IMMATRICOLAZIONI SOTTO LE 100 MILA UNITÀ. IL MERCATO RISCHIA UN RITORNO AGLI ANNI ‘60
di Francesco Bertolino
I costruttori restano in attesa dei componenti, i clienti degli incentivi all’acquisto. Risultato: il mercato italiano dell’auto rischia di tornare sui livelli di 60 anni fa. Ad aprile le immatricolazioni sono calate del 33% rispetto allo stesso mese del 2021 (-44% sul 2019). Le vendite sono così scese al di sotto delle 100 mila unità, livello normalmente toccato soltanto nel mese di agosto. Nel primo quadrimestre, sottolinea il Centro Studi Promotor, «le immatricolazioni sono state 435.647 con un crollo del 26,5% sul 2021 e del 38,9% sul 2019. Proiettando il risultato dei primi quattro mesi del 2022 sull’intero anno si ottiene una previsione di 1.117.044 unità, un livello da anni ’60 del secolo scorso». Le ragioni del tracollo si trascinano ormai da mesi. Dal lato dell’offerta, la mancanza di chip e altri materiali sta costringendo i costruttori a bloccare la produzione negli stabilimenti e a paventare ai clienti tempi di consegna superiori all’anno. Dal lato della domanda, invece, l’annuncio degli incentivi sta spingendo molti consumatori a rinviare l’acquisto nell’attesa che entri in vigore il pacchetto da 650 milioni stanziato dal governo. «C’è da sperare che già nei prossimi giorni si provveda a pubblicare il Dpcm sugli incentivi, atto necessario a risollevare la curva delle immatricolazioni», commenta Michele Crisci, appena riconfermato presidente dell’Unrae per il prossimo triennio. L’aspettativa di nuovi contributi pubblici sta deprimendo anche la richiesta di veicoli elettrici, sinora unica nota positiva di un 2022 nero per l’auto: ad aprile con 3.050 unità immatricolate le elettriche (Bev) hanno ridotto al 3,1% la loro quota sul totale. Che cosa accadrà quando finalmente gli incentivi verranno erogati? Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Csp, si sbloccherà la domanda per circa 200.000 autovetture. Nell’intero anno, così, le immatricolazioni potrebbero arrivare a 1.317.000 unità, un livello che mette seriamente in dubbio la tenuta dell’industria dell’auto italiana. A rischio è, soprattutto, la tenuta del sistema dei concessionari che hanno già visto ridursi il loro numero a 1.220 dai 2.785 del 2007. Guardando alle singole case, ad aprile Stellantis ha visto le immatricolazioni calare del 41% a 34.504 unità, per una quota di mercato del 35,24%. (riproduzione riservata)
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