Sono stati poco più di 117 mila i contagi sul lavoro da Covid-19 nel 2022, il 37,2% dei 315.055 infezioni di origine professionale denunciate all’Inail dall’inizio della pandemia (pari all’1,2% del complesso dei contagiati nazionali). A fare il punto della situazione sui contagi lavoro-correlati da nuovo Coronavirus è il 31esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, pubblicato ieri, che conferma che gli 891 casi mortali denunciati sono concentrati quasi esclusivamente nei primi due anni della pandemia. Il 2020, infatti, raccoglie il 65,9% del totale (587 decessi), il 2021 il 33,0% (294) e il 2022 il restante 1,1% (10), salvo consolidamenti che saranno rilevabili nei successivi monitoraggi.

Se a morire sono soprattutto gli uomini (82,7%), prendendo in considerazione tutte le infezioni denunciate il rapporto tra i generi si inverte. La quota delle lavoratrici sul totale dei contagi, infatti, è pari al 68,4%. L’età media dei lavoratori contagiati è di 46 anni per entrambi i sessi, con la fascia d’età 50-64 anni al primo posto con il 42,0% delle denunce, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,0%), under 35 anni (19,9%) e over 64 anni (2,1%).

L’analisi per professione dell’infortunato conferma la prevalenza dei contagi sul lavoro tra il personale dell’ambito sanitario, coinvolto in circa i tre quarti del totale delle denunce, prima fra tutte la categoria dei tecnici della salute, con il 37,9% dei casi, l’82,3% dei quali relativi a infermieri.
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