L’ANALISI DI DELOITTE SULLE RELAZIONI FINANZIARIE 2021: VARIA IL LIVELLO DI APPROFONDIMENTO
di Antonio Longo
Il 68% dei bilanci delle società quotate italiane nel 2021 riporta l’informativa relativa al cambiamento climatico. Nel 2020 tale percentuale era pari al 53% mentre nel 2019 si fermava al 42%. Continua, quindi, a crescere l’attenzione delle società quotate sulla rilevanza dell’informativa sui rischi legati al clima nei bilanci. È quanto emerge dal report di Deloitte “L’evoluzione dell’informativa climate – related nelle relazioni finanziarie 2021” secondo cui, però, il livello di dettaglio è molto diversificato, includendo casi in cui si offre un quadro molto generico e teorico e casi in cui, invece, si fornisce un’analisi approfondita e coerente con la strategia climatica adottata dalle società. «In linea con il trend già emerso nell’ambito delle analisi svolte sui bilanci 2019 e 2020, la trattazione del rischio correlato al cambiamento climatico evidenzia un’ulteriore crescita della diffusione dell’informativa fornita nelle relazioni finanziarie annuali 2021 delle società quotate, confermando il proseguimento di un percorso di crescente consapevolezza», sottolinea l’audit & assurance leader di Deloitte Stefano Dell’Orto, «in particolare, la maggiore sensibilità, certamente spinta dal processo evolutivo originato nei precedenti esercizi dalle crescenti sollecitazioni di investitori e regulator (enti regolatori, ndr), è stata ulteriormente incentivata dalle raccomandazioni Esma per i bilanci 2021». L’analisi di Deloitte si è concentrata, in particolare, sui bilanci di 210 società quotate sul mercato telematico azionario di Borsa Italiana. Emerge che resta ancora un consistente numero di società, seppur in decremento rispetto agli esiti del report 2021, che non affronta tale aspetto con il 32% delle relazioni finanziarie annuali che non include alcun riferimento al tema.
Il diverso livello di dettaglio. Le spinte degli stakeholder, e in generale del mercato, reclamano un’informativa trasparente, accurata e completa, capace di fornire realmente elementi per comprendere gli impatti del rischio correlato al cambiamento climatico sulle performance economico – finanziarie e sulla relativa informativa di bilancio. Gli analisti hanno individuato, quindi, due sottogruppi differenziati. Il primo è rappresentato dalle società che forniscono una disclosure (ossia chiarimenti) specifica, con 130 delle 143 relazioni finanziarie annuali, pari al 62% dell’intero campione, contro il 36% del report 2021, che affrontano, seppure con livelli di dettaglio significativamente differenti, il cambiamento climatico quale fattore specifico della realtà aziendale, declinando le considerazioni nell’ambito della relativa strategia di gestione e identificando i rischi e le opportunità correlati. Il secondo gruppo è, invece, costituito dalle società che hanno predisposto una disclosure generica, con 13 delle 143 relazioni finanziarie annuali che trattano il cambiamento climatico, pari al 6% dell’intero campione, contro il 16% del report 2021, evidenziando una menzione del tema puramente quale fattore di contesto e di mercato, non declinato rispetto alla realtà aziendale e al relativo quadro strategico, senza individuazione di rischi e di opportunità correlati.
