Il 44,5% dei cittadini italiani maggiorenni ha un credito (mutuo o un prestito) in corso (era al 42,2% nel 2020 e al 34,6% nel 2016)
Nonostante la tradizionale cautela degli italiani nel ricorrere al credito bancario per finanziare i propri consumi ol’acquisto della casa, nel 2021 è cresciuta ulteriormente (+5,4% vs 2020) la platea dei cittadini maggiorenni che risultano avere un mutuo o un prestito in corso, arrivata al 44,5% del totale. Un trend iniziato nel 2016 e consolidatosi negli ultimi due anni di pandemia, caratterizzati da condizioni di accesso al credito particolarmente favorevoli anche per i finanziamenti di modesto importo.
Al contempo, però, è migliorata la sostenibilità finanziaria delle famiglie italiane, con il rischio di credito che nell’ultima rilevazione del 2021 ha visto il tasso di default 90 past due registrare una riduzione per attestarsi all’1,2%, il livello più basso degli ultimi anni. A questo risultato hanno contribuito, oltre alle moratorie e agli strumenti di sostegno attivati per contenere gli impatti della pandemia, anche l’atteggiamento responsabile delle famiglie e i tassi di interesse confermati dalla BCE ai minimi storici.
Alla luce di questo, la rata media rimborsata a livello pro-capite ogni mese è scesa ancora fino a 315 euro (-2,8% rispetto al 2020) mentre l’importo residuo che resta da rimborsare per estinguere i finanziamenti in corso si è attestato a 32.191 euro, in lieve flessione rispetto al 2020, malgrado il peso ancora rilevante dei mutui ipotecari che continuano ad avere un’incidenza significativa nel portafoglio delle famiglie italiane.
Queste le principali evidenze che emergono dalla Mappa del Credito, lo studio sull’utilizzo del credito da parte degli italiani realizzato da Mister Credit – l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori – partendo dall’analisi dei dati disponibili in EURISC, il sistema di informazioni creditizie.
“Nel corso dell’ultimo anno i flussi di credito erogato alle famiglie sono cresciuti in modo significativo per riportarsi sui livelli non troppo distanti da quelli pre Covid. In particolare, la dinamica è stata positiva per il credito al consumo e per il comparto dei mutui mentre i prestiti personali hanno risentito ancora degli effetti della crisi generata dalla pandemia – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea Mister Credit di CRIF -. Nel complesso la sostenibilità degli impegni finanziari da parte delle famiglie si è confermata elevata ma per il prossimo futuro bisognerà valutare gli impatti derivanti dall’evoluzione della pandemia, dall’incertezza causata dal conflitto in Ucraina nonché dalla crescita dei costi dell’energia e delle materie prime oltre che dei tassi di interesse, tutti fattori che indubbiamente rappresentano un motivo di preoccupazione per gli italiani”.
Dal 2016 è costantemente aumentato il ricorso al credito
Nel corso degli ultimi 6 anni la platea degli italiani con almeno un contratto di finanziamento attivo è aumentata in maniera graduale e costante, stimolata anche da condizioni di offerta e tassi appetibili e da misure di politica monetaria e fiscaleparticolarmente accomodanti adottate a livello nazionale ed europeo per contrastare la crisi economico-finanziaria indotta dallapandemia.
Nonostante l’impatto del Covid-19, la sostenibilità finanziaria delle famiglie in questi anni è migliorata costantemente, come si evince chiaramente non solo dagli indicatori relativi alla qualità del credito (il tasso di default è progressivamente sceso rispetto all’1,8% del 2016), ma anche dalla diminuzione della rata media rimborsata ogni mese (-12,5% dal 2016) e dall’esposizione residua per estinguere i finanziamenti in corso (-6,5% vs 2016).
