PER LE START UP NEL SETTORE BANCARIO CALO DI OLTRE IL 50% NEL SECONDO TRIMESTRE
di Luca Gualtieri
La frenata del fintech è conclamata. La stretta monetaria negli Usa e in Europa sta limitando l’entità delle risorse finanziarie disponibili per il settore che pure, negli anni scorsi, aveva conosciuto un boom senza precedenti in termini di valutazioni e di capacità di raccolta. Gli ultimi dati arrivano dal report State of Fintech realizzato dalla società di analytics americana CbInsights che monitora l’andamento della finanza digitale. Secondo il documento la raccolta per le fintech globali è caduta del 33% nel secondo trimestre di quest’anno, passando dai 30,3 miliardi del 31 marzo ai 20,4 miliardi di fine giugno. Si tratta del livello più basso dalla fine del 2020 quando era partita la volata del comparto, a seguito del cambio di preferenze dei consumatori innescato dalla pandemia.

In discesa risulta anche il numero di operazioni di finanziamento (round, in gergo) che nello stesso periodo sono calate del 17% a 1.225, livello più basso degli ultimi sei trimestri. In linea con questo trend è risultato anche il numero dei cosiddetti mega-round, cioé delle operazioni di finanziamento con un importo di oltre 100 milioni di dollari, che a fine giugno si sono quasi dimezzati (-45%) per un importo complessivo di 9,7 miliardi di dollari.

La frenata del settore ha interessato anche il tasso di natalità dei cosiddetti unicorni, cioé delle start up con una valutazione pari o superiore al miliardo di dollari: nel secondo trimestre del 2022 nell’esclusivo club sono entrate soltanto 20 società (tra cui KuCoin, Coda Payments e Newfront Insurance), un numero inferiore a quello registrato nei trimestri precedenti. In questo ambito si sono peraltro registrati i segnali più eclatanti di sboom. Basti pensare che a gennaio la fintech SumUp era convinta che i suoi pos per cellulare meritassero almeno 20 miliardi. A fine giugno la società ha chiuso sì un round da 590 milioni ma con una valutazione di 8 miliardi. A giugno 2021 inoltre Klarna aveva raccolto 640 milioni con una valutazione di 46,5 miliardi diventando la fintech più preziosa del mondo. A inizio luglio la startup svedese ha ottenuto altri 800 milioni ma a un multiplo dell’85% inferiore: 6,7 miliardi.

La crisi è generalizzata in quasi tutti i mercati e l’Europa non fa eccezione. Secondo il report pubblicato da CbInsights, nel Vecchio Continente sono in difficoltà soprattutto le fintech attive nel settore bancario per le quali il funding si è in media più che dimezzato trimestre su trimestre e solo in alcune nicchie come il wealth tech le risorse a disposizione continuano ad aumentare. Il successo del segmento che applica l’innovazione tecnologica al risparmio gestito non è peraltro un fenomeno puramente europeo, ma globale. Solo in questo ambito infatti il numero di operazioni è cresciuto su quasi tutti i fronti per il fintech. (riproduzione riservata)
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