Simona D’Alessio
«Scalda i motori», in vista dell’approdo nell’Aula della Camera (lunedì 23 gennaio), la proposta di legge per imporre un equo compenso per le prestazioni rese dai liberi professionisti a una specifica platea di committenti: ieri pomeriggio, infatti, la Commissione Giustizia ha acceso il semaforo verde sul testo-base (frutto dell’unificazione delle iniziative 338 del presidente del Consiglio e leader di FdI Giorgia Meloni e 271 del deputato della Lega Jacopo Morrone), conferendo, con voto unanime, il mandato per l’Assemblea alle relatrici, le parlamentari di FdI e Lega Carolina Varchi e Ingrid Bisa. E, quindi, adesso il provvedimento ha la strada spianata verso il varo di Montecitorio, che dovrebbe avvenire nella prima parte della prossima settimana.

«Abbiamo l’occasione di tutelare i professionisti e regolamentare la delicata materia delle remunerazioni delle prestazioni professionali. Per questo, ringrazio tutte le forze politiche per la sensibilità mostrata nel rispettare i tempi imposti dall’Assemblea, consentendo che il provvedimento viaggi speditamente», è stato il primo commento di Varchi, che ha voluto rammentare come l’iniziativa normativa aveva sfiorato il via libera definitivo nella XVIII Legislatura, prima della caduta del governo di Mario Draghi. Perciò, ha rimarcato, poterne concludere ora l’iter, costituisce «una grande vittoria per noi», con riferimento alla maggioranza, «ma soprattutto per tutti quei professionisti che potranno tutelarsi in maniera più chiara e netta», quando entreranno in vigore le nuove norme che disciplinano «i rapporti professionali aventi ad oggetto la prestazione d’opera intellettuale» con imprese bancarie ed assicurative e società che, nell’anno precedente al conferimento dell’incarico, avevano più di 50 lavoratori alle loro dipendenze, o avevano raggiunto dei ricavi annui superiori ai 10 milioni di euro.

Il testo, infine, considera «nulle» le clausole che non fissano un compenso equo, nonché le pattuizioni che vietino al professionista di pretendere acconti, o impongano l’anticipo di spese.

Simona D’Alessio
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