Per altro, in questi ultimi anni è cambiata anche la composizione degli impegni delle famiglie, con la quota di mutui immobiliariche è leggermente diminuita (al 20,8% vs il 22,8% del 2016) così come è calata l’incidenza dei prestiti personali (scesi al 28,4% del totale) a fronte della crescita del peso dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che nell’ultima rilevazione sono arrivati a spiegare il 50,7% del totale. La crescita di questa ultima forma tecnica è collegata anche alla resilienza dei consumi di elettrodomestici, elettronica e articoli di arredamento e per la casa durante la pandemia, nonché dal costante sviluppo dell’eCommerce.
| 2016 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 |
Italiani con un finanziamento | 34,6% | 36,3% | 38,1% | 40,7% | 42,2% | 44,5% |
Rata mensile in euro | €360 | €355 | €350 | €336 | €324 | €315 |
Esposizione residua in euro | €34.462 | €33.835 | €33.564 | €32.628 | €32.231 | €32.191 |
Quota mutui immobiliari | 22,8% | 22,4% | 22,1% | 21% | 21% | 20,8% |
Quota prestiti personali | 33,9% | 34% | 33,2% | 32,8% | 31,2% | 28,4% |
Quota prestiti finalizzati | 43,3% | 43,6% | 44,7% | 46,2% | 47,8% | 50,7% |
Fonte: Mappa del Credito CRIF – MisterCredit
Il ricorso al credito in questi ultimi anni riflette anche l’evoluzione dei comportamenti delle famiglie italiane e la loro crescente propensione verso l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali, accelerata dalla pandemia. A questo riguardo, analizzando la domanda di finanziamenti, emerge infatti come nell’anno 2021 le richieste di credito indirizzate verso le piattaforme di operatori “nativi digitali” siano cresciute del +83% rispetto al 2020.
L’ANALISI A LIVELLO TERRITORIALE
In Valle d’Aosta e Toscana più della metà degli abitanti ha un finanziamento attivo
La Mappa del Credito CRIF – MisterCredit propone anche un approfondimento di dettaglio a livello regionale.
Per quanto riguarda il focus sulla popolazione maggiorenne che risulta essere intestataria di almeno un contratto di credito rateale, nel 2021 la Valle d’Aosta guida la classifica nazionale con il 55,8%, seguita a debita distanza dalla Toscana, con il 50,5% e dal Lazio, con il 49,4%.
All’estremo opposto della graduatoria, invece, si posiziona il Trentino-Alto Adige, con solo il 25,8% degli abitanti che hanno fatto ricorso al credito. Al di sotto del 40% si collocano anche Calabria, Campania, Molise e Basilicata.
Rata media mensile: l’importo più alto in Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto
Le regioni in cui i cittadini sostengono mensilmente la rata media pro-capite più elevata sono Trentino-Alto Adige (€ 378 malgrado la contrazione più marcata rispetto all’anno precedente, quando era stata pari a € 429), Lombardia (€ 360), e Veneto (€ 354). SeguonoEmilia-Romagna (€ 338) e Friuli-Venezia Giulia (€ 329). In tutte queste regioni si rileva un’elevata incidenza dei mutui, caratterizzati da un importo da rimborsare più elevato rispetto alle altre forme tecniche. Inoltre, il valore degli immobili in queste aree del Paese risulta più consistente, anche alla luce di un reddito disponibile spesso più elevato rispetto alla media nazionale. Al Sud e nelle isole, invece, si registrano rate mensili più leggere, soprattutto in Calabria (€ 262), in Sardegna (€ 263) e in Molise (€ 277).
L’esposizione residua ancora da rimborsare: Lombardia e Trentino-Alto Adige in testa, ultima la Calabria
Come emerso dalla Mappa del Credito, anche per quanto riguarda l’esposizione residua si registra una situazione analoga: Lombardia al primo posto del ranking nazionale con € 40.702 (in leggero aumento rispetto al 2020), seguita da Trentino-Alto Adige (€ 40.332) e dall’Emilia-Romagna (€ 37.392). In generale, in queste regioni si evidenzia un’elevata incidenza dei mutui nel portafoglio.
All’estremo opposto, i cittadini della Calabria presentano una esposizione residua pari circa alla metà di quella dei lombardi, con € 20.798. Anche in Sicilia e Molise il valore che rimane ancora da rimborsare per estinguere i contratti di finanziamento risulta inferiore ai € 25.000.