L’analisi restituisce, quindi, un significativo miglioramento rispetto all’anno precedente, inoltre gli esperti evidenziano il trend di crescita relativo all’inclusione del cambiamento climatico quale parametro nell’elaborazione delle stime contabili, con il 29% dell’intero campione di 210 società analizzato, contro il 7% del report 2021, probabilmente in risposta alle sollecitazioni di mercato e degli enti regolatori, oltre che in seguito alla manifestazione dei primi impatti delle conseguenze del mutamento del clima. Con riferimento alle 130 relazioni che affrontano il climate change correlato alla realtà aziendale, 118 di queste, pari al 56% dell’intero campione analizzato contro il 35% del report 2021, includono una disclosure correlata al climate change all’interno della relazione sulla gestione mentre 61 relazioni, pari al 29% dell’intero campione analizzato contro il 7% del report 2021, includono informazioni di dettaglio correlate al climate change anche nelle note illustrative al bilancio. «L’informativa, ancorché prevalentemente qualitativa, denota una crescente consapevolezza del nesso esistente tra il tema del cambiamento climatico, i suoi risvolti sulla strategia aziendale e i conseguenti impatti economico – finanziari nella gestione», aggiunge Dell’Orto, «dallo studio, inoltre, emerge una diversa ripartizione fra società; infatti, quelle industriali nel 64% dei casi affrontano il tema climate nella loro relazione finanziaria annuale 2021, mentre quelle finanziarie solo nel 54% dei casi lo fanno. Il dato resta dunque disomogeneo se letto in una prospettiva settoriale, è infatti innegabile che il panorama evidenzi settori caratterizzati da una maggiore maturità, molto probabilmente influenzati dall’esposizione a un maggior rischio derivante dal cambiamento climatico».
Migliorare la comunicazione all’interno dell’azienda. La necessità della gestione del rischio in un contesto strategico si interseca con gli aspetti di gestione e comunicazione, anche in risposta alle richieste di trasparenza che arrivano dagli stakeholder. Il contesto normativo relativo al settore finanziario è in forte evoluzione e si sta delineando un percorso finalizzato a riflettere il rischio climatico nel calcolo dei requisiti prudenziali e nella relativa informativa al mercato. La normativa, con riferimento alle tematiche Esg, risponde alla duplice esigenza di adempiere efficacemente agli obblighi di vigilanza relativi all’informativa prudenziale, incoraggiando gli operatori finanziari a incorporare gli impatti dei rischi climatici e ambientali nella valutazione dei rischi tradizionali e a fornire al mercato informazioni, e a fornire un’adeguata informativa nelle relazioni finanziarie annuali, includendo gli aspetti relativi ai rischi legati al clima e agli impatti che tali rischi hanno sulle assunzioni più significative, sulla determinazione delle stime e sulle grandezze di bilancio. In tale contesto si innestano le evoluzioni del corporate reporting tracciate in ambito europeo dalla Csrd – Corporate sustainability reporting directive. In particolare, la Csrd delinea un profilo di informativa sulla sostenibilità integrata nella relazione sulla gestione al fine di favorirne l’interconnessione con l’informativa finanziaria ed estende il perimetro di applicazione di tale previsione a tutte le società quotate sui mercati regolamentati dall’Ue, ad eccezione delle sole microimprese quotate e alle grandi società non quotate. Ma, come evidenziato nel rapporto, la gestione dell’informativa climate non può che essere il flusso coordinato di processi decisionali che coinvolgono aree aziendali molto diverse. Il percorso di maturazione è ancora in corso e le strutture organizzative aziendali dovranno evolvere per garantire la qualità nel processo di produzione, raccolta e aggregazione delle informazioni, nonché la coerenza e consistenza rispetto a tutti documenti oggetto di comunicazione al mercato. «Lo scenario prospettato mette in evidenza l’urgenza che all’interno delle aziende nascano nuove modalità di interazione tra le funzioni oggi deputate a occuparsi del reporting di sostenibilità e le funzioni finance che hanno la governance sui processi di predisposizione dell’informativa finanziaria annuale, per mettere a fattor comune gli elementi informativi disponibili per ciascuna di esse», osserva il sustainability leader di Deloitte Franco Amelio, «l’interrelazione tra tali funzioni è, infatti, elemento essenziale per l’attuazione di un piano di transizione verso quella che a tutti gli effetti si delinea come una nuova era del corporate reporting, dove le componenti Esg saranno driver sempre più rilevanti di valutazione delle performance aziendali. Ciò pone le aziende di fronte a una sfida importante in termini di strutturazione di nuovi processi di rendicontazione che abbraccino in modo organico competenze e ambiti propri di diverse funzioni aziendali».
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