SONO ATTESE IN SETTIMANA LE PROPOSTE NON VINCOLANTI PER IL GRUPPO COOPERATIVO
di Luca Gualtieri
Periodo di operazioni straordinarie per Iccrea. In questi giorni il gruppo bancario cooperativo guidato da Mauro Pastore sta seguendo con attenzione due cantieri su cui sono attese a breve importanti novità. Entro la fine di questa settimana arriveranno le offerte non vincolanti per le attività assicurative che l’istituto ha messo a gara subito dopo l’estate. Alla finestra ci sarebbero Generali e la francese Groupama, ma anche la svizzera Helvetia. Sul piatto ci sono le due joint venture Bcc Vita e Bcc Assicurazioni (rami vita e danni) per le quali sinora Iccrea ha avuto come alleato Cattolica. Chiusa in anticipo la partnership con il gruppo veronese (oggi confluita nel gruppo Generali), il gruppo cooperativo romano si è rivolto al mercato e sul dossier si sono affacciati diversi operatori italiani e internazionali. La strategia seguita da Iccrea è insomma simile a quella di Banco Bpm, che nei prossimi giorni dovrebbe esprimersi sulle offerte per il ramo danni. Per piazza Meda la partita si è aperta nella primavera scorsa, quando le attività bancassicurative sono finite nel mirino di diversi gruppi italiani ed esteri, ed è sfociata in un derby tutto francese tra il Crédit Agricole e Axa.
Tornando a Iccrea, un altro cantiere aperto è quello del de-risking. Il gruppo cooperativo avrebbe infatti messo sul mercato un portafoglio di crediti deteriorati dal valore complessivo di circa 600 milioni. Nello stock ci sarebbero sia sofferenze che utp provenienti da almeno una decina di bcc. Lo schema è insomma simile a quello delle operazioni di pulizia che Iccrea ha lanciato negli anni scorsi. La differenza è che in quei casi la componente utp era minimale, mentre quest’anno potrebbe essere significativa. Il secondo elemento di novità è costituito dal fatto che la cessione non sarà assistita da garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni (Gacs).
L’operazione va nella direzione di migliorare la qualità dell’attivo del gruppo cooperativo, come previsto dall’ultimo piano industriale. La strategia prevede infatti al 2024 una crescita degli impieghi netti a clientela fino a 94,6 miliardi di euro (+7% sul 2021) con una nuova origination in arco piano di oltre 49 miliardi (17,2 miliardi nel solo 2024, Cagr +4,6%) e un programma di cessioni anche assistite da gacs. In arco piano è prevista la riduzione degli npl netti a 2 miliardi di euro (-18% sul 2021), degli npl lordi a 4,4 miliardi (-32% sul 2021), dell’npl ratio netto al 2,1% e lordo al 4,5%.
Il mercato del credito deteriorato si sta del resto mostrando molto vivace in queste ultime settimane dell’anno. I gruppi bancari hanno infatti la necessità di completare le pulizie dell’attivo prima della chiusura dei bilanci. Unicredit per esempio ha messo sul mercato il portafoglio «Project Tahiti». Con questa operazione la banca guidata da Andrea Orcel intende disfarsi di circa 1,5 miliardi di attivi, sia sofferenze che unlikely to pay. Il portafoglio, che proprio negli ultimi giorni è finito sotto la lente di diversi investitori italiani e internazionali, contiene parte di quei crediti leasing che Unicredit non era riuscita a cedere nei mesi scorsi. Intesa Sanpaolo invece ha venduto sinora posizioni per un valore nominale di 9,3 miliardi portando a oltre 58 miliardi l’importo delle dismissioni fatte dal picco del 2015 a oggi. A determinate condizioni da qui alla fine dell’anno non si escludono ulteriori deal che porterebbero il volume complessivo in uscita oltre i 10 miliardi nominali. (riproduzione riservata)
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