Gli investimenti messi in campo dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), che per la digitalizzazione della sanità prevedono fondi per due miliardi e 800mila euro, daranno una spinta decisa all’innovazione e alla telemedicina.
Secondo le previsioni di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, la telemedicina sarà attivata in 280 ospedali entro il 2025, e servirà una platea di 200mila pazienti, mentre l’85% dei medici di famiglia potrà contare sul collegamento al fascicolo sanitario elettronico.
Obiettivo sarà fornire ai pazienti un servizio migliore grazie alla teleassistenza domiciliare, al telemonitoraggio tramite sensori e device personali, alla telemedicina e alla sanità digitale, riducendo le liste di attesa e diminuendo i costi dovuti alle ospedalizzazioni.
L’importanza che il Pnrr dà alla telemedicina – si legge nell’articolo dedicato al tema su Monitor 47, “Investimento in telemedicina: dalla progettazione all’attuazione” – è una grande opportunità e responsabilità sia in tema di risorse impiegate, sia anche, e soprattutto, di prestazioni offerte ai cittadini. In questa ottica il Pnrr è un investimento e rappresenta una vera e propria riforma settoriale, che mette al centro la persona nella propria comunità di riferimento e punta alla casa come primo luogo di cura e al potenziamento dell’assistenza di prossimità in tutte le sue forme. Tale riorganizzazione, pertanto, non può prescindere dal potenziamento delle soluzioni digitali.
Medici, infermieri e tutti gli operatori sanitari coinvolti potranno interagire e migliorare la gestione dei propri pazienti, che otterranno, direttamente presso la propria abitazione, indicazioni precise e mirate sulla cura, contribuendo così al monitoraggio e controllo costante della loro salute nell’ottica della prossimità e della qualità.
Fonte: Corcom