Il rapporto M&A Risk in Review, pubblicato di recente da Aon e Mergermarket, ha riscontrato un certo ottimismo nel mercato, suggerendo che la ripresa dell’attività di M&A dello scorso anno può essere in qualche modo sostenuta, anche se persistono venti contrari sulla scia della pandemia Covid-19.
Anche se i livelli record non saranno raggiunti nel 2021, suggerisce il broker assicurativo Aon, i dealmaker guarderanno con interesse alle transazioni future, alla ricerca di opportunità in un contesto di ripresa della crescita globale e di trasformazione digitale.
Le prospettive sono particolarmente favorevoli per le fusioni e acquisizioni in settori come la tecnologia, i media e le telecomunicazioni (TMT) e nella regione Asia-Pacifico.
Mergermarket ha intervistato 50 dirigenti di team di sviluppo aziendale, società di private equity e banche d’investimento tra la fine del quarto trimestre 2021 e l’inizio del primo trimestre 2022.
Il 70% degli intervistati ha indicato il TMT come il settore più prolifico in termini di operazioni previste per i prossimi 12 mesi. All’estremo opposto, il 54% ritiene che le fusioni e acquisizioni saranno meno prolifiche nel settore dell’energia, delle miniere e dei servizi pubblici (UEM).
La maggior parte degli intervistati (54%) ritiene che l’Asia-Pacifico (Giappone escluso) sia la regione più interessante per le fusioni e acquisizioni nei prossimi 12 mesi. Poco più di un terzo (34%) indica il Nord America, mentre un altro 32% identifica la regione come la seconda più interessante per le fusioni e acquisizioni in generale.
La stragrande maggioranza degli intervistati (90%) prevede un aumento dell’esame delle operazioni per le implicazioni ESG nei prossimi tre anni; quasi la metà (48%) ritiene che l’aumento sarà significativo.
Alistair Lester, co-CEO globale di M&A e Transaction Solutions di Aon, ha commentato: “Anche dopo il recente e intenso periodo di attività M&A record, i dealmaker mantengono una pipeline sana con liquidità a livelli senza precedenti. Tuttavia, si trovano ad affrontare gravi venti contrari e nuove forme di volatilità, tra cui l’incertezza geopolitica che spinge l’inflazione e l’aumento dei tassi d’interesse, l’accelerazione dell’economia digitale, un panorama fiscale in costante evoluzione, sofisticate minacce informatiche, un maggiore controllo dei programmi ambientali, sociali e di governance e un mercato dei talenti impegnativo che mette sotto pressione i programmi e l’integrazione delle persone.”