I RISULTATI DELLA RICERCA DELL’OSSERVATORIO DELLA SCHOOL OF MANAGEMENT DEL POLITECNICO MILANO
di Antonio Longo
Nonostante il 2022 sia stato un anno difficile per le criptovalute, non rallentano i progetti blockchain a livello globale. Lo scorso anno sono state identificate 278 iniziative, con un +13% rispetto alle 245 del 2021. Anche in Italia il trend è positivo, gli investimenti hanno raggiunto quota 42 milioni di euro, con un aumento del 50% rispetto al 2021. Sono gli esiti della ricerca dell’osservatorio Blockchain and distributed ledger della School of management del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno dal titolo “Blockchain & Web3: time to build”. «Il 2022 è stato un anno di estremi per il mondo blockchain» commenta Valeria Portale, direttore dell’osservatorio, «assieme allo scoppio drammatico di alcune bolle e a un deprezzamento prolungato di tutti i crypto-asset (il cosiddetto “cryptowinter”), si è compiuto il consolidamento del lavoro di sviluppo iniziato anni fa, a dimostrazione di una vitalità tecnica e di un pragmatismo ingegneristico senza precedenti. Oggi, le aziende stanno sfruttando il momento per concentrarsi sulla sperimentazione di progetti Web3, lontane dal clamore mediatico e dalle meccaniche più speculative. Il mondo blockchain sta accedendo a una nuova fase: finito l’hype, è iniziato il tempo di costruire».
Un 2022 in chiaroscuro a livello globale. Lo scorso anno si sono alternate luci ed ombre nell’universo blockchain. Infatti, come sottolineano gli esperti dell’osservatorio, se da un lato si sono registrati i fallimenti di Terra-Luna e della piattaforma FTX, dall’altro lato si è assistito al cambio del meccanismo di consenso di Ethereum che permette di risparmiare il 99% dell’energia, al record assoluto del valore transato in stablecoin (ossia criptovalute il cui valore è legato a quello di un asset di riserva stabile, come una valuta nazionale oppure un bene esterno), alla forte crescita dei progetti verso il Web3, ossia la terza generazione di internet. Tutto ciò al cospetto della complicata fase vissuta dalle criptovalute che non ha, comunque, rallentato i progetti blockchain di aziende e pubbliche amministrazioni.
In totale sono state censite 2.033 iniziative a livello globale tra il 2016 e il 2022, 1.046 delle quali progetti già avviati, ossia sperimentazioni o già in produzione.
In dettaglio, appaiono in calo i progetti blockchain for business (67 iniziative nel 2022, -43% rispetto al 2021), che rimangono, però, la maggioranza del totale dei casi censiti in 7 anni a livello internazionale (568, 54% del totale).
Sono in aumento, invece, nonostante le difficoltà delle crypto, le applicazioni internet of value su criptovalute, stablecoin e CBDC (tipologia di valuta digitale emessa da una banca centrale anziché da una banca commerciale) per lo scambio di valore (100 iniziative nel 2022), che rappresentano il 28% del totale. Mentre sono in forte crescita i progetti decentralized web (con lo scopo di riorganizzare internet utilizzando un’infrastruttura differente rispetto ai servizi di hosting di dati centralizzato) che più si avvicinano al paradigma Web3 (con 111 casi nel 2022, in aumento del +98%), con applicazioni decentralizzate (DApp) e molte iniziative legate agli Nft (acronimo di “non fungible token”, ossia un sistema che si basa su qualcosa di unico che non può essere sostituito da altro).
«Il 2022 è stato caratterizzato da un notevole sviluppo delle piattaforme blockchain con particolare attenzione all’aumento della scalabilità e alla riduzione del consumo energetico» sottolinea Francesco Bruschi, direttore dell’osservatorio, «Ethereum si è modificato, riducendo il consumo nel processo di validazione. BNB Chain, la principale blockchain per numero di DApp e utenti attivi, ha creato un vero e proprio standard operativo basato su soluzioni con fee basse, ma meno decentralizzate, e promuovendo lo sviluppo di DApp spesso copiate da altre piattaforme, finanziando ingentemente gli sviluppatori. Tra le applicazioni più interessanti si segnala l’introduzione da parte di piattaforme “classiche” come Instagram di token nei propri mondi e i crypto-asset sono diventati un’alternativa agli strumenti principali di supporto economico all’Ucraina, consentendo di raccogliere decine di milioni di dollari da piccoli donatori in tutto il mondo».
