Cuneo fiscale al 3% fino a 25 mila euro
di Carla De Lellis
Nel 2023 sarà di 597 euro la pensione minima mensile dei pensionati con 75 o più anni d’età e 572 euro quella dei pensionati più giovani. Lo stabilisce un emendamento al ddl della manovra 2023, che modifica la «maggiorazione eccezionale» a favore delle pensioni inferiori a 525,38 euro mensili (il minimo Inps), già prevista nel testo del ddl approvato dal governo. Novità, inoltre, anche sulla rivalutazione delle pensioni superiori, con qualche euro in meno, rispetto a oggi, ai pensionati con assegni superiori a 2.101 euro. Nessun ritocco, invece, a chi oggi ha pensioni superiori a 525 euro e fino a 2.101 euro mensili.
La rivalutazione delle pensioni. Per il 2023 è già noto il tasso: 7,3%, che porta il minimo Inps, per esempio, da 525,38 euro (al 31 dicembre 2022) a 563,73 euro, con un aumento di 38,35 euro mensili ovvero di 498 euro in un anno (tredici mensilità). L’aumento è fisso, pari cioè al 100% del tasso Istat, per le pensioni fino al minimo Inps; varia, invece, con incrementi differenziati a scaglioni d’importo della pensione o di tutte le pensioni soggette alla rivalutazione, quando si supera il minimo (525,38 euro, come detto). La Manovra interviene in entrambi i campi.
Le pensioni inferiori al minimo. La Manovra introduce una seconda rivalutazione eccezionale, al fine di contrastare gli effetti negativi dell’inflazione attesi nel biennio 2022-2023. Le pensioni inferiori, oggi, a 525,38 euro mensili riceveranno una rivalutazione ordinaria del 7,3%: il minimo, dunque, dal 1° gennaio 2023 passerà a 563,73 euro. Oltre a questa, la seconda rivalutazione andrà calcolata sulla pensione mensile in essere al 31 dicembre 2022 e sarà pari:
– per l’anno 2023: a 1,5% per i pensionati d’età inferiore a 75 anni; al 6,4% per i pensionati d’età pari o superiore a 75 anni;
– per l’anno 2024: a 2,7% per tutti i pensionati.
Con il duplice aumento, pertanto, il minimo Inps, dal 1° gennaio 2023, salirà da 525 a 597 euro mensili per i pensionati d’età pari o superiore a 75 anni: 38,35 euro in più per la rivalutazione ordinaria e 33,62 euro per quella eccezionale. Per i pensionati più giovani, invece, salirà a 572 euro: 38,35 euro in più per la rivalutazione ordinaria e 7,88 euro per quella eccezionale.
Le pensioni superiori al minimo. Anche le pensioni superiori, oggi, a 525,38 euro mensili avranno una rivalutazione ordinaria commisurata al tasso del 7,3%, ma con incrementi differenziati (del tasso) in base a scaglioni d’importo (della pensione o di tutte le pensioni del pensionato). Il ddl Manovra 2023 ritocca gli incrementi per le pensioni che superano il limite di 4 volte il minimo Inps, ossia 2.101,52 euro. Per le pensioni fino a tale importo, invece, non ci sono novità: saranno rivalutate al 100% del tasso Istat, portandosi dal 1° gennaio 2023 a 2.254 euro per effetto della rivalutazione ordinaria piena (cioè del 7,3%). Per fasce d’importo superiori, invece, la rivalutazione:
– doveva essere al 90% del tasso Istat (7,3%) e sarà dell’85%, per la fascia d’importo oltre 4 e fino a 5 volte il minimo Inps;
– doveva essere al 75% del tasso Istat per la fascia d’importo superiore a 5 il minimo Inps e, invece, sarà:
del 53% per la fascia d’importo oltre 5 e fino a 6 volte il minimo Inps;
del 47% la fascia d’importo oltre 6 e fino a 8 volte il minimo Inps;
del 37% la fascia d’importo oltre 8 e fino a 10 volte il minimo Inps;
del 32% la fascia d’importo oltre 10 volte il minimo Inps.
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