La Corte di Cassazione ha affrontato un caso di frode ex art. 642 codice penale, affrontando anche il tema dell’utilizzo probatorio delle dichiarazioni rese agli investigatori della compagnia
di Bianca Pascotto
Parlare di indagini difensive richiama alla memoria il mitico tenente Colombo che con fare sornione, riusciva sempre ad inchiodare il colpevole.
L’accertamento del reato di frode assicurativa, come per molti altri reati, è condizionato da almeno due fattori: la tempestiva proposizione della querela e il favorevole esito delle indagini preliminari che supporti il rinvio a giudizio.
Quando un sinistro odora di truffa le compagnie assicurative conferiscono mandato ad investigatori privati per verificare e reperire ogni elemento utile ad accertare la condotta fraudolenta perpetrata a loro danno e, in questa fase, gli stessi raccolgono testimonianze o dichiarazioni da parte di tutti i soggetti che gravitano intorno al sinistro.
La Corte di Cassazione[1], sezione penale, è stata interessata in un caso di frode ex art. 642 codice penale e ha affrontato due questioni:
CONTENUTO A PAGAMENTOIl contenuto integrale di questo articolo è visualizzabile solo dagli abbonati a Non sei abbonato?
Scopri i piani di abbonamento
Sei già abbonato? Effettua il login nel modulo sottostante
_________
[1] Cassazione penale, sentenza del 18 novembre 2022 n. 43927
© Riproduzione riservata