Le diverse applicazioni. In base a quanto si legge nello studio, le applicazioni “internet of value” riguardano l’utilizzo di criptovalute, stablecoin e CBDC per lo scambio di valore. Queste soluzioni sono in fase di maturazione e sono in cerca di legittimazione. Le valute digitali sono anche al centro delle sperimentazioni di governi e banche centrali che guardano alle CBDC: in tal senso, 59 delle 100 principali banche al mondo hanno attivato almeno un progetto legato all’utilizzo di stablecoin, CBDC oppure a servizi di custodia e di investimento in criptovalute. Il “digital euro” è a metà della fase investigativa iniziata nell’ottobre 2021, la strada per la creazione di una forma digitale di moneta, legalmente riconosciuta e utilizzabile su piattaforme blockchain (criptovalute, stablecoin o CBDC), è ancora all’inizio e rimane incertezza su quali saranno gli strumenti che per primi riceveranno la legittimazione necessaria per essere utilizzati dalle aziende nel Web3. Un secondo ambito di applicazione è quello dei progetti in cui i processi di business tradizionali vengono replicati utilizzando tecnologie blockchain. Le aziende che sviluppano questi progetti perseguono obiettivi di efficientamento dei processi esistenti, utilizzando le tecnologie blockchain per semplificare l’accesso e la condivisione dei dati (nel 56% dei casi), per garantire la trasparenza e l’immutabilità delle informazioni (38%) o per realizzare processi affidabili attraverso gli smart contract (6%).
A giudizio degli analisti, il momento di difficoltà di questi progetti, proseguito nel 2022, non è sintomo del fallimento di una tecnologia, ma piuttosto della complessità di progetti di ecosistema ampi.
I progetti “decentralized web” sono cresciuti molto nel 2022, soprattutto con la creazione di contenuti digitali collezionabili. In particolare, molti player attivi nel business della moda e del lusso hanno avviato progetti di emissione di asset, sia “phygital”, sia puramente digitali, costruendo nuove strategie di business intorno agli Nft.
Anche le applicazioni decentralizzate hanno proseguito la loro evoluzione. In particolare, le Dao (“Decentralized autonomous organization”, organizzazioni la cui attività ed il cui potere esecutivo sono ottenuti e gestiti attraverso regole codificate) e i sistemi di governance distribuita su blockchain hanno attirato l’attenzione di aziende tradizionali, ad oggi, però, questi modelli decisionali partecipativi e decentralizzati sono utilizzati quasi esclusivamente dalle DApp più mature, come quelle del mondo della finanza decentralizzata.
Ancora segno più per gli investimenti nel mercato italiano. Lungo la penisola il 2022 ha visto un deciso aumento dei progetti blockchain aziendali. Gli investimenti nel 33% dei casi sono legati al settore finanziario e assicurativo, nel 23% legati al retail e alla moda, principale novità del 2022. Ma si segnalano anche il settore automobilistico e della pubblica amministrazione, con quote, rispettivamente, pari al 10% e al 7% del mercato.
Aumenta anche l’interesse degli italiani per le cryptovalute e i token, infatti sono più di 7 milioni coloro che li hanno già acquistati e altri 7 milioni dichiarano di essere interessati a farlo in futuro. Il metodo più usato per entrare in possesso di questi strumenti sono gli scambi di criptovalute (40%), seguiti da “bancomat” di criptovalute (19%) e servizi di portafoglio digitale che permettono l’acquisto diretto (18%). Inoltre, il 52% degli italiani ha utilizzato sistemi indiretti tramite servizi di trading finanziari tradizionali e la propria applicazione bancaria.
I sistemi di scambio di criptovalute sono anche il metodo di custodia preferito da oltre la metà degli italiani che, però, utilizzano diffusamente anche “non custodial wallet” in cui l’utente detiene il pieno controllo delle chiavi private e dei fondi in esso custoditi senza coinvolgere soggetti esterni.
I tre exchange più utilizzati sono Coinbase, Crypto.com e Binance. Numeri, inferiori, invece, per gli Nft, con il 9% degli italiani dichiara di averli acquistati e il 14% intende acquistarne in futuro. Gli Nft preferiti dagli italiani sono quelli collegati a opere d’arte digitali, avatar e oggetti da collezione.
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