IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA USA VUOLE SCORPORARE LE DIVISIONI ANTICONCORRENZIALI
di Marco Capponi
Il dipartimento di Giustizia americano intende usare la mano pesante contro Google. La nuova indagine antitrust contro Alphabet, casa madre del motore di ricerca più usato al mondo, potrebbe portare allo spezzatino dell’azienda. È questa la volontà degli accusatori (il dipartimento più otto Stati), che hanno chiesto a un tribunale federale della Virginia di invalidare le presunte «acquisizioni anticoncorrenziali» dell’azienda, tra le quali rientrerebbe l’acquisto nel 2008 della società di servizi pubblicitari DoubleClick, e la dismissione della divisione che si occupa di compravendita di annunci su altri siti o app. A rischio ci sono più di 30 miliardi di dollari di fatturato. Google dal canto suo ha bollato l’azione legale come «un tentativo di proclamare vincitori e vinti nel settore altamente competitivo della pubblicità». Il titolo a Wall Street, a mezz’ora circa dalla chiusura, lasciava per strada circa il 3%, risultando di gran lunga il peggiore tra quelli delle big tech in una seduta in cui i conti di Microsoft avevano fatto temere il profondo rosso per tutto il settore. Il titolo della società che fu di Bill Gates perdeva circa lo 0,3%, in forte recupero dopo il -3% di inizio contrattazioni. Piccoli segnali di ripresa anche per Amazon, partita da un -4,5% e risalita poi a +0,6%. Ugualmente deboli Meta (-0,7%) e Apple (-0,5%). Il detonatore è stata la guidance per i prossimi mesi di Microsoft, che prevede una contrazione del mercato dei computer e il rallentamento del cloud. Il colosso guidato dal ceo Satya Nadella ha previsto nei tre mesi in corso ricavi compresi tra i 50,5 e i 51,5 miliardi, che implicherebbero una crescita annua del 3% ma risulterebbero inferiori ai 52,4 stimati dagli analisti Refinitiv. Il cfo Amy Hood ha dichiarato di aspettarsi un calo del 17% nel business dei pc e un rallentamento di 4-5 punti nella crescita di Azure, la divisione di cloud computing. Nel corso del trimestre da poco concluso Azure ha messo a segno un +31%, rispetto al +35% dei tre mesi precedenti.
Dati alla mano, comunque, il cloud si conferma motore trainante di Microsoft: nel trimestre la business unit (Azure e altri servizi) ha portato 21,5 miliardi (+18% annuo) e sopra i 21,4 previsti dal consenso. Di contro i ricavi da pc e hardware sono scesi del 19% a 14,2 miliardi, mentre il segmento Business Processes, che include Microsoft 365, LinkedIn e Dynamics, ha portato 17 miliardi (+7%). Risultato: 52,8 miliardi di ricavi, meno dei 52,9 previsti dagli esperti e in aumento annuo del 2%, la crescita più bassa dal 2016. In chiaroscuro l’utile, sceso del 12% a 16,4 miliardi, o 2,32 dollari per azione: un risultato comunque migliore dei 2,29 dollari ipotizzati dal consenso. (riproduzione riservata)
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