il gruppo ha poi lavorato all’aumento di capitale di Mps, di Ald in Francia e di Credit Suisse in Svizzera, è stato sole financial advisor nell’ipo di Porsche, la più grande in Europa dal 1999.

A Piazza Affari il titolo ha chiuso in rialzo dell’1,5% a 10,36 euro. (riproduzione riservata)
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