LA FOTO DI IAA-POLIMI SUL MERCATO ASSICURATIVO DIGITALE: RESTA IL DIVARIO CON IL RESTO D’EUROPA
di Roxy Tomasicchio
Il mercato assicurativo digitale conferma tutto il suo potenziale di crescita: rispetto ai 60 milioni di euro investiti nel primo semestre dello scorso anno, sono stati 200 i milioni di euro (+230%) investiti fino al 30 giugno scorso nel cosiddetto insurtech. Parliamo, cioè, del processo di digitalizzazione del settore assicurativo: dalla sottoscrizione delle polizze alla gestione dei sinistri, tutto avviene online grazie all’analisi dei Big data o all’intelligenza artificiale. Si tratta, infatti, di un ramo della cosiddetta fintech, cioè l’applicazione delle tecnologie al mondo finanziario e delle assicurazioni. A raccogliere le tendenze del mercato è l’Insurtech investment index report, ideato da Iia (Italian insurtech association, associazione che riunisce più di 200 operatori del settore assicurativo), ed elaborato dall’Osservatorio fintech & insurtech del Politecnico di Milano. Dalla terza edizione dell’Italian insurtech summit, svoltosi dal 21 al 23 settembre scorsi, è emerso quindi che, malgrado l’incertezza macroeconomica attuale, l’insurtech non frena. Negli ultimi 30 mesi sono stati 510 i milioni di euro investiti e la crescita del primo semestre fa stimare a 500 milioni gli investimenti che ci saranno fino a fine anno. Nonostante l’incremento del primo semestre sia stato moderato (+10%) rispetto al secondo semestre dello scorso anno, che ha fatto registrare investimenti per 180 milioni di euro. È una evoluzione che, del resto, procede di pari passo con quella dei consumatori, sempre più digitali, che oggi rappresentano il 42% del bacino assicurativo, rispetto al 33% pre-pandemia. Però, l’Italia deve fare i conti col contesto europeo, nell’ambito del quale sconta un divario piuttosto alto. Infatti, l’Italia è il fanalino di coda nei confronti degli altri Paesi Europei: dall’inizio del 2020 a giugno 2022, Gran Bretagna, Germania e Francia hanno investito, rispettivamente, 3,7 miliardi, 3,3 miliardi e 2,9 miliardi di euro. Una delle cause di questo svantaggio sta proprio nella bassa digitalizzazione del settore assicurativo nostrano. L’Insurtech investment index report ha evidenziato come il rapporto tra compagnie assicurative e start-up o pmi innovative in Italia sia ancora in una fase preliminare. Se, infatti, abbiamo avuto negli ultimi 30 mesi circa 120 milioni di investimenti in start-up, altri Paesi europei hanno finalizzato investimenti per cifre di circa 10 volte superiori. L’Italia, quindi, è un mercato sotto-assicurato che acquista attrattività agli occhi degli operatori stranieri: nel triennio 2020-2022 c’è stato e ci sarà l’ingresso di 50 soggetti stranieri in ambito assicurativo, con piani di investimento rilevanti.
Dopo un 2021 da record, che aveva fatto registrare un +90% di investimenti nei confronti del 2020, il valore di questi ultimi a livello mondiale ha proseguito la sua crescita, sebbene la recente crisi per il conflitto in Ucraina e la conseguente situazione economica ne abbiano rallentato la corsa. In Italia, posta in una situazione di arretratezza, lo sviluppo è stato più rilevante rispetto ai vicini Paesi, ed è per questo che l’Iia mantiene la stima di un miliardo di euro investiti entro il 2023. Traguardo raggiungibile se si spinge l’acceleratore sulla digitalizzazione del mercato assicurativo. A oggi il 71% degli operatori ritiene che ci sia un gap tecnico e digitale nelle loro competenze. Tuttavia, una ricerca Iia, in collaborazione con EY, ha evidenziato come sia diventata una priorità per le compagnie assicurative ridurre il divario di competenze all’interno della filiera e avviare accordi con partner innovativi. In particolare: il 45% ha avviato collaborazioni con tech company; il 66% con enti accademici; il 59% con Insurtech e il 34% con acceleratori o incubatori. Le insurtech, inoltre, sono percepite dall’80% degli intervistati come un’opportunità per abilitare nuovi prodotti, nuovi processi e migliorarne l’efficienza. Secondo i dati raccolti dall’Insurtech investment index del Politecnico, oltre 8 compagnie su dieci hanno giudicato come prioritario innovare la propria offerta di prodotti e servizi; mentre il 77% ritiene una priorità aumentarne l’efficienza. Tra le tecnologie innovative su cui puntare, l’85% ha indicato Api (Interfaccia di programmazione delle applicazioni), e il 77% ha indicato soluzioni di intelligenza artificiale. Tutto ciò per assecondare le esigenze dei consumatori: secondo le stime dell’associazione entro 10 anni l’82% dei prodotti assicurativi sarà digitale.
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