Gli obblighi di trasparenza delle imprese sull’ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali introdotti dalla direttiva europea Csrd

1. Introduzione e premessa all’avvio del Csrd

Dopo la recente approvazione del parlamento dell’Ue, anche il consiglio europeo ha ora “bollinato” in via definitiva la direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese (Csrd, Corporate sustainability reporting directive). Detto in altri termini, le aziende saranno presto tenute a pubblicare informazioni dettagliate sulle questioni di sostenibilità, incrementando in maniera esponenziale la responsabilità delle società e ostacolando (rectius, rimuovendo) l’adozione di standard di sostenibilità divergenti.

Fin da ora giova rimarcare che le nuove disposizioni renderanno un maggior numero di imprese responsabili del loro impatto sulla società e, per l’effetto, verranno trainate verso un’economia vantaggiosa per le persone e l’ambiente. I dati sull’impronta ambientale e sociale saranno disponibili al pubblico per chiunque sia interessato a tale impronta. Parimenti, i nuovi presupposti dovranno essere “misurati” alle varie dimensioni delle aziende.

La Csrd, presentata dalla Commissione europea nell’aprile del 2021 nell’ambito del Green deal europeo e dell’Agenda per la finanza sostenibile, modifica la direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (Nfrd) del 2014 e rafforza le norme esistenti sulla rendicontazione non finanziaria, che non sono più adeguate alla transizione dell’Ue verso un’economia sostenibile.

Parliamo cioè, in merito al Green deal, della nuova strategia di crescita dell’Unione europea, il cui obiettivo è trasformare l’Unione in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, con emissioni nette di gas serra pari a zero (net zero emissions) entro il 2050. Inoltre, mira a proteggere, conservare e valorizzare il capitale naturale dell’Unione e tutelare la salute e il benessere dei cittadini dai rischi ambientali. E invero, il Green deal punta a disaccoppiare la crescita economica dall’esaurimento delle risorse e garantire che tutte le regioni e i cittadini dell’Unione partecipino congiuntamente a una transizione socialmente equilibrata verso un’economia sostenibile. Questi obiettivi sono particolarmente importanti considerando il danno socioeconomico causato dalla pandemia di Covid-19 e la necessità di una ripresa sostenibile, inclusiva ed equa.
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