Anna Messia
Una persona su tre vuole assicurare la sua salute entro un anno. A sostenerlo è l’Osservatorio Sanità di UniSalute, realizzato con Nomisma, secondo cui nei prossimi 12 mesi un terzo degli italiani (32%) è interessato a stipulare una polizza integrativa andandosi ad aggiungere al 30% che già ne possiede una. Gli anni d’emergenza sanitaria hanno evidentemente aumentato la sensibilità sul tema salute e un numero crescente di persone sembra propenso a investire sul proprio benessere, puntando anche sulle polizze. Una richiesta che le compagnia di assicurazione sono pronte a soddisfare in una competizione che sta mettendo al centro la prevenzione e i servizi di assistenza, con vantaggi per gli assicurati e per loro stessi. Perché se si adotta un corretto stile di vita e si fanno più spesso controlli sanitari si riduce il rischio di ammalarsi. Così se fino a qualche anno fa il focus delle assicurazioni era il semplice rimborso del sinistro, con il pagamento di un indennizzo monetario, ora la tendenza in atto è quella di affiancare il cliente prima di un eventuale malattia o di un intervento, offrendo visite specialistiche ma anche mettendo a disposizione call center h24 per un consulto oppure prevedendo l’invio di un medico o di un’ambulanza al domicilio in caso di necessità. «L’intenzione delle compagnie è creare un ecosistema di partnership e l’attenzione è molto alta anche da parte delle banche, interessate a completare la loro offerta vita e investimenti con polizze salute», spiega Marco Concordati, partner di EY. Non solo. Se fino a oggi le polizze salute sono state soprattutto quelle collettive, incluse nei contratti di lavoro, la sfida ora, per raggiungere finalmente una diffusione ampia di questi prodotti in Italia, è di offrire polizze individuali che non siano proibitive dal punto di vista dei costi e che offrano servizi di prevenzione e assistenza legati alla salute. «Puntando sia sul servizio consulenziale delle reti di vendita sia sulla digitalizzazione dei servizi, con app che consentono per esempio la prenotazione delle visite, il suggerimento delle strutture sanitarie più idonee o la consultazione dei fascicoli sanitari», aggiunge Concordati, che conferma: «il settore appare in fermento» .
Intesa alleata con Reale. L’ultima operazione firmata nei giorni scorsi è stata la nascita di una joint venture tra Intesa Sanpaolo Vita e il gruppo Reale partecipata al 65% dalla banca e al 35% dall’assicurazione che si occuperà di prestazioni sanitarie e assistenziali con l’obiettivo di arrivare a gestire più di 4 milioni di sinistri. L’accordo tra le parti prevede il conferimento di un ramo d’azienda di Blue Assistance, società di servizi di Reale Group e tra i programmi della nuova società c’è la forte spinta sul digitale, con investimenti programmati per 30-35 milioni. In questo modo la divisione assicurativa confida di riuscire ad accelerare la crescita della compagnia nel ramo salute, dopo che nel 2020 ha acquisito Rbm Salute, raggiungendo premi complessivi di circa 600 milioni che comportano la gestione di circa 3 milioni di sinistri. Questi ultimi sono stati affidati finora a Previmedical (gruppo Favaretto) ma l’accordo è destinato a scadere nel 2025 con i sinistri che saranno gradualmente gestiti dalla nuova società che ha l’obiettivo di arrivare a oltre 4 milioni. di sinistri. Sviluppo che avverrà di pari passo con la crescita dei premi. Nel giro di 5 anni la banca guidata da Carlo Messina conta di arrivare a un miliardo di premi salute, sommando sia polizze individuali sia prodotti collettivi. Un business centrale anche nella strategia di Reale Group che oggi raccoglie poco meno di 200 milioni di premi salute, con circa 500 mila sinistri gestiti e che è pronta ad accelerare.
Unipol vuole 1 mld di premi
Anche per il gruppo bolognese Unipol, già leader nel comparto (si veda tabella in pagina) l’obiettivo è di arrivare a una raccolta premi salute di un miliardo. In un periodo più breve però, considerando che il traguardo è stato indicato nel piano industriale che guarda al 2024 presentato lo scorso maggio. Una crescita che dovrà essere affiancata da una spinta verso l’efficienza: il gruppo presieduto da Carlo Cimbri punta a un combined ratio (il rapporto tra sinistri pagati e premi incassati) del 90,4% con ben 6,1 punti di miglioramento rispetto a quanto fatto nel 2021. Obiettivi che saranno tra l’altro raggiunti utilizzando il brand e le competenze di Unisalute, la compagnia del gruppo specializzata nel comparto, che saranno messe a disposizione di tutte le reti del gruppo, comprese quelle degli agenti.
Poste punta sui dati
A sua volta, anche Poste Italiane ha alzato l’attenzione verso il tema salute intenzionato a mettere a frutto le competenze acquisite durante a pandemia quando il gruppo ha offerto gratuitamente la piattaforma vaccini alle Regioni italiane. Poste Vita è stata tra l’altro la compagnia che nel 2021 ha registrato il più alto tasso di crescita, con un aumento dei premi a 114 milioni (+52%). Non solo. A marzo Poste Welfare e Servizi, ha rilevato il 70% di un veicolo (Plurima Bidco) che a sua volta detiene il 100% di Plurima, società leader in Italia nella logistica ospedaliera e nei servizi di custodia e gestione documentale per le strutture ospedaliere, sia pubbliche sia private. A ciò si aggiunge che a giugno, c’è stato il lancio dell’opa su Sourcesense, società It, con un’operazione che vale circa 40 milioni, per sviluppare la sanità digitale.
Axa compra centri diagnosi
La compagnia francese si è distinta in Italia per essere stata la prima ad acquisire, nel 2019, un centro diagnostico in Lombardia. Oggi i centri sono arrivati a quattro. Nel 2020, facendo leva sul programma di gruppo in partnership con Microsoft (Digital Healthcare Platform), Axa ha poi sviluppato un portale salute Axa (lamiasalute.axa.it) punto d’accesso a tutto l’ecosistema dei servizi salute dal teleconsulto medico, alla prenotazione delle visite, fino alla consegna dei farmaci a casa. (riproduzione riservata